Moon

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Un film di Duncan Jones. Con Sam Rockwell, Kevin Spacey, Dominique McElligott, Kaya Scodelario, Matt Berry.
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Fantascienza, durata 97 min. - Gran Bretagna 2009. - Sony Pictures Italia uscita venerdì 4 dicembre 2009. MYMONETRO Moon * * * 1/2 - valutazione media: 3,84 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

C'E' LA FORZA DEL CINEMA SU QUELLA LUNA! Valutazione 4 stelle su cinque

di Antonio Montefalcone


Feedback: 23305 | altri commenti e recensioni di Antonio Montefalcone
giovedì 6 ottobre 2011

Il film è un viaggio metafisico in un raffinato gioco di specchi. Il protagonista Sam, un’astronauta isolato su una base lunare, è un clone, una copia di un modello originale. Nel suo tempo la Luna non è più un luogo di conquista, ma di sfruttamento energetico. Non è più un fine storico, ma un mezzo di sopravvivenza e segno d’involuzione dell’umanità. Similmente anche l’uomo non sfrutterà più se stesso, ma dei cloni; perché la Terra si è impoverita di energia, ma soprattutto di etica e morale. Sfrutta suoli e corpi, ma relega nell’oblio anime e ideali di elevazione civile. L’ambientazione nel lato oscuro della Luna lo simboleggia, ma al tempo stesso è anche il terreno verso la verità. Il continuo andare avanti, sempre oltre l’orizzonte, della vettura guidata da Sam, rimanda a questo desiderio di consapevolezza. Diventa il motore della ricerca. Ricerca, però, sempre originata, sviluppata, ispirata, da un altro fondamentale nucleo narrativo: le immagini. Che siano false o vere, poco importa, interessa il loro ruolo di aiuto per Sam: sarà l’allucinazione a provocare l’incidente che comporta l’entrata del nuovo clone. Sono i video-messaggi dalla Terra che lo inducono a scoprire il predecessore. I filmati registrati a svelare la stanza segreta con i cloni. E’ la video-telefonata alla figlia ad aprirgli gli occhi. Tutto è movimento e immagine: le essenze del cinema. Il cinema, infatti, è macchina di illusioni e di riproducibilità infinita di immagini. La ripetizione dei cloni in questo film ne è la perfetta metafora. Su questa allegoria, su quest’altro gioco di specchi, scaturisce la riflessione tematica dell’opera: tutto è illusorio, lo sono i sentimenti e i ricordi di Sam, lo sono la sua identità e unicità. C’è solo la riproduzione sempre identica a se stessa e sempre vuota, di qualcosa o qualcuno non raggiungibile, invisibile, ma percepibile nella sua mancanza. Sam non è solo ingannato, ma è un inganno: si crede qualcuno che in realtà non è. A tal proposito efficaci sono le simbologie che lo evocano: dal vuoto oscuro del cosmo al silenzioso e cadaverico paesaggio lunare, dal buio del mistero alla luce diffusa degli interni, dal pianto soffocato di Rockwell all’asettica base lunare. Stilisticamente tutto contribuisce ad una introspezione romantica, persino il ritmo, il tocco pudico e dolce della regia, la cinepresa angolata, schiacciata dai soffitti, limitata nei movimenti. L’esordiente Duncan Jones sa trasmettere con sobria naturalezza e sensibilità, quest’innocenza offesa, questa tragedia colma di lirismo straziato e toccante. Nel finale la regia, come Sam, si allontana dall’orizzontalità della visione e approda alla sua verticalità. Sam s’inoltra prima verso il basso, nella camera segreta; poi si innalza verso il cielo, e approda a una più matura presa di coscienza. E qui ritorna anche il satellite terrestre: da ciò che inizialmente era, un oggetto, diventa ora soggetto, in una nuova significazione. La Luna è come i cloni: vuota, marginale e incompleta. Ma grazie alla matura presa di coscienza di Sam, alla fine si renderanno dignitosi e vincenti verso il genere umano. Perché per mezzo loro l’umanità terrestre capirà quanto sia fortunata a poter continuare ad essere (se solo lo volesse!) ciò che né la Luna, né i Sam (se non nei loro desideri) saranno mai: unici, completi, durevoli. E’ questo alla fine il senso del viaggio. E’ questo che guarda la Terra se si osserva dal suo satellite.
 

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weach domenica 13 novembre 2011
notevole
92%
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8%

gioco di specchi come dalla tua recensione;veramente analitica, riflessina ; una delle possibili, tante letture , comunque in questo caso ben argomentata , intensa , profonda.complimenti

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weach domenica 4 dicembre 2011
bravo!!!!!!!!! Valutazione 0 stelle su cinque
92%
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8%

eccellente meriti tutta l'attenzione possibile e la tua lettura è condivisibile !!!!!!!

[+] grazie! (di antonio montefalcone)
[+] spoiler (di the factory)
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the factory venerdì 5 giugno 2015
recensire non vuol dire raccontare!
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0%

Volevo guardare il film, ma grazie ha te (che purtroppo sei in buona compagnia) non lo guarderò visto che, nonostante stia bene attento a dare un'occhiata alle pseudo recensioni, mi hai fregato subito alla prima riga (è un clone...).Quando imparerete che recensire un film non vuol dire raccontarne la trama per filo e per segno?

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antonio montefalcone domenica 7 giugno 2015
leggete questa recensione dopo aver visto il film
0%
No
0%

The Factory non hai torto, nella mia recensione ci sono degli spoiler. Questa recensione è uno stralcio di un piccolo saggio che avevo scritto anni fa sull'analisi del film in questione, poi mandato a un concorso di critica cinematografica. Lì, e nelle mie intenzioni originarie, si rivolgeva a chi il film l'aveva già visto. Quando l'ho pubblicata qui, molto ingenuamente, ho dimenticato di avvisare gli utenti che questa recensione doveva essere letta solo dopo aver visto il film. Chiedo venia! Poi, so bene anch'io che recensire non vuol dire raccontare; però, è bene anche sapere che quando si va ad analizzare un film sotto vari aspetti, fuoriescono i riferimenti a certe scene e parti narrative e quindi, anche solo a livello allusivo, diventa quasi inevitabile la loro presenza. [+]

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