Titolo originale | Jodaeiye Nader az Simin |
Anno | 2011 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Iran |
Durata | 123 minuti |
Regia di | Asghar Farhadi |
Attori | Sareh Bayat, Sarina Farhadi, Payman Maadi, Babak Karimi, Ali-Asghar Shahbazi Leila Hatami, Shahab Hosseini, Shirin Yazdanbakhsh, Kimia Hosseini, Merila Zare'i. |
Uscita | venerdì 21 ottobre 2011 |
Tag | Da vedere 2011 |
Distribuzione | Sacher |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,55 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 22 marzo 2019
Nader e sua moglie Simin stanno per divorziare. Hanno ottenuto il permesso di espatrio per loro e la loro figlia undicenne ma Nader non vuole partire. Il film ha ottenuto 2 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, 1 candidatura ai Nastri d'Argento, ha vinto un premio ai David di Donatello, Il film è stato premiato al Festival di Berlino, ha vinto un premio ai Golden Globes, 1 candidatura a BAFTA, ha vinto un premio ai Cesar, ha vinto un premio ai NYFCCA, ha vinto un premio ai Critics Choice Award, In Italia al Box Office Una separazione ha incassato 575 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
Nader e sua moglie Simin stanno per divorziare. Hanno ottenuto il permesso di espatrio per loro e la loro figlia undicenne ma Nader non vuole partire. Suo padre è affetto dal morbo di Alzheimer e lui ritiene di dover restare ad aiutarlo. La moglie, se vuole, può andarsene. Simin lascia la casa e va a vivere con i suoi genitori mentre la figlia resta col padre. È necessario assumere qualcuno che si occupi dell'uomo mentre Nader è al lavoro e l'incarico viene dato a una donna che ha una figlia di cinque anni e ed è incinta. La donna lavora all'insaputa del marito ma un giorno in cui si è assentata senza permesso lasciando l'anziano legato al letto, un alterco con Nader la fa cadere per le scale e perde il bambino.
Asghar Faradhi conferma con questo film le doti di narratore già manifestate con About Elly. Non è facile fare cinema oggi in Iran soprattutto se ci si è espressi in favore di Yafar Panahi condannato per attività contrarie al regime. Ma Faradhi sa, come i veri autori, aggirare lo sguardo rapace della censura proponendoci una storia che innesca una serie di domande sotto l'apparente facciata di un conflitto familiare. Il regista non ci offre facili risposte (finale compreso) ma i problemi che pone sono di non poco conto per la società iraniana ma non solo. Certo c'è il quesito iniziale non di poco conto: per un minore è meglio cogliere l'opportunità dell'espatrio oppure restare in patria, soprattutto se femmina? Perchè le protagoniste positive finiscono con l'essere le due donne. Entrambe con i loro conflitti interiori, con il peso di una condizione femminile in una società maschilista e teocratica ma anche con il loro continuo far ricorso alla razionalità per far fronte alle difficoltà di ogni giorno. Agghiacciante nella sua apparente comicità agli occhi di un occidentale è la telefonata che la badante fa all'ufficio preposto ai comportamenti conformi alla religione per sapere se possa o meno cambiare i pantaloni del pigiama al vecchio ottantenne che si è orinato addosso. Sul fronte opposto della barricata finiscono per trovarsi gli uomini che, o sono obnubilati dalla malattia oppure finiscono con l'aggrapparsi a preconcetti che impediscono loro di percepire la realtà in modo lucido. Ciò che va oltre alla realtà iraniana è l'eterno conflitto sulla responsabilità individuale nei confronti di chi ci circonda. Ognuno dei personaggi vi viene messo di fronte e deve scegliere. Sotto lo sguardo protetto dalle lenti di una ragazzina.
Una nota a margine: il cinema iraniano è veicolo stabile di una falsificazione narrativa che sta a priori di qualsiasi sceneggiatura. Sussistendo il divieto per le donne di mostrarsi a capo scoperto in pubblico i registi sono obbligati a farle recitare con chador o foulard vari anche quando le scene si svolgono all'interno delle mura domestiche narrativamente in assenza di sguardi estranei stravolgendo quindi la rappresentazione della realtà.
Magnifico film, una coppia si separa, ma una serie di eventi li mette a confronto. I protagonisti, tutti, sono messi alla prova della verità, il bisogno di mentire per difendersi o per difendere qualcun'altro. Tutti hanno ragione e tutti hanno torto. Solo la figlia dei separati, alla fine prende in mano il gioco e vince, con sofferenza, la partita.
