nino p.
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domenica 1 marzo 2009
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un buon esordio di muccino regista.
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Da almeno 10 anni ogni volta che esco dalla sala cinematografica dopo aver visto, in genere, un film italiano sia comico che drammatico, l'impressione che mi resta è quello di definirlo discreto anche se in me non percepisco un particolare entusiasmo. Questo film di Muccino non solo mi è piaciuto ma l'ho pure aggiunto alla mia collezione di DVD. Bravo Silvio nel non imbastire la sola commediola amorosa, ma bensì una trama che pur essendo prevalentemente di genere sentimentale racchiude elementi riflessivi squisitamente originali e ben rappresentati. La trama infatti ha come argomentazione problematiche giovanili messe in evidenza senza nessuna pretesa intellettuale ma di genuino realismo ed il tutto ambientato nella eterogenea metropoli della capitale romana nella quale evidentemente c'è posto per una serie infinita di situazioni e personaggi; bravo Muccino, ottima prova di regista e mi raccomando continua con questo stile.
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Da almeno 10 anni ogni volta che esco dalla sala cinematografica dopo aver visto, in genere, un film italiano sia comico che drammatico, l'impressione che mi resta è quello di definirlo discreto anche se in me non percepisco un particolare entusiasmo. Questo film di Muccino non solo mi è piaciuto ma l'ho pure aggiunto alla mia collezione di DVD. Bravo Silvio nel non imbastire la sola commediola amorosa, ma bensì una trama che pur essendo prevalentemente di genere sentimentale racchiude elementi riflessivi squisitamente originali e ben rappresentati. La trama infatti ha come argomentazione problematiche giovanili messe in evidenza senza nessuna pretesa intellettuale ma di genuino realismo ed il tutto ambientato nella eterogenea metropoli della capitale romana nella quale evidentemente c'è posto per una serie infinita di situazioni e personaggi; bravo Muccino, ottima prova di regista e mi raccomando continua con questo stile.
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pennysilvian84
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martedì 19 febbraio 2008
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l'esordio di muccino jr
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Sensuale, penetrante, emozionante. Ecco in tre parole il primo film di Silvio Muccino, uscito nelle sale il 14 febbraio scorso. Muccino fa della sua opera prima un sunto di simbolismi e di richiami a registi e musicisti che hanno segnato la sua carica vita di ventiseienne.
Figlio del cinema moderno, Muccino riesce a conciliare il tormento giovanile per un amore apparentemente immacolato con la possibilità di rinascita in una società scoppiata e segnata a sangue dalle frenesie dei giovani bene calati nello scenario di una Roma da sniffare e da vivere all’estremo.
Non c’è nulla del qualunquismo e del banale in questo film, che profuma d’amore e di erotismo.
Laddove il dialogo langue si lascia spazio ai virtuosismi della cinepresa che scava nell’intimità, che mostra sfacciatamente la debolezza del protagonista Sasha (Silvio Muccino) asfissiato da una vita e dal passato, che si attacca morbosamente all’elegante Nicole (Aitana Sanchez-Gijòn) che gli insegna l’arte della seduzione e del vivere, insegnamenti dei quali non sa nulla lei stessa.
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Sensuale, penetrante, emozionante. Ecco in tre parole il primo film di Silvio Muccino, uscito nelle sale il 14 febbraio scorso. Muccino fa della sua opera prima un sunto di simbolismi e di richiami a registi e musicisti che hanno segnato la sua carica vita di ventiseienne.
Figlio del cinema moderno, Muccino riesce a conciliare il tormento giovanile per un amore apparentemente immacolato con la possibilità di rinascita in una società scoppiata e segnata a sangue dalle frenesie dei giovani bene calati nello scenario di una Roma da sniffare e da vivere all’estremo.
Non c’è nulla del qualunquismo e del banale in questo film, che profuma d’amore e di erotismo.
