Flash Forward

Meglio non conoscere il proprio destino

Ora si può dormire tranquilli: svelato il finale di "Lost", è tempo di mettere la parola fine anche alla saga erede naturale, "Flash forward". Conoscere il proprio futuro per cambiare il corso delle cose sarebbe fantastico, ma il destino è un affare complicato. C' è il partito degli artefici del proprio destino, e quello dei fatalisti. Un proverbio arabo dice che "Tutto è scritto", nella fiction gli sceneggiatori sono partiti da una domanda: cosa succederebbe se all' improvviso per un intervallo di due minuti e 17 secondi, l' umanità avesse una visione del proprio futuro? (Un futuro prossimo, sei mesi dopo). La proiezione del film della propria vita lascia di sale: il destino ha riservato ad alcuni dolore e lacrime, ad altri sogni realizzati. Può mancare un agente dell' Fbi per capire cosa sta succedendo? Naturalmente no, e il nostro, Joseph Fiennes, ha la faccia color stracchino: parla con chi si è confrontato con fallimenti o successi e cerca di fare ordine. La morale, a trovarne una, è che forse - visto che il lieto fine non è più previsto neanche al cinema, bei tempi - è meglio non conoscere il proprio destino.
Da La Repubblica, 22 maggio 2010


di Silvia Fumarola, 22 maggio 2010