No,non stiamo parlando di qualche nuovo attore emergente particolarmente prestante. Il bello dell'Iran è ,che pur costretti da una censura non certo di manica larga,riescano a produrre ed esportare pellicole che fanno percepire all'attento spettatore occidentale(quello disattento è meglio che vada a mangiare popcorn davanti a qualche blockbuster americano)delle realtà che vanno ben oltre la semplice [...] Vai alla recensione »
Iran. Una giovane coppia dopo anni di vita insieme decide di separarsi. I nodi principali sono due: achi verrà affidata la figlia e le cure da prestare al babbo di lui gravemente provato dall'Alzhaimer. Per cercare di ovviare a quest'ultimo problema viene assunta una giovane donna che si dovrà occupare dell'anziano durante la giornata.
Prima scena : il bancario Nader e l’insegnante Simin, coppia borghese e benestante di Teheran, sono in tribunale per chiedere il divorzio. Ripresi da una inquadratura frontale si rivolgono, a turno e argomentando le proprie ragioni, a un giudice che non si vede, quasi “chiamando” lo spettatore a farsi giudice. Lo spettatore da questo momento sarà coinvolto sia emotivamente [...] Vai alla recensione »
Bellissimo film, interpretato da tutti in maniera magistrale. Grandiose (ed anche spassose) le scene dal giudice e in tribunale (Funzionasse anche da noi così la giustizia, così velocemente e con budget del genere, non saremmo dove siamo - un passettino indietro, no?) Eh già, i figli ci guardano, ci aiutano. Noi a volte non li consideriamo, non li ascoltiamo e invece [...] Vai alla recensione »
Tutto ha inizio in una città dell’Iran odierno, intasata di macchine, rumorosa e pulsante di vita come qualsiasi altra affollata città del mondo, con la richiesta di separazione giudiziale di due coniugi sposati da 14 anni con una figlia adolescente a carico: lei vuole approfittare di un permesso di espatrio che impone una scelta rapida, lui non intende lasciare il padre [...] Vai alla recensione »
Sono tante le scene in questo film che mettono in crisi uno spettatore come me. Vuoi perchè sono occidentale ma, sopratutto occidentale/italiano. E già: il nostro stato ne contiene un altro , quello del vaticano che è la dimora del cristianesimo, della religione. Ma quante differenze tra la nostra quotidianità e quella rappresentata in questo film.
Il cinema Iraniano, personalmente, credo che mi stia viziando. Ogni volta riesce a colpirmi, meravigliarmi, stupirmi. "Una separazione", di Asghar Farhadi (regista del meraviglioso "About Elly"), pluripremiato, dal premio Oscar 2012 all'Orso d'Oro alla Berlinale (Orso d'argento per i 2 attori protagonisti), conferma e rilancia questo lungo periodo d'oro del neorealismo persiano.
Consiglio la visione di questo film alle persone che sanno apprezzare il valore di un cinema che non ama i grandi proclami, gli scontri ideologici o di religione. Questo film parla, in superficie, di coniugi che si separano, con di mezzo la figlia undicenne e il suo destino. Parla non autosufficiente e malatoche deve essere affidato a una badante.
L’opera è un ritratto dell’Iran contemporaneo, in cui la vita scorre, attraverso le vicissitudini quotidiane dei protagonisti, in modo non così dissimile da quello in cui si sviluppa in Occidente, per quelle che sono le cognizioni di chi scrive, per lo meno. C’è naturalmente una separazione alla base della storia, una separazione fra un uomo e una donna, concreta ma non definitiva, da cui poi s’ingenera [...] Vai alla recensione »
Meritatamente vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino, sia come miglior film che per i migliori attori maschili e femminili, Una Separazione si rivela uno dei film più belli dell’anno. La grandezza del regista Farhadi è quella di essere riuscito a raccontare l’Iran, con i suoi problemi e le sue contraddizioni, attraverso una vicenda famigliare perlopiù [...] Vai alla recensione »
Il dramma è subito posto, già nella prima inquadratura e nel primo brandello di dialogo. Simin e Nader, moglie e marito, sono in tribunale davanti a un giudice civile: la donna chiede di divorziare perché l'uomo non vuole lasciare con lei l'Iran. Hanno ottenuto entrambi il permesso di espatriare con la loro figlia undicenne Termeh, ma Nader non solo non vuole seguirla [...] Vai alla recensione »
Ottimo film in cui si narra un susseguirsi di drammi legati al tentativo di una donna di separarsi dal marito. Siamo a Teheran ma per una volta il problema non è la teocrazia- benché, chiaramente, sia sempre presente sul capo dei protagonisti-: una donna non ne può più di vivere nella casa del marito dove tutti iritmi sono condizionati dal padre malato di alzheimer e chiede [...] Vai alla recensione »
La struttura del film è molto più complessa di come appare ad una prima lettura e la tematica principale, non è il dramma per la separazione dei genitori, bensì la forza dirompente e imprevedibile di una dottrina. Se non fosse ambientato in Iran, la tematica della separazione sarebbe piuttosto comune e tutto avrebbe avuto un senso diverso.