Laddove il dialogo langue si lascia spazio ai virtuosismi della cinepresa che scava nell’intimità, che mostra sfacciatamente la debolezza del protagonista Sasha (Silvio Muccino) asfissiato da una vita e dal passato, che si attacca morbosamente all’elegante Nicole (Aitana Sanchez-Gijòn) che gli insegna l’arte della seduzione e del vivere, insegnamenti dei quali non sa nulla lei stessa. Uno scontro del destino e l’ostentazione della sofferenza usata per cercare di parlare d’amore sono i cardini attorno ai quali ruota il film, che si dimena tra la ricerca del puro e l’estremismo di una società che si lascia andare, che puzza di compromesso e di alcool, di poker e di bugie, di droga e di sesso. Benedetta (Caroline Crescentini), sturm und drung, di Sasha, è simbolo emblematico di un mondo dal quale il protagonista tenterà di uscire con l’aiuto di Nicole e del cane Oliva.
La tecnica di ripresa è buona, nuova, fresca ed incastonata in un modo di raccontare in crescendo che nulla lascia all’immaginazione. Un film diretto, onesto e sincero in cui Silvio Muccino racconta un po’ di sé e mostra un po’ degli altri. Nel complesso il lungometraggio merita la promozione. È un prodotto di qualità del cinema italiano, che ora come non mai riesce a creare articoli di valore.
Un cast di attori di nuova generazione e non solo. Aitana Sanchez-Gijòn è un’attrice già affermata mentre Carolina Crescentini si riscopre in un ruolo molto difficile al quale lascia la giusta intensità. Ottima l’interpretazione di Geraldine Chaplin, figlia dell’omonimo Charlie, tuttavia non molto incisiva a causa dell’unica pecca della pellicola, cioè l’uso inconscio del sottinteso e del “non-detto”. Per chi non ha letto il libro, infatti, scritto dallo stesso Muccino con Carla Evangelista, non è facile interpretare le sfumature tracciate dal regista e quindi dare la giusta importanza al ruolo della Chaplin. Muccino scrittore, attore, sceneggiatore e regista: ottimo curriculum per il cinefilo “fratello d’arte” che non smette di stupire e che sicuramente ci regalerà qualche altra soddisfazione.
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maryluu
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lunedì 18 febbraio 2008
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l'esordio di silvio muccino
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Devo dire che Silvio Muccino ha sorpreso tutti con questo suo primo esordio da regista. Avendo letto il libro ero già preparata sull'interessante trama ma non credevo che la ricostruzione in certe parti potesse essere migliore dello stesso libro. La storia è molto emozionante. Non è una banale storiella d'amore ma una storia valida, coinvolgente, reale. Una storia che tocca temi sociali attuali e drammatici, soprattutto il fragile mondo dei tossicodipendenti. Un grande applauso va a Aitana Sánchez-Gijón, vero fulcro del film e a Carolina Crescentini, che dimostra grande talento e anche versatilità vista la capacità di rappresentare nella sua carriera cinematografica ruoli molto diversi. Ho trovato un eccellente Muccino-attore anche se talvolta troppo forzato, poco vero.
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Devo dire che Silvio Muccino ha sorpreso tutti con questo suo primo esordio da regista. Avendo letto il libro ero già preparata sull'interessante trama ma non credevo che la ricostruzione in certe parti potesse essere migliore dello stesso libro. La storia è molto emozionante. Non è una banale storiella d'amore ma una storia valida, coinvolgente, reale. Una storia che tocca temi sociali attuali e drammatici, soprattutto il fragile mondo dei tossicodipendenti. Un grande applauso va a Aitana Sánchez-Gijón, vero fulcro del film e a Carolina Crescentini, che dimostra grande talento e anche versatilità vista la capacità di rappresentare nella sua carriera cinematografica ruoli molto diversi. Ho trovato un eccellente Muccino-attore anche se talvolta troppo forzato, poco vero. Un encomio va anche alla spendida fotografia, alle ambientazioni e alla struttura realizzata tecnologicamente di alcune scene importanti. Davvero ben fatta. Qualche difettuccio l'ho trovato nella noiosità di alcune scene, troppo lente. Nel complesso un film più che discreto. Consigliato!
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evitigna
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domenica 2 marzo 2008
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la "leggerezza" è una conquista dell'età...
