emilio zampieri
|
venerdì 14 gennaio 2011
|
una sorprendente assenza di sorprese
|
|
|
|
Come il regista Duncan Jones ha pubblicamente affermato, Gerty, il computer di bordo in Moon, è stato caratterizzato per frustrare le aspettative del pubblico. Chi si aspetta che la macchina dalla sofisticata intelligenza artificiale debba, prima o dopo, rivelarsi malvagia, resterà di stucco – a chi non viene in mente HAL 9000, l’infido supercomputer di 2001: Odissea nello spazio? Perché Gerty è “buono”, è lì solo “per aiutare”. Non ci è dato sapere perché un computer programmato con lo scopo di salvaguardare sempre e comunque la missione lunare della Lunar Enterprises dimostri di avere un cuore.
[+]
Come il regista Duncan Jones ha pubblicamente affermato, Gerty, il computer di bordo in Moon, è stato caratterizzato per frustrare le aspettative del pubblico. Chi si aspetta che la macchina dalla sofisticata intelligenza artificiale debba, prima o dopo, rivelarsi malvagia, resterà di stucco – a chi non viene in mente HAL 9000, l’infido supercomputer di 2001: Odissea nello spazio? Perché Gerty è “buono”, è lì solo “per aiutare”. Non ci è dato sapere perché un computer programmato con lo scopo di salvaguardare sempre e comunque la missione lunare della Lunar Enterprises dimostri di avere un cuore. Forse perché, come di sfuggita afferma il Sam numero 2, Gerty e i cloni mandati sulla Luna non sono programmi ma persone.
E che dire proprio del guardingo Sam 2, che non solo non ce l’ha con Sam 1, ma che addirittura gli propone di salvarsi per primo (sebbene quest’ultimo alla fine non accetterà)? Non nascondeva niente, non bluffava. E il Sam originale sulla Terra, che sentiamo solo un attimo durante la videochiamata di Sam 1 alla, se così possiamo dire, figlia? E’ veramente il Sam originale, e gli altri due sono veramente due cloni. Forse ci sarà un colpo di scena finale, Sam 2 non riuscirà a lasciare la Luna, o qualcosa di imprevisto succederà… Macchè, niente di tutto ciò. Quando Sam 2 rivela che Sam 1 è un clone (e lo è lui stesso, come capirà più tardi), fa una rivelazione semplicemente vera. Il film, da quel punto in poi, non potrebbe essere più lineare. E non è una brutta cosa. Siamo talmente assuefatti dai colpi di scena che non possiamo non apprezzare la politica di trasparenza di Jones & Co. La forza del film sta più qui che nella svolta della trama. Anche se il finale delude un po’ e ci lascia con una leggera (ma non particolarmente sgradevole) sensazione di inappagamento.
Moon è il classico “buon film”, che coinvolge, affascina (anche visivamente) ed emoziona con sobrietà. Per essere un capolavoro avrebbe dovuto andare più in profondità e diventare più complesso. Invece, lancia qualche spunto di riflessione con delicatezza e molta (forse troppa) discrezione. Ma lo fa in maniera più che onesta. Mr. Jones, buona la prima.
[-]
[+] cao emilio.......................
(di weach)
[ - ] cao emilio.......................
|
|
[+] lascia un commento a emilio zampieri »
[ - ] lascia un commento a emilio zampieri »
|
|
d'accordo? |
|
purista
|
martedì 14 giugno 2011
|
autocoscienza.
|
|
|
|
Il risveglio dell'uomo a sé stesso. Il riconoscersi limitati nelle forze e nello scopo. E' uno dei grandi traumi della vita, forse il più grande ed amaro, soprattutto per chi la ama. Guardiamoci dunque e raccogliamo i frammenti di immagine che, uno alla volta, lentamente, ci definiscono.
Un film silenzioso, desertico, che ci lascia sgomenti di fronte al potenziale e ineffabile nulla, che però nulla non è del tutto: infatti ci siamo noi. Comunque.
|
|
[+] lascia un commento a purista »
[ - ] lascia un commento a purista »
|
|
d'accordo? |
|
filippo catani
|
venerdì 28 ottobre 2011
|
ottima fantascienza
|
|
|
|
In un prossimo futuro gli uomini hanno scoperto una nuova fonte di energia data dalla Luna. Un astronauta incaricato di sorvegliare i flussi di energia tra Terra e Luna attende di avere il cambio dopo tre anni di lavoro ininterrotto lontano da casa dove ha potuto tenere conversazioni solo con il robot di bordo. A seguito di un incidente, l'uomo scoprirà di non essere solo nella base.