Film paradigmatico. La separazione è tra le emozioni e le scelte, gli sguardi e le tensioni del maschile e del femminile; la separazione è economica, tra una famiglia borghese e una famiglia ai limiti della povertà; la separazione è tra gli affetti familiari, tra un padre ridotto dall'Alzheimer e un desiderio di fuga all'estero; la separazione è tra un gesto [...] Vai alla recensione »
Distribuito dalla Sacher film, l’ultima fatica di Asghar Farhadi (della penultima About Elly parlammo a suo tempo) è una storia ambientata in Iran, ma soprattutto ci mette dinanzi a una serie di sentimenti, contraddizioni, problemi, definibili come universali. Per la cura attenta ai singoli individui e ai “fondamentali” di qualsiasi essere umano, non si discosta dal modo di narrare del regista, ma [...] Vai alla recensione »
Tutti mentono, in questo film. E inoltre si mente non solo agli altri, ma anche a se stessi. Per credersi sempre nel giusto, per perseguire il proprio utile, per averla vinta sull'altro costi quello che costi. E si continua a mentire anche quando si sa perfettamente che la falsita' che si va costruendo distruggera' la vita dell'altro.
L’inquadratura che sembra racchiudere tutto il senso degli avvenimenti familiari raccontati nel film è quella finale: mentre già scorrono i titoli di coda la camera “osserva” i due genitori separandi, seduti l’una quasi di fronte all’altro nell’anticamera del giudice tutelare a cui, sola, la figlia adolescente della coppia dirà con quale [...] Vai alla recensione »
In Iran Nader (Moaadi) e Simin (Hatami) decidono di divorziare poiché lei desidera partire dal paese, lui, per occuparsi di un padre malato d’Alzheimer, non vuole. La figlia Termeh (Farhadi) decide di rimanere con il padre, per impedire la partenza della madre. Nader assume una badante per il malato, la donna per andare da un ginecologo, dato che è incinta, lascia il padre [...] Vai alla recensione »
Iran, giorni nostri. Simin vorrebbe lasciare l'Iran, ma il marito Nader non è d'accordo; neppure a farle portare con sé la figlia undicenne. Così i due avviano la separazione, la quale porta non pochi problemi alla vita quotidiana di Nader, che deve badare anche al padre malato di Alzheimer. Decide così di prendere una donna di servizio, ma di ritorno prima da lavoro [...] Vai alla recensione »
E' ambientato in Iran e racconta l'eterno conflitto tra uomo e donna e tra classi sociali diverse; c'è tutta la frustrazione della moglie che si sente trascurata dal marito e tenta di risvegliarne i sentimenti minacciando il divorzio; e quella della coppia più bisognosa che si sente ingannata e turlupinata dal ceto benestante.
Un film di rara intesità e compattezza narrativa. Un immersione totale in un mondo sociale dove i personaggi sono posti davanti a scelte difficili e la soluzione del sopravvivere vince (quasi) sempre su una posizione morale e etica. Tranne nello sguardo puro e senza compromessi dei bambini. Farhadi continua nella sua rappresentazione di uno spaccato della realtà iraniana, ponendo lo sguardo ancora [...] Vai alla recensione »
Vorrei prima di tutto raccontarvi che questo Film l'ho Visto insieme a mio fratello Marco al cinema ALPHAVILLE DI CB, perchè al SACHER DI ROMA di Nanni Moretti, MARCO non l'hanno fatto entrare perchè aveva una mascherina per proteggersi da infezioni, poichè il 21 agosto 2011 ha subito a PISA un trapianto di RENE e PANCREAS. IL Direttore del SACHER ha esordito dicendo che con la mascherina non sarebbe [...] Vai alla recensione »
La prima scena del film "Una separzione" ci pone di fronte ad un dilemma (primo di una lunga serie), e, attraverso un inquadratura brillante, ci erge da spettatori a giudici: saremo noi che dovremo ascoltare e, quindi, giudicare. Sin dal'inizio siamo testimoni delle vicende che coinvolgeranno i personaggi, delineati in maniera talmente approfondita da risultarci dolorosamente veri: impossibile [...] Vai alla recensione »
Una varia umanità che sfila tra vicende molto umane, dove tutti sono colpevoli, ma alla fine tutti sono salvi. Grande lezione di cinema vero, con attori strepitosi e una bambina di 11 anni che si carica il mondo sulle spalle. Recita Bob Dylan: “lessons of life can’t be learned in a day”. Ma in queste due ore si impara tantissimo. Da vedere e rivedere.