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Che noia i vent'anni tronfi e pesanti di Silvio Muccino! Ci si sente costretti dalla seconda mezz'ora fino alla fine del film a sfogliare un album di citazioni cinematografiche mal riproposte, ridondanti e pretestuose. Il tutto condito da una sfilza di dialoghi nasali scontati e ovvi come l'effetto dell'alcol a stomaco vuoto. Pathos non pervenuto, nonostante lo sforzo di una recitazione esasperata e inutilmente fuori dalle righe. Interni ed esterni di una Roma inesistente e in perenne sdoppiamento di identità, quando gotica, quando barocca, quando boh... feste in maschera che manco Eyes Wide Shut, perle di saggezza femminile prive di riscontri reali tipo "Guarda che quando lo levi (il trucco) bucia".
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Che noia i vent'anni tronfi e pesanti di Silvio Muccino! Ci si sente costretti dalla seconda mezz'ora fino alla fine del film a sfogliare un album di citazioni cinematografiche mal riproposte, ridondanti e pretestuose. Il tutto condito da una sfilza di dialoghi nasali scontati e ovvi come l'effetto dell'alcol a stomaco vuoto. Pathos non pervenuto, nonostante lo sforzo di una recitazione esasperata e inutilmente fuori dalle righe. Interni ed esterni di una Roma inesistente e in perenne sdoppiamento di identità, quando gotica, quando barocca, quando boh... feste in maschera che manco Eyes Wide Shut, perle di saggezza femminile prive di riscontri reali tipo "Guarda che quando lo levi (il trucco) bucia". Ma quando mai? Al massimo la matita nera nell'occhio brucia mentre la metti... La sensazione è che il film del muccinetto sia come il muro della casa-teatro della sapientona e annoiata Nicole: vecchio, senza intonaco e pieno di buchi, meglio non metterci la mano sopra, potrebbe sgretolarsi. La ricca Benedetta ha le occhiaie e una sfilza di amici pallidi come cadaveri e a parte qualche parolaccia ben scandita non si capisce tantissimo quando parla. Il tuffo del bimbo Sasha tra le braccia della mamma mancata Nicole chiude un'iberbole coi fuochi d'artificio. Durante la scena d'amore finale tra labbra incrociate, arti avvolti, capezzoli spuntanti, ti chiedi: prenderanno un'altra cagnetta che faccia compagnia alla tenera Oliva? Che colpo di scena se la chiamassero Ascolana...
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lupius
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mercoledì 19 gennaio 2011
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vergogna
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Il film di Muccino Jr. è carente sotto ogni punto di vista. A prescindere dalle molte scene di sesso, che non sfiorano mai la sensualità e la poesia restando semplicemente voyeristiche, le situazioni sono costruite con tale semplicismo da non riuscire mai a capire le vere ragioni delle scelte dei personaggi. Spesso urla, respiri affannati e scatti d'ira non hanno una spiegazione; la regola di azione e reazione è quasi sempre ignorata e così sembra che le conseguenze di un gesto siano prive di eco nello sviluppo della scena. Tutto è talmente costruito intorno alla macrostoria della moltitudine di sofferenze da non lasciare spazio a ciò che ogni singola scena racconta, rendendone alcune completamente inutili.
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Il film di Muccino Jr. è carente sotto ogni punto di vista. A prescindere dalle molte scene di sesso, che non sfiorano mai la sensualità e la poesia restando semplicemente voyeristiche, le situazioni sono costruite con tale semplicismo da non riuscire mai a capire le vere ragioni delle scelte dei personaggi. Spesso urla, respiri affannati e scatti d'ira non hanno una spiegazione; la regola di azione e reazione è quasi sempre ignorata e così sembra che le conseguenze di un gesto siano prive di eco nello sviluppo della scena. Tutto è talmente costruito intorno alla macrostoria della moltitudine di sofferenze da non lasciare spazio a ciò che ogni singola scena racconta, rendendone alcune completamente inutili.
Insomma, la fin troppa voglia di Muccino di far volteggiare la macchina da presa intorno a sé l'ha spinto fuori dal raccontare qualcosa, rendendo il tema ridondante e talvolta ossessivo. Forse dovrebbe fermarsi un istante e cercare di capire se la strada di attore/regista è veramente quella giusta da seguire...