Formidabile esordio alla regia per Duncan Jones pluripremiato al Soundance. Il film è davvero ben confezionato e regala una piccola gemma al genere fantascientifico. Un uomo che dopo anni piano piano inizia a farsi domande su di se e la sua famiglia aiutato dal robot di bordo (che nell'originale ha la voce di Kevin Spacey).
[+]
In un prossimo futuro gli uomini hanno scoperto una nuova fonte di energia data dalla Luna. Un astronauta incaricato di sorvegliare i flussi di energia tra Terra e Luna attende di avere il cambio dopo tre anni di lavoro ininterrotto lontano da casa dove ha potuto tenere conversazioni solo con il robot di bordo. A seguito di un incidente, l'uomo scoprirà di non essere solo nella base.
Formidabile esordio alla regia per Duncan Jones pluripremiato al Soundance. Il film è davvero ben confezionato e regala una piccola gemma al genere fantascientifico. Un uomo che dopo anni piano piano inizia a farsi domande su di se e la sua famiglia aiutato dal robot di bordo (che nell'originale ha la voce di Kevin Spacey). Fino all'incredibile scoperta dei cloni presenti nella base. La clonazione umana quì è piegata a squisite logiche aziendali dovute al fatto che in questo modo non si sarebbe speso nulla per l'equipaggio ma quali danni hanno riportato questi cloni che in realtà sono persone a tutti gli effetti?. Un film che sa sollevare anche importanti dilemmi medici e che Sam Rockwell interpreta in maniera magistrale. Purtroppo all'uscita in Italia è stato distribuito in pochissime sale ma vale davvero la pena di recuperarlo e visionarlo bene.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
stefano burini
|
martedì 10 gennaio 2012
|
non vogliamo mica la luna, ci basta "moon".
|
|
|
|
Guardare i film di Duncan “Zowie Bowie” Jones e sentirsi a casa. Dannati cinefili, noi che alla fine della proiezione 9 volte su 10 diciamo che il tale film o la tale scena del film, l'avremmo girata meglio noi ad occhi chiusi, beh Duncan Jones semplicemente non si limita a dirlo, lo fa davvero: realizza il sogno di tutti i cinefili incalliti, quelli cresciuti a pane e fantascienza, con il mito dei cineasti artigiani (da Carpenter al primo Raimi), e gira film che pur avendo un marcato (e volutissimo) retrogusto di dejà vu, riescono comunque a stupirci e ad imperdirci di pronunciare quella maledetta frase. No, noi non saremmo riusciti a farli meglio né “Moon” né tantomeno “Source Code”. “Moon” ha un budget ridicolo e un solo attore (il fantastisco Sam Rockwell, ormai un'icona della fantascienza di nicchia, dopo essere stato Zaphod Beeblebrox nella riduzione filmica della “Guida Galattica per gli Autostoppisti”) in scena per il 99% della pellicola, ma ha tanta cultura filmica e tante idee grazie alle quali può permettersi di rimescolare carte già giocate in tempi lontani da gente del calibro di Stanley Kubrick, Ridley Scott e John Carpenter senza risultare ruffiano.
