tiamaster
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giovedì 22 settembre 2011
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johnston datti all'ippica
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che ti viene meglio del regista captain america era discreto,wolfman pessimo,ti salvi solo con jumanji.wolfman è un film diciamo "base" dove c'è solo l'idea di base,senza intreccio,trama articolata,personaggi seri,un film veramente piatto,e hollywoodd che vuole costantemente sequel,prequel e compagnia bella va a toccare film che erano già perfetti rovinando tutto,con wolfman sta volta tocca ai lupi mannari universal.quando la smetteranno??secondo me non a breve.
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fabiana77
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domenica 24 luglio 2011
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interessante
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bel film...interessante... veloce, dinamico, anche se l'argomento è stato più volte trattato....questo film mi è piaciuto molto.
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august
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sabato 25 giugno 2011
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un film ingiustamnete dimenticato
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Il film di Joe Johnston non passerà alla storia ed un peccato perché due interpretazioni sono stupende quelle di un Anthony Hopkins sornione e pieno d’ironia anche se crudelissimo, e quello della seducente Emily BluntPerfettamente a suo agio nell’età vittoria bella senza essere esuberante e sensuale senza essere sexy. Oltre a questo la fotografia di Shelly Johnson è bellissima senza essere esagerata e la musica di Danny Elfman è stupenda peina di forza ma anche di una gentilezza e di timbri anche chiari. Degni di nota sono nel ruolo marginale di uan locandiera aggrinzita gay Hamilton che ricordiamo bellissima e civettuola in Barry öLyndon di Stanely Kubrick ma anche Hugo Weaving ei panni dle declive Aberdine un Shalock Hommes senza fascino ma effettivo.
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Il film di Joe Johnston non passerà alla storia ed un peccato perché due interpretazioni sono stupende quelle di un Anthony Hopkins sornione e pieno d’ironia anche se crudelissimo, e quello della seducente Emily BluntPerfettamente a suo agio nell’età vittoria bella senza essere esuberante e sensuale senza essere sexy. Oltre a questo la fotografia di Shelly Johnson è bellissima senza essere esagerata e la musica di Danny Elfman è stupenda peina di forza ma anche di una gentilezza e di timbri anche chiari. Degni di nota sono nel ruolo marginale di uan locandiera aggrinzita gay Hamilton che ricordiamo bellissima e civettuola in Barry öLyndon di Stanely Kubrick ma anche Hugo Weaving ei panni dle declive Aberdine un Shalock Hommes senza fascino ma effettivo. E simpatico. Purtroopo in questo film pieno di bellezza e sugestione dove troviamo anche un cameo della bravissima Geraldine Chaplin cade forse per un bravo fenicio del Toro che peró è inadato la ruolo. La forza latina del personaggio il cresima innato sembra mal adattarsi all’attore inglese e sembra un po’ troppo il personaggio principale di cime testepstose. Un film molto bello che sicuramenyre avrebbe meritato una maggiore fortuna
Robert Fogelberg Rota
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parte2
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lunedì 13 giugno 2011
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il decimo lupo mannaro
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niente di che ma piu' che guardabile
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valterino
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venerdì 20 maggio 2011
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si vede la buona volontà
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di fare un film con scenografie ispirate e rispettose delle atmosfere classiche.
al di la della bella fotografia, il tutto però risulta un pò monocorde, poco appassionante, e non fa neppure paura in fondo
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peppe97
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sabato 14 maggio 2011
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una pellicola "a sfondo storico,poco horror"
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Al giorno d'oggi le caratteristiche principali di un film dell'orrore sono: il notevole utilizzo di effetti speciali (per lo più indirizzati allo "splatter"), l'uso di personaggi fantastici, mitologici, demoniaci o, addirittura psicopatici; ed infine l'uso frequente di una colonna sonora "da brivido". Per quanto riguarda la pellicola in questione posso dire che riesce a rispettare a malapena i primi 2 punti; perciò potrei paragonarlo di più ad un film fantastico.
Forse c'è stato un altro film dell'orrore che, come il suddetto, non ha rispettato i 3 punti: esso si intitola Profondo Rosso diretto da Dario Argento nel 1975 che possedeva sia una possente colonna sonora sia personaggi ben definiti ma che scarseggiava un po' negli effetti speciali.
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Al giorno d'oggi le caratteristiche principali di un film dell'orrore sono: il notevole utilizzo di effetti speciali (per lo più indirizzati allo "splatter"), l'uso di personaggi fantastici, mitologici, demoniaci o, addirittura psicopatici; ed infine l'uso frequente di una colonna sonora "da brivido". Per quanto riguarda la pellicola in questione posso dire che riesce a rispettare a malapena i primi 2 punti; perciò potrei paragonarlo di più ad un film fantastico.
Forse c'è stato un altro film dell'orrore che, come il suddetto, non ha rispettato i 3 punti: esso si intitola Profondo Rosso diretto da Dario Argento nel 1975 che possedeva sia una possente colonna sonora sia personaggi ben definiti ma che scarseggiava un po' negli effetti speciali.
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alex_23
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venerdì 13 maggio 2011
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curioso
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Non male. Non t’incolla allo schermo però c’è la curiosità costante di capire come diavolo abbia avuto origine la storia dell’uomo-lupo. Hopkins notevolmente invecchiato ma sempre superbo, seppur non ha sempre il centro della scena.