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nico
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domenica 17 febbraio 2008
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senza alibi
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il film va avanti per percorsi narrativi scollegati tra di loro alla facile ricerca di universi giovanili di carta fatti di mondi e personaggi alla deriva..cose già viste e ancora in maniera pessima in come tu mi vuoi..gli attori non sanno recitare e la cosa mi stupisce e non con ironia..speravo k la crescentini fosse più dell'asia argento bionda k vuole essere all'estremo a tutti i costi e muccino tranne k in manuale d'amore dove sembrava un impacciato pieraccioni (ank x via di veronesi) pensavo fosse un discreto attore..troppo presto per una prova da buon attore (la prossemica in scena era degna dei teatri da scuola media) e ancora di più da buon regista (come sempre applausi per muccino fratello).
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il film va avanti per percorsi narrativi scollegati tra di loro alla facile ricerca di universi giovanili di carta fatti di mondi e personaggi alla deriva..cose già viste e ancora in maniera pessima in come tu mi vuoi..gli attori non sanno recitare e la cosa mi stupisce e non con ironia..speravo k la crescentini fosse più dell'asia argento bionda k vuole essere all'estremo a tutti i costi e muccino tranne k in manuale d'amore dove sembrava un impacciato pieraccioni (ank x via di veronesi) pensavo fosse un discreto attore..troppo presto per una prova da buon attore (la prossemica in scena era degna dei teatri da scuola media) e ancora di più da buon regista (come sempre applausi per muccino fratello)..
lo spunto per la storia è buono ma i percorsi narrativi non vengono per niente analizzati a fondo (se fose stato fatto sarebbe stata una bella pellicola) invece si scopre in gio per le strade del film k sasha (quasi quasi melgio il nome oliva) in passato era un giocatore e senza neank troppa attenzione nel renderlo così come era interessante il passato dell'altra protagonista..sull'orlo di una crisi di nervi gli altri personaggi finti e senza spessore nè a livello di carattere nè ancora una volta recitativo k si affacciano nella pellicola cercando un colpo ad effetto (come l'ultimo faccia a faccia) ma non colpendo per niente e anzi aumentando una dose di nervosismo crescente (e meno male k non ho letto il libro) sul filo di pellicole finte trash e citando fin troppi film nelle varie fasi del lungometraggio..
peccato perkè muccino di strada ne ha ancora tanta da fare fino a trovare un proprio stile recitativo e ancora di più alla giusta età cimentarsi con la makkina da presa..ancora di più diventando silvio muccino e non il fratello di liberandosi del fardello pesante della parentela. in bocca al lupo magari per il futuro. e soprattutto sperando in nuovi attori emergenti degni di tale nome.
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il caimano
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domenica 10 febbraio 2008
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facile distruggerlo....
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Si tratta del film d'esordio di Silvio Muccino, tratto dal suo omonimo libro scritto insieme a Carla Vangelista, qui in veste di sceneggiatrice insieme allo stesso Muccino). La storia è lineare: il ventenne Sasha (Silvio Muccino) reduce da un passato di abbandoni e sofferenza, incontra per caso la bella quarantenne Nicole (Aitana Sanchez Gijon), con la quale nasce una bella amicizia: grazie ai suoi consigli Sasha vorrebbe un giorno sedurre Benedetta (Carolina Crescentini), una giovane ragazza ricca e viziata, una gran baldracca.
Il film è meno peggio di quanto ci si aspetterebbe. Punti di forza: 1) un gusto non comune per un esordiente per l'eleganza delle immagini, patinate, ma con stile (vedi la scena del rave in maschera); 2) la fotografia, si richiama ovviamente a quanto detto poco fa, impeccabile; 3) la recitazione dei protagonisti: Silvio Muccinosi sforza, Aitana è brava ma non mi comunica granchè, mentre la Crescentini, bella e spontanea; 4) i dialoghi: banali solo a tratti; 5) musica facile facile, ma bella
Punti di debolezza: 1) la storia è risaputa e telefonata; 2) Muccino dovrebbe fare un corso di umiltà in dispese: presente dall'inizio alla fine, non c'è una sequenza dove non compaia, e tra l'altro spesso lo fa nudo/seminudo, con un asciugamano per fa vedere la mercanzia (ci scommetterei: tutta farina del sacco degli steroridi.
