King of Devil's Island

Un film di Marius Holst. Con Stellan Skarsgård, Magnus Langlete, Morten Løvstad, Trond Nilssen, Benjamin Helstad, Kristoffer Joner Titolo originale KONGEN AV BASTØY. Drammatico, durata 120 min. - Norvegia, Francia, Svezia, Polonia 2010.
   
   
   

Nei Lager Norvegesi, tra Violenze e Soprusi... Valutazione 5 stelle su cinque

di ashtray_bliss


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mercoledì 7 novembre 2012

...nascono sentimenti e legami forti. Questa e' la storia che il film, "Il re di Bostoy" (liberamente tradotto in Italiano) vuole raccontare. Ispiratosi ad una storia vera e ambientato nella gelida Norvegia della meta' degli anni '20, la storia racconta le vicende vissute da ragazzi di eta' compresa tra gli 11 e i 17 anni, in un riformatorio maschile sull'isola di Bostoy, un luogo pensato per 'formare' ed istruire giovani orfani o accusati di piccoli crimini.
Partendo da questo presupposto, il film segue principalmente le vicende di un giovane ragazzo, Erling (ovviamente personaggio fittizio), il quale sara' il primo a segnare un cambiamento decisivo per il riformatorio-lager.
Ma partendo dal principio: il film ci introduce nel vivo della storia con una metafora crudele e barbara; quella di una balena che mori' dopo un intero giorno, essendo ferita mortalmente, perche' combatto' contro il suo destino. Alla fine lo spettatore capira' che la metafora iniziale si riferisce proprio al tragico protagonista, Erling, il quale combatto' fino alla fine per una causa giusta e legittima, contro la violenza e i soprusi ai quali era costantemente sottoposto. Catapultato nel lager giovanile dell'isola per un reato del quale non si sapra' mai quale realmente fosse, il giovane Elring non impiega troppo a mostrare il suo carattere ribelle e anticomformista e sin da subito si ribella alle severe regole del riformatorio e per cio' verra' severamente punito. Cosi, insieme agli altri ragazzi veranno impegnati in lavori manuali pesanti (come taglialegna nel bosco) oppure il rimanente tempo libero viene dedicato ad imparare a memoria sermoni e preghiere.
Ma a Erling, cio' non basta e lui ha un piano: intende scappare via dall'isola-prigione con una vecchia scialuppa in legno e fara' di tutto pur di realizzare il suo progetto. Nel frattempo continuera' a scontrarsi col severo direttore (Skarsgard) e il suo sadico braccio destro  Braaten(Joner) i quali cercano di disciplinarlo con brutali metodi degni di un lager: estenuanti (ed inutili) lavori al freddo e sotto la neve, frustate, isolamento e porzioni di cibo ridotte. Nel frattempo il ragazzo stringe amicizia con un suo coetaneo, Olav, della sua stessa camerata.
E mentre i soprusi continuano, Erling riuscira' a realizzare quasi il suo piano: il tentativo di fuga va a buon fine ma a pochi km dall'isola verra' nuovamente catturatto e riportato indietro al riformatorio.
Ma ormai Erling e' diventato per tutti i ragazzi un eroe, uno dei pochi a tentare di fuggire e ed essersi avvicinato al traguardo. Ma la calma apparente che torno' sul isola non dura a lungo: Olav presto scopre che il piccolo Ivar, uno dei ragazzi piu' piccoli ma tra i piu' timidi e introversi viene ripetutamente molestato e violentato dal crudele Braaten. E solo pochi giorni dopo il piccolo non sopportando piu'  commenti e battute cattive da parte degli altri impiegati del collegio, si lascia annegare.
Questo secondo episodio, della morte assurda di Ivar, e' cio' che fara' definitivamente prendere le redini della situazione in mano ai ragazzi
. La rivolta ha inizio e i ragazzi faranno scappare e abbandonare l'isola tutti (direttore compreso) eccetto Braaten che tortureranno col intenzione di ucciderlo.
Infne arriva sull'isola una numerosa armata dell'esercito pronti a fermare la protesta ad ogni costo.
E mentre l'esercito impone di nuovo l'ordine, i due amici, Olav e Erling, proveranno a raggiungere la terraferma camminando lungo il mare ghiacciato, sino alla tragica fine di Erling.
Il film
, che veramente e' un piccolo capolavoro nel suo genere (seppur tratta un argomento stra-sfruttato nel mondo del cinema) ha a suo vantaggio una carta vincente non da poco: i protagonisti della storia non sono i classici eroi buoni ai quali afferzionarsi. Anzi, sono cattivi e crudeli, si invidiano l'uno con l'altro, si insultano, si picchianno e in generale esprimono tutti lati oscuri e negativi del loro carattere tra loro.
Vedi Erling, il protagonista assoluto del film e' una icona piuttosto negativa, un anti-eroe
: fa a botte, e' arrogante sia con i compagni che con i superiori, provocandoli appena possibile, ed in generale non vuole nemmeno provare a ridimensionarsi. Sicuramente non rappresenta un modello da seguire, ma proprio questa e' la sua carta vincente: rappresenta bene il medio ragazzo disadattato e dal passato difficile che si e' lasciato trascinare nel mondo del crimine. Erling quindi impersona perfettamente il tipo di ragazzo che viene mandato al riformatorio per crearsi una nuova identita' sociale (alla quale il protagonista si oppone comunque).
Cosi facendo, influenza in modo irreversibile anche l'amico Olav, inizialmente ragazzo tranquillo ed ubbidiente alle severe regole del sistema, ma che successivamente prendera' la parte di Erling e' portera' avanti la rivolta studentesca.
I personaggi sono dunque ben definiti e verosimili, nonche' degli anti-eroi
.
Seconda cosa, particolarmente apprezzabile della pellicola e' rappresentare che nonostante l'ambiente ostile che circonda i protagonisti loro sono ancora in grado di coltivare sentimenti nobili
: in primis l'amicizia tra Olev e Erling, la soldarieta' (la rivolta collettiva), l'affetto (le lettere che Erling fa scrivere per la sorella) e anche la pieta' (Erling impedisce ai ragazzi di giustiziare Braaten).
Dunque si tratta di un flm drammatico molto ben fatto
, con una regia sempre attenta ai minimi particolari. Molto bella la fotografia del panorama naturale esterno al collegio che richiama fedelmente gli ambienti gelidi e cupi della Norvegia (anche se la pellicola e' stata girata interamente in Estonia).
Unica nota dolente
, a mio parere, la scena della morte di Erling la quale e' una copia esatta della scena con Jack e Rose del monumentale Titanic (di Cameron). Ma aparte questo deja vu, che possiamo ampiamente perdonare, The King of Devil's Island, resta un prodotto estremamente interessante, ben fatto e ben recitato che racconta degli eventi realmente accaduti.
Un piccolo must. Piu' che consigliato.

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