Lincoln |
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Un film di Steven Spielberg.
Con Daniel Day-Lewis, Sally Field, David Strathairn, Joseph Gordon-Levitt, James Spader.
continua»
Biografico,
Ratings: Kids+13,
durata 150 min.
- USA, India 2012.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 24 gennaio 2013.
MYMONETRO
Lincoln
valutazione media:
4,01
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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le tre guerre del Presidentedi pepito1948Feedback: 125 | altri commenti e recensioni di pepito1948 |
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martedì 5 febbraio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Lincoln che, seduto su una cassa, discorre informalmente con due soldati nordisti neri, che si sdraia per terra vicino al figlioletto addormentato, che passeggia in pantofole o avvolto in una modesta sciarpa in una disadorna Casa Bianca, che dialoga con i suoi raccontando apologhi e storielle per fortificare la sua persuasività. Ma anche il gigante che lotta come un Achab contro un pregiudizio duro a morire che dimena la coda, sfidando un parlamento, un partito (repubblicano) ed un'opinione pubblica divisa e distolta dall'emergenza bellica. Il dominus che guida, spiega, ascolta, redarguisce, motiva graduando i propri atteggiamenti secondo le necessità di convincimento. Lo statista che prepone persino alla fine delle ostilità militari la votazione sul 13° Emendamento che introduce nella Costituzione il divieto della schiavità degli afroamericani (ma non ancora la piena parità tra bianchi e neri), facendone la madre di tutte le battaglie. Lincoln che non si sottrae all'invito ai suoi "persuasori" a sporcarsi le mani pur di raggiungere lo scopo prefisso, secondo i dettami di una realpolitik giustificata dalla irrinunciabilità di una svolta storica che avrebbe lasciato un segno indelebile nel mondo intero. Questa anticonvenzionale doppia cifra di Lincoln, che modella a misura d'uomo la sua figura quasi mistica e supereroica, rende il personaggio universale, sganciandolo dalla mitologia americana perchè divenga patrimonio di tutti i popoli in cerca di modelli di guida autorevoli, trainanti e senza macchia.Così connotato il Lincoln di Spielberg è oltremodo attuale, per confronto e differenza in quanto a capacità di direzione politica, spessore morale, pragmatismo, coraggio di rischiare per una nobile causa. Forse non è un caso che questo film esca oggi, riproponendo il mito statunitense della figura del "padre" e del controverso rapporto con i suoi "figli", spesso bisognosi di farsi sudditi di un Arbitro supremo di origini "pure", ma anche capaci di trasformarsi da dominati in dominanti (l'Obama nero e discendente di schiavi che scala le vette del potere, schierandosi con i poveri ed i più socialmente deboli). Il Lincoln di Spielberg è la storia di tre guerre simultanee inanellate come matriosche. Sullo sfondo del massacro fratricida, si erge lo scontro titanico e violento in sede parlamentare, in cui la contesa verbale alterna fermezza e compromessi, mentre nelle stanze presidenziali esplode il conflitto coniugale tenuto insieme da un vissuto comune fatto di dolore e sofferenza, che raggiunge vette di incontrollabile virulenza, e che si placa davanti alle incalzanti esigenze del contesto pubbico. Il racconto si coagula sulla ricerca spasmodica di una manciata di voti per porre fine ad un'ingiustizia secolare, fortemente osteggiata da chi ha fondato i propri interessi primari sullo sfruttameto della schiavitù; nell'esito della lotta sarà determinante (come spesso accade oggi) la conquista degli indecisi. Le 3 guerre avranno un solo vincitore, che pagherà cara la coerenza e la pervicacia grazie alle quali le due coalizioni belligeranti diverranno un solo Stato e tutti i suoi componenti, di qualunque razza, saranno uguali di fronte alla legge secondo il dettato costituzionale. La complessa scultura di Lincoln sarà completata da altri, ma lui fu e resta il Michelangelo dei diritti umani dei neri. Straordinario il regista nel calibrare le sfaccettature del protagonista, un immenso D.D. Lewis ai massimi delle possibilità recitative; mirabile e senza smagliature la sceneggiatura, senza pause inutili e senza orpelli superflui. Grande tutto il cast, lodevole la fotografia che va dal crepuscolare delle scene di battaglia al chiaro scarno delle aule parlamentari al notturno smussato degli interni della Casa Bianca, fino alla solarità esplosiva del comizio finale, apoteosi tra una folla festante del nuovo Padre dei Padri, eroe umano e martire e demolitore di abissali discriminazioni di razza ereditate da un lungo passato, riferimento imprescindibile per tutti coloro che ancora oggi lottano nel mondo contro le violazioni dei diritti fondamentali dell'uomo in generale e delle persone di colore in particolare.
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