[+]
Guardare i film di Duncan “Zowie Bowie” Jones e sentirsi a casa. Dannati cinefili, noi che alla fine della proiezione 9 volte su 10 diciamo che il tale film o la tale scena del film, l'avremmo girata meglio noi ad occhi chiusi, beh Duncan Jones semplicemente non si limita a dirlo, lo fa davvero: realizza il sogno di tutti i cinefili incalliti, quelli cresciuti a pane e fantascienza, con il mito dei cineasti artigiani (da Carpenter al primo Raimi), e gira film che pur avendo un marcato (e volutissimo) retrogusto di dejà vu, riescono comunque a stupirci e ad imperdirci di pronunciare quella maledetta frase. No, noi non saremmo riusciti a farli meglio né “Moon” né tantomeno “Source Code”. “Moon” ha un budget ridicolo e un solo attore (il fantastisco Sam Rockwell, ormai un'icona della fantascienza di nicchia, dopo essere stato Zaphod Beeblebrox nella riduzione filmica della “Guida Galattica per gli Autostoppisti”) in scena per il 99% della pellicola, ma ha tanta cultura filmica e tante idee grazie alle quali può permettersi di rimescolare carte già giocate in tempi lontani da gente del calibro di Stanley Kubrick, Ridley Scott e John Carpenter senza risultare ruffiano. Impossibile non notare i riferimenti a “Dark Star” e a “2001 Odissea nello spazio” nelle ambientazioni e nei personaggi “sintetici”, o un accenno a quella che era la morale di fondo di Blade Runner, come pure è curioso vedere che l'estetica del film è più quella degli anni 60, che dei duemila, ma il tutto ha perfettamente senso nell'economia del film e anche se il finale forse non è del tutto all'altezza del resto del film e delle sue trovare, beh, per essere l'opera prima del figlio del Duca Bianco, non c'è proprio di che lamentarsi. E con “Source Code” il regista inglese dimostra anche di aver imparato dai propri “errori” di gioventù. Attendiamo con impazienza l'opera terza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefano burini »
[ - ] lascia un commento a stefano burini »
|
|
d'accordo? |
|
cress95
|
venerdì 11 settembre 2015
|
jones sposa introspezione e fantascienza
|
|
|
|
E il risultato è sicuramente un buon prodotto anche se non esente da alcuni grossolani difetti. Ma andiamo per ordine. Innanzitutto è bene sottolineare che "Moon" non è un fantascientifico come gli altri, sotto questo profilo, infatti, piuttosto che confezionare l'ennesima pellicola di mera fantascienza commerciale, Duncan Jones ha preferito avvalersi del genere in questione per inscenare il dramma della bipolarità dell'animo umano. La trama, infatti, ruota attorno ad un brutto incidente cui rimane vittima il protagonista, l'astronauta Sam Bell (splendidamente interpretato da Sam Rockwell), sito nella luna da tre anni per curare la raccolta di risorse energetiche, ma che gli permette di venire a capo di un orribile segreto, che lo coinvolge in prima persona: un complesso programma di clonazione umana.
[+]
E il risultato è sicuramente un buon prodotto anche se non esente da alcuni grossolani difetti. Ma andiamo per ordine. Innanzitutto è bene sottolineare che "Moon" non è un fantascientifico come gli altri, sotto questo profilo, infatti, piuttosto che confezionare l'ennesima pellicola di mera fantascienza commerciale, Duncan Jones ha preferito avvalersi del genere in questione per inscenare il dramma della bipolarità dell'animo umano. La trama, infatti, ruota attorno ad un brutto incidente cui rimane vittima il protagonista, l'astronauta Sam Bell (splendidamente interpretato da Sam Rockwell), sito nella luna da tre anni per curare la raccolta di risorse energetiche, ma che gli permette di venire a capo di un orribile segreto, che lo coinvolge in prima persona: un complesso programma di clonazione umana. Ed è proprio in seguito all'incidente che Sam fa conoscenza con Sam, suo clone dal carattere apparentemente opposto.
Jones rigetta la scontata fantascienza da "space opera" perché consapevole che la fantascienza vera e propria riposa nell'infinita desolazione dello spazio profondo e, sopratutto, nella solitudine dei protagonisti, appiglio questo da cui farne scaturire complesse riflessioni metafisiche su essere e umanità.
Ma parlando di cosa proprio non va: gli effetti speciali e la scenografia digitale sono davvero miseri. Certo, bisogna anche sottolineare che il budget di finanziamento della pellicola fu misero anch'esso (solo cinque milioni di dollari), tuttavia non dimentichiamo che "Moon" è un brillante esponente della fantascienza classe 2009, dunque alla luce di ciò non è affatto tollerabile che mostri effetti speciali inferiori ad un "Blade Runner", classe 1982, o ad un "2001: Odissea nello spazio", classe 1968 (paragoni peraltro attinenti al caso poiché grandi principali ispirazioni di Jones nella realizzazione del suo "Moon").
Non tralasciamo poi neanche una certa lentezza di fondo, che dà adito a brutti momenti di stanca, i quali proprio stonano con i più basilari canoni della fantascienza. Forse nella sua cospicua emulazione del capolavoro del Kubrik, Jones avrà fatto il passo più lungo della gamba, chissà.
Per quanto concerne il comparto sonoro nulla da eccepire circa la colonna sonora firmata Clint Mansell, capace di accompagnare perfettamente l'andamento drammatico della vicenda e il crescendo di pathos.