film molto bello, realistico, che fa capire che "tutto il mondo è paese" e che i problemi che abbiamo qui in Italia x l'assistenza a questo tipo di malattia, sono comuni anche al resto del mondo. Non è per nulla "pesante", anzi, nonostante il tema, si trascorrono un paio di ore veramente piacevoli. CONSIGLIATISSIMO
Mi è piaciuto tantissimo,uno spaccato di vita dell'iran moderna,tra vecchia cultura e nuovi elementi di occidentalizzazione.Ben fatto,attori bravissimi,è un film che fa riflettere ed è un film in cui ho trovato aspetti di grande umanità.
E' un film che merita di essere visto. Uno spaccato di vita vissuta. Una realtà così diversa dalla nostra. Una realtà di costrizione e sofferenza, di vita difficile.... molto difficile.
A volte i rapporti tra un uomo e una donna si guastano inesorabilmente senza che nessuno dei due ne sia volontariamente consapevole. Una crisi 'pilotata' e sottovalutata diventa una rottura irrimediabile, lasciando sul campo ferite inguaribili e, come muti spettatori, gli immancabili minori. Le circostanze della vita mettono a dura prova i caratteri e la solidità dei sentimenti: sta a noi, se lo vogliamo [...] Vai alla recensione »
Una visione della società iraniana dall'interno, diversa da quella così lontana presentata dai giornali. Mi ha ricordato il libro "Leggere Lolita a Teheran": una società sofferente ingabbiata da uno stato teocratico. Donne ancora più sofferenti.
Ho appena finito di vedere una separazione. Il film mi è piaciuto, fa stare in tensione, fa riflettere, fa dubitare per tutto il tempo. Non sai mai fino in fondo con chi schierarti e alla fine uscendo dal film, chiacchierando ognuno si è fatto un ' idea un pò diversa, anche a seconda del proprio vissuto. Mi ha ricordato molto la tragedia greca.
Film sulla condizione della società iraniana contemporanea. Ben rappresentato, delicato e teso assolutamente a far riflettere se non condannare apertamente.
Miracolo!!!!Una separazione è un miracolo cinematografico!!!finalmente un film che si può definire "capolavoro assoluto",nel 2011 a parte questo film ci sono stati solo due capolavori assoluti:the tree of life e carnage.Una separazione però a quella cosa in più che lo rende un film al contempo piccolo ed immenso:un vero sguardo sociale sull'iran odierno,senza mai cadere nella banalità.
Si imoara molto della quotidianità iraniana e musulmana. E' un paese che ha certamente bisogno di democrazia ma sul piano etico-morale hanno qualcosa da ricordare a un mondo occidentale che ha smarrito la grazia dell'esistenza.
Film delicato e vero, personaggi reali. Gli eventi si susseguono con umanità, nei torti, nelle ragioni, in fatti detti e fatti taciuti, nelle paure, nelle ansie, nella rabbia. Eventi che coinvolgono e soffiano furenti, sconvolgendo la vita dei figli. innocenti che pagano il prezzo delle contese dei grandi. E alla fine, le lacrime e il dolore della piccola, un verdetto che non giunge.
Un film straordinario, magistrale, giocato sul filo del rasoio: i colpi di scena, come nella vita reale, sono fatti di piccole sfumature, innanzitutto psicologiche ed emotive. Una storia solo apparentemente domestica e intima in cui ognuno, a dispetto di una vicenda ingarbugliata, cerca una giustizia sostanziale sperando di salvare il salvabile coprendo le proprie umane debolezze, che sono poi [...] Vai alla recensione »
L'umanità sgorga prepotente da ogni personaggio di questo film iraniano, dai coniugi separandi, al padre di lui malato di alzhaimer, al giudice, al secondino. Una storia semplice ma mai banale. Giudicato da molti una delle migliori pellicole del 2011.