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Si tratta del film d'esordio di Silvio Muccino, tratto dal suo omonimo libro scritto insieme a Carla Vangelista, qui in veste di sceneggiatrice insieme allo stesso Muccino). La storia è lineare: il ventenne Sasha (Silvio Muccino) reduce da un passato di abbandoni e sofferenza, incontra per caso la bella quarantenne Nicole (Aitana Sanchez Gijon), con la quale nasce una bella amicizia: grazie ai suoi consigli Sasha vorrebbe un giorno sedurre Benedetta (Carolina Crescentini), una giovane ragazza ricca e viziata, una gran baldracca.
Il film è meno peggio di quanto ci si aspetterebbe. Punti di forza: 1) un gusto non comune per un esordiente per l'eleganza delle immagini, patinate, ma con stile (vedi la scena del rave in maschera); 2) la fotografia, si richiama ovviamente a quanto detto poco fa, impeccabile; 3) la recitazione dei protagonisti: Silvio Muccinosi sforza, Aitana è brava ma non mi comunica granchè, mentre la Crescentini, bella e spontanea; 4) i dialoghi: banali solo a tratti; 5) musica facile facile, ma bella
Punti di debolezza: 1) la storia è risaputa e telefonata; 2) Muccino dovrebbe fare un corso di umiltà in dispese: presente dall'inizio alla fine, non c'è una sequenza dove non compaia, e tra l'altro spesso lo fa nudo/seminudo, con un asciugamano per fa vedere la mercanzia (ci scommetterei: tutta farina del sacco degli steroridi.....) e magari bagnato.
in definitiva si tratta di un'operina di poche pretese (si spera per Muccino), ma sarebbe troppo facile sparare a zero: ci si poteva aspettare di peggio da un esordiente, soprattutto da Muccino.
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francesco cerminara
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lunedì 13 agosto 2007
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l' inizio di un successo
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Silvio Muccino è una delle figure di maggior talento del cinema italiano di oggi.
Intelligente, colto, scaltro.
Come attore ha saputo raccontare, sotto l' abile regia del fratello, i problemi, le speranze dei giovani oggi, senza cadere nella banalità.
Ha interpretato personaggi complessi dal punto di vista psicologico, mai ruoli semplici.
E' potuto così crescere l' artista che si celava sotto i capelli arruffati e un accenno di baffi.
Fare il regista è diverso. E' un mestiere ricco di stimoli e di responsabilità.Bisogna essere in simbiosi con altri competenti in diversi campi.
Silvio è pronto, non ha paura.
[+] sei suo cugino?
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(di federico fellini)
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(di anonimo522811)
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(di marquise)
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(di madai)
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[+] hauhauhauha
(di crack)
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[+] colonizzati culturalmente rambo fa schifo
(di anonimo561075)
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[+] frank sei un ignorante
(di madai)
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(di il cinema zero)
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[+] allora...
(di gaietta91)
[ - ] allora...
[+] permettimi di dirti che c'hai capito poco
(di paioco89)
[ - ] permettimi di dirti che c'hai capito poco
[+] pazzia assoluta
(di whitemary)
[ - ] pazzia assoluta
[+] dovrebbe averne di paura
(di giulia)
[ - ] dovrebbe averne di paura
[+] peccato
(di salvoroma)
[ - ] peccato
[+] silvio ma sei proprio tu?
(di stefano)
[ - ] silvio ma sei proprio tu?
[+] per anonimo anticinemaamericano
(di frankwest)
[ - ] per anonimo anticinemaamericano
[+] ................leggi..........
(di pipparolen)
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[+] talento? maturo ? pronto?
(di fabrizio)
[ - ] talento? maturo ? pronto?
[+] cultura neorealista
(di frank)
[ - ] cultura neorealista
[+] ironico
(di dissident)
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