In conclusione ritengo che, nonostante i suoi evidenti difetti, "Moon" non sia un prodotto fallito da mettere al bando, piuttosto, come primo lungometraggio del giovane regista britannico (che fino ad allora si era occupato esclusivamente di regia pubblicitaria) riesce a trasmettere efficacemente il suo seppur criptico messaggio e, perché no, a donare dell'intrattenimento godibile sotto il nome di un genere come la fantascienza che di qualità, oggigiorno, può vantarne davvero ben poca.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cress95 »
[ - ] lascia un commento a cress95 »
|
|
d'accordo? |
|
nalipa
|
mercoledì 22 settembre 2010
|
da 2001 a moon
|
|
|
|
Inevitabile il paragone.
Bravissimo Sam Rockwell.
Un austronauta americano dopo aver vissuto tre anni su una centrale energetica lunare deve tornare sulla terra.
Quando mancano due settimane al suo rientro l'austronauta Sam Bell finisce sotto una frana e al suo risveglio nonostante Gerty,
il robot che gli ha fatto compagnia durante i tre anni che é capace anche di sentimenti,
faccia di tutto per impedirglilo, torna sul posto dove é avvenuto l'incidente.
Nel mezzo abbandonato vede un ferito e scopre essere un altro se stesso.
|
|
[+] lascia un commento a nalipa »
[ - ] lascia un commento a nalipa »
|
|
d'accordo? |
|
asdrubale
|
venerdì 24 settembre 2010
|
film coraggioso ed intenso
|
|
|
|
Bel film. La trama non è niente di particolarmente sconvolgente nè riserva inaspettati colpi di scena, mentre ciò che colpisce di più è come il tutto viene affrontato e come il film riesca a trasmettere quel senso di angoscia ed immerga in quell'ottica straniante che ormai sembra possibile trovare solamente in questo genere di film. Naturalmente le atmosfere non sono "originali" e in questo senso i debiti nei confronti di "odissea nello spazio" sono numerosi (i tempi volutamente dilatati, i silenzi pesanti e spaventosi, l'inteligenza artificiale ecc..) ma tutto ciò non pesa sulla pellicola, anzi, visto come vengono attualmente ignorate le grandi opere, ben vengano operazioni del genere! Molto bello anche l'utilizzo di Gerty che, se inizialmente sembra una brutta copia di Hal9000 con gli smile, dimostra in seguito un "carattere" decisamente diverso ma altrettanto affascinante.
[+]
Bel film. La trama non è niente di particolarmente sconvolgente nè riserva inaspettati colpi di scena, mentre ciò che colpisce di più è come il tutto viene affrontato e come il film riesca a trasmettere quel senso di angoscia ed immerga in quell'ottica straniante che ormai sembra possibile trovare solamente in questo genere di film. Naturalmente le atmosfere non sono "originali" e in questo senso i debiti nei confronti di "odissea nello spazio" sono numerosi (i tempi volutamente dilatati, i silenzi pesanti e spaventosi, l'inteligenza artificiale ecc..) ma tutto ciò non pesa sulla pellicola, anzi, visto come vengono attualmente ignorate le grandi opere, ben vengano operazioni del genere! Molto bello anche l'utilizzo di Gerty che, se inizialmente sembra una brutta copia di Hal9000 con gli smile, dimostra in seguito un "carattere" decisamente diverso ma altrettanto affascinante. Il messaggio etico infine è chiaro ma per niente pesante e grazie a dio il regista evita di calcare la mano con moralismi da 4 soldi, lasciando invece parlare i fatti. Consigliato a tutti gli amanti della Fantascienza e del grande Cinema.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a asdrubale »
[ - ] lascia un commento a asdrubale »
|
|
d'accordo? |
|
il ciadiano
|
martedì 29 marzo 2011
|
disumanizzare l'uomo o umanizzare le macchine?
|
|
|
|
Cosa piace in questo film? L'umanità di tutti i personaggi presenti nella base lunare, compreso il robot Gerty, forse il più umano di tutti. I "non-umani" sono relegati nella zona d'ombra del film, ma fanno sentire la loro presenza. I tre astronauti dell' "equipaggio di salvataggio" e soprattutto la Lunar, la compagnia che fornisce elio3 per il consumo energetico terrestre. I tempi rallentati, i richiami ad altri capolavori della fantascienza non fanno altro che aggiungere fascino a questo film.
