Miss Bala |
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Un film di Gerardo Naranjo.
Con Stephanie Sigman, Noé Hernández, Irene Azuela, James Russo, Jose Yenque
Drammatico,
durata 113 min.
- Messico 2011.
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Quando un sogno si trasforma in un incubodi donni romaniFeedback: 23283 | altri commenti e recensioni di donni romani |
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domenica 8 luglio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Presentato in anteprima nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2011 Miss Bala ci cala nella realtà crudele e violenta dei narcotrafficanti che operano in Messico vicino al confine americano. E lo fa, per esasperare ancora di più il contesto, attraverso gli occhi innocenti e spaventati di Laura, una ragazza che vorrebbe solo partecipare a Miss Baja California e invece, dopo essere stata involontaria testimone di un regolamento di conti fra narcotrafficanti ed agenti della DEA, verrà rapita, usata, sfruttata e stuprata dal feroce capobanda Lino. Il silenzio con cui Laura attraversa gli orrori cui è costretta a partecipare (guidando la macchina con all'interno i cadaveri di funzionari statali americani o trasportando soldi sporchi negli Usa) e la rassegnazione con cui si concede al chi le sta rubando la vita pur se in cambio le promette una vittoria al concorso di bellezza (svuotandolo chiaramente di ogni significato) hanno una forza visiva ed evocativa rara, e il terrore che pervade le giornate di Laura, seguita, controllata, braccata dai narcos e dagli agenti dell'antidroga, è tutto nello sguardo deluso e spento della ragazza, nei suoi occhi che vagano nel nulla in cui si è trasformata la sua vita alla ricerca di significato, di un appiglio per andare avanti. Gli scontri a fuoco sanguinari e le esecuzioni brutali sono, se pur filmate con grande crudezza e veridicità, meno violente della crescente disperazione fatta di panico e di timore per la propria vita che si impossessa di Laura man mano che capisce in che trappola sia caduta. Mano felice di Naranio nel dirigere un film di denuncia forte, che ricorda come nella lotta al narcotraffico dal 2006 al 2011 siano morte qualcosa come 36000 persone, che ha il coraggio di rivelare come la figura della donna sia umiliata e sfruttata senza pietà e che nel mostrare Laura, nella scena finale, seduta ai margini di una strada, abusata, arrestata ingiustamente, infangata e infine buttata via come merce avariata, ci consegna un personaggio indimenticabile nella sua mitezza e nella sua accettazione di un destino infame, nella sua incapacità di ribellarsi e nella sua innocenza mai del tutto perduta anche se macchiata dall'orrore più nero. Merito anche della bellezza semplice e pulita d Stephane Sigman, capace di dare alla sua Laura un cuore che continua a battere anche quando tutti i suoi sogni sono stati uccisi dalla brutalità degli uomini.
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