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boacky
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mercoledì 13 aprile 2011
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un remake sufficiente
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Lawrence Talbot ritorna nelle terre ancestrali per indagare sulla misteriosa morte del fratello, ucciso da una bestia affamata di sangue umano, alla quale però non si può dare un'identità ed è oggetto di discussione attorno alla famiglia Talbot e non solo. Arrivato alla villa del padre John ( Hopkins) dopo un'infanzia passata a Londra e conosciuta la moglie del fratello, la bella Gwen (Emily Blunt), Lawrence incomincia le indagini in una notte di luna piena quando viene aggredito e maledetto da un licantropo che si aggirava in un campo di zingari. Così iniziano le maledizioni di Talbot che lo portano a trasformarsi nell'uomo lupo, la bestia che porta il marchio della Universal e che torna libera nella brughiera inglese settanta anni dopo sotto le vesti di Benicio del Toro, protagonista di CHE e Sin City.
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Lawrence Talbot ritorna nelle terre ancestrali per indagare sulla misteriosa morte del fratello, ucciso da una bestia affamata di sangue umano, alla quale però non si può dare un'identità ed è oggetto di discussione attorno alla famiglia Talbot e non solo. Arrivato alla villa del padre John ( Hopkins) dopo un'infanzia passata a Londra e conosciuta la moglie del fratello, la bella Gwen (Emily Blunt), Lawrence incomincia le indagini in una notte di luna piena quando viene aggredito e maledetto da un licantropo che si aggirava in un campo di zingari. Così iniziano le maledizioni di Talbot che lo portano a trasformarsi nell'uomo lupo, la bestia che porta il marchio della Universal e che torna libera nella brughiera inglese settanta anni dopo sotto le vesti di Benicio del Toro, protagonista di CHE e Sin City. Interessante invece l'interpretazione del solito Hopkins nella sua inconfondibile ambiguità che lo ha reso noto. La regia viene affidata a Joe Johnston che si era messo in luce con il terzo capitolo di Jurassic Park; malgrado ciò, la trama è povera e non aggiunge particolari significativi a quelli da tutti noi conosciuti. Si salvano la scenografia in tipico stile ottocentesco e lo splendido trucco che è valso a Baker un oscar meritato. Nel cast anche Hugo Weaving che interpreta l'investigatore di Scotland Yard Albertine. Nell'era dei remake, quello di Wolfman è comunque sufficiente.
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luca scialò
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venerdì 18 marzo 2011
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un licantropo troppo artificiale
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La ricca famiglia Talbot, già colpita anni prima dalla tragica scomparsa della signora Talbot madre di due figli, è nuovamente colpita da un atroce lutto: la morte del primogenito, disumanamente ucciso di notte nel bosco. Rientrato per il cordoglio, il secondo figlio Lawrence, mite attore di teatro, resta qualche giorno nella casa paterna, ormai avvolta dal dolore. Insieme al padre vive anche la nuora, Gwen. Convinto che ad uccidere il fratello sia stata qualche mostruosa creatura demoniaca, Lawrence si mette sulle sue tracce ma viene morso. Di qui comincia una personale lotta contro il suo lato licantropo che si sveglia nelle notti di luna piena, finendo per scoprire anche cruenti misteri familiari.
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La ricca famiglia Talbot, già colpita anni prima dalla tragica scomparsa della signora Talbot madre di due figli, è nuovamente colpita da un atroce lutto: la morte del primogenito, disumanamente ucciso di notte nel bosco. Rientrato per il cordoglio, il secondo figlio Lawrence, mite attore di teatro, resta qualche giorno nella casa paterna, ormai avvolta dal dolore. Insieme al padre vive anche la nuora, Gwen. Convinto che ad uccidere il fratello sia stata qualche mostruosa creatura demoniaca, Lawrence si mette sulle sue tracce ma viene morso. Di qui comincia una personale lotta contro il suo lato licantropo che si sveglia nelle notti di luna piena, finendo per scoprire anche cruenti misteri familiari.
A quasi settant'anni dall'invenzione cinematografica dell'Uomo lupo, la Universal omaggia la sua mostruosa creatura con una nuova versione, affidata a Joe Johnston. Un regista che dopo il promettente inizio con film quali Cara mi si sono ristretti i ragazzi (1989) e Jumanji (1995), non ha più lasciato il segno. Anche Wolfman, a parte qualche spruzzata horror di tanto in tanto e la presenza che equivale a una garanzia di due attori quali Anthony Hopkins nel ruolo del signor Talbot e Benicio del Toro, nei panni del figlio Lawrence, non sembra destinato a lasciare il segno. Causa soprattutto la sovrabbondanza di effetti speciali, il film risulta freddo e artificiale. Gli stessi licantropi sono ora una maschera di carnevale qualsiasi, ora una pura creazione al computer; mentre il mostriciattolo che farà del signor Talbot un licantropo, somiglia molto a Golum de Il signore degli anelli.
Insomma, gli amanti dei "mostri classici" avrebbero meritato qualcosa di meglio. Un film un pò pallido, come la luna che risveglia il Licantropo che è negli uomini.
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