Una scienza inumana che asserve l'uomo al potere economico o una scienza così umana da umanizzare le macchine? Questa è la grande scelta che deve fare l'umanità, simbolizzata dal finale che, dobbiamo dire, è sottotono rispetto al resto del film.
[+] ciao cialdino bravo
(di weach)
[ - ] ciao cialdino bravo
|
|
[+] lascia un commento a il ciadiano »
[ - ] lascia un commento a il ciadiano »
|
|
d'accordo? |
|
geppi
|
martedì 18 gennaio 2011
|
consigliato
|
|
|
|
Raramente un film riesce a trasmettere uno stato d'animo. Moon ci riesce, trasmettendo la solitudine, la desolazione, le aspettative, l'ansia, la nostalgia, lo sgomento del protagonista. Per fare buon cinema non servono milioni di dollari di effetti speciali (vedi Avatar) ma basta una buona idea, una buona sceneggiatura, buoni attori e un buon direttore della fotografia. Moon ce li ha tutti. Consigliato.
[+] condivido tutto
(di weach)
[ - ] condivido tutto
|
|
[+] lascia un commento a geppi »
[ - ] lascia un commento a geppi »
|
|
d'accordo? |
|
roberto bracciante
|
domenica 15 agosto 2010
|
uno, nessuno centomila (cloni)
|
|
|
|
Sam, un impiegato di una società mineraria lavora da quasi tre anni da solo su una stazione perduta nella spazio. Unica compagnia un computer che lo accudisce amorevolmente. E tutto quello che costituisce la sua dignità di essere umano, i suoi affetti più cari, i ricordi della sua vita precedente appesi alle pareti come foto, in qualche videomessaggio ricevuto dalla terra, e in qualche souvenir. Una vita terrestre che sembra essere di nuovo ad un passo, per la fine vicina del contratto triennale di lavoro spaziale. Questa premessa narrativa fa scattare nello spettatore un transfert istantaneo, cieco e appassionato. Ma nello sviluppo della storia si realizza un secondo e più profondo sentimento di identificazione e solidarietà col protagonista: Sam incontra un suo doppio, e capisce che in realtà anche lui è solo un clone che viene rimpiazzato ogni volta che sia necessario, alla stregua di ogni altro componente della base.
[+]
Sam, un impiegato di una società mineraria lavora da quasi tre anni da solo su una stazione perduta nella spazio. Unica compagnia un computer che lo accudisce amorevolmente. E tutto quello che costituisce la sua dignità di essere umano, i suoi affetti più cari, i ricordi della sua vita precedente appesi alle pareti come foto, in qualche videomessaggio ricevuto dalla terra, e in qualche souvenir. Una vita terrestre che sembra essere di nuovo ad un passo, per la fine vicina del contratto triennale di lavoro spaziale. Questa premessa narrativa fa scattare nello spettatore un transfert istantaneo, cieco e appassionato. Ma nello sviluppo della storia si realizza un secondo e più profondo sentimento di identificazione e solidarietà col protagonista: Sam incontra un suo doppio, e capisce che in realtà anche lui è solo un clone che viene rimpiazzato ogni volta che sia necessario, alla stregua di ogni altro componente della base. I suoi ricordi sono finti, frutto di un memoria precostruita, posseduta dall'individuo di partenza nella clonazione. Il colpo di scena schianta il protagonista come lo spettatore. Sam ha qui uno scatto di rivolta e decide di affermare la propria dignità di essere umano, cercando di tornare comunque sul pianeta che lo ha generato per vivere la sua vita. La solidarietà umana che scatta tra i due cloni, l'intelligenza affinata dall'istinto di sopravvivenza, l'amorevolezza e il rispetto tra l'uomo e la macchina computer della stazione costituiscono una specie di elogio dei sentimenti e delle virtù umane vincitrici anche in una tale situazione limite.
Un film che nel registro del film di fantascienza, di cui utilizza con arte gli stilemi migliori, mischia thriller e speculazione psicologica.
Esteticamente molto colto e ben fatto, solido e convincente nei suoi contenuti. Da vedere assolutamente, e non solo per gli appassionati del genere.
E'un piacere notare che nonostante tutto i supereroi sbaragliabotteghino non siano ancora riusciti a ricoglionire tutti i registi di film.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a roberto bracciante »
[ - ] lascia un commento a roberto bracciante »
|
|
d'accordo? |
|
|