Film splendido, scena finale emozionantissima....solo chi è separato o divorziato e ha figli può capire.
L’inquadratura che sembra racchiudere tutto il senso degli avvenimenti familiari raccontati nel film è quella finale: mentre già scorrono i titoli di coda la camera “osserva” i due genitori separandi, seduti l’una quasi di fronte all’altro nell’anticamera del giudice tutelare a cui, sola, la figlia adolescente della coppia dirà con quale dei [...] Vai alla recensione »
L’inizio della narrazione è sulla falsariga del titolo ma ben presto ci si rende conto del fatto che la separazione altro non è se non uno dei tanti rivoli che confluiscono in un fiume impetuoso, nelle cui acque profonde nuota una miriade di pesci pronta a gettare il suo sguardo sulle infinite sfaccettature della vita quotidiana che iniziano, sì, da una “normale” [...] Vai alla recensione »
sempre intensi e di gradevole visione i film di matrice orientale,così pregni dei problemi di quelle società costrette da usi e costumi sorpassati e costrittivi...ottimi dialoghi che tengono viva la visione e la curiosità dello spettatore,peccato per il finale che lascia un punto di domanda, forse intenzionale da parte del regista e del sceneggiatore,favoreggiando il racconto [...] Vai alla recensione »
Trascinata fuori sala da una folla osannante, ho abbassato gli occhi sentendomi un’emerita cretina. Intorno a me era tutto un esclamare: che meraviglia! Da Asghar Farhadi (il regista) non ci si può aspettare che un capolavoro! Del resto… eccetera, eccetera. E dire che mi sto impegnando, seguo anche un corso di critica cinematografica per evitare di parlare a vanvera.
Il film di Asghar Farhadi, iraniano, può senz'altro rappresentare un nuova vicenda del cinema. Rimando senz'altro alla recensione di Zappoli, che condivido, dalla quale parto. Lettura storica dopo lettura critica. "Una separazione" parte da un testo completo, direi perfetto, per sostanza, simboli, dialogo, ritmo e, mi espongo, letteratura. Non esiste, in tutto il racconto, un momento di raccordo che rallenti il racconto.
A Berlino ha stravinto l'Orso d'oro, ma non si tratta del solito film iraniano docu-neorealistico. «Una separazione» esplora con sorprendente modernità di scrittura e composizione un incastro di relazioni parallele che illustrano scottanti realtà locali, ma nello stesso tempo esprimono emergenze sociali universali. Il talentuoso regista e sceneggiatore Asghar Farhadi (lo stesso di «About Elly»), infatti, [...] Vai alla recensione »
Immaginate un giallo girato come un film neorealista. Un film in cui prima o poi tutti mentono almeno una volta, in tutti i modi possibili (per omissione, per convenienza, per necessità, per pietà). E soprattutto mentono in ogni possibile combinazione: al marito, alla moglie, al giudice, al figlio, ai genitori, in qualche caso anche a se stessi. Magari senza accorgersene.
Quello che vi accingete a leggere, cari compagni, è uno dei pezzi più difficili nella nostra conoscenza ormai trentennale: dobbiamo convincervi ad andare a vedere un film iraniano, provando a vendervelo per quello che è: un film di grande umanità, di mirabile scrittura e quindi di altissima godibilità. Insomma un film «divertente» nel senso più alto del termine, a condizione di essere spettatori adulti, [...] Vai alla recensione »
All’ultima Berlinale ha sbancato, vincendo l’Orso d’oro come miglior film e due Orsi d’argento collettivi per le interpretazioni maschili e femminili. Se li merita tutti, perché questo dramma diretto dal regista di About Elly riesce a raccontare la contemporaneità in Iran ma anche la complessità dei rapporti umani in generale, partendo dalla storia minima di due coniugi che si separano perché lei non [...] Vai alla recensione »
Termeh, 11 anni, rampolla della borghesia agiata e colta di Tehran, deve decidere se fuggire con la madre Simin all'estero o restare con il padre Nader che non può abbandonare suo papà, affetto da alzheimer all'ultimo stadio. La teenager sembra più egocentrica del normale, Nader un figlio premuroso, ma è Simin che si è sempre occupata del malato. Però la Legge non tifa per la moglie che divorzia e [...] Vai alla recensione »