Cloverfield |
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Un film di Matt Reeves.
Con Lizzy Caplan, Jessica Lucas, T.J. Miller, Michael Stahl-David, Mike Vogel.
continua»
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 85 min.
- USA 2008.
- Universal Pictures
uscita venerdì 1 febbraio 2008.
MYMONETRO
Cloverfield ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Un buon film ma con tanti perché
di Adeli182Feedback: |
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martedì 5 febbraio 2008 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Una parte della storia del cinema questo film sicuramente l'avrà conquistata. L'idea di riprendere tutto tramite telecamera è stata geniale. I tremolii si concentrano solamente all'inizio, nelle scene calme (durante le quali penso che le prime file del cinema abbiano avuto dei grossi mal di testa) ma poi, esplosioni o scosse permettendo, le riprese sono più che lineari; anzi, i movimenti della telecamera contribuiscono notevolmente a far sentire lo spettatore al centro della scena; lì, in quella New York che si distruggeva pian piano. Ma non bisogna limitarsi solo al metodo di ripresa, perché l'innovazione è anche altrove. E' un film particolare, fuori dagli ordinari schemi nei quali si presenta un mostro, lo si incattivisce, lo si trasporta in una ridente e spensierata città, lo si lascia distruggere e mangiare per spazzare quel minimo senso di ingiustizia che qualcuno può provare e poi arrivano i "nostri", che con bombe, aerei e laser vari lo annientano facendo vivere felici e contenti i protagonisti che durante il film, mentre schivano proiettili e morsi si innamorano teneramente. Qui chi cerca la banale storia americana, attirato dal genere "film disastro" rimarrà deluso, ecco forse la ragione per cui si contrappongono giudizi positivi e negativi. Sono fin troppi i film in cui la grande mela viene devastata da calamità varie preannunciate o spiegate(assieme a tanti fatti) maccheronicamente prima, durante e dopo; dove lo spettatore è estraneo e la sua unica fatica è quella di masticare il popcorn durante la proiezione e apprezzare gli effetti speciali all'uscita. In questo film il pubblico paga il biglietto e si trova a New York, festeggia con Rob e Lilly, osserva quanto sia imbranato Hud con Marlena e si trova al centro di un disastro. Non conosce altro. Non sa quali sono i problemi dei personaggi, gli intrighi amorosi, niente. Lo spettatore è la telecamera; e se vuole origliare qualche discussione per cogliere qualche particolare viene cacciato come è giusto che sia. Basta con la moda che tutto deve essere saputo incondizionatamente! Se uno vuole sapere immagina, così come lo si dovrebbe fare nella realtà. Ed è proprio questo senso di immaginazione la chiave di lettura del film e i suoi pregi e i suoi difetti. Chi è questo mostro? Chi l'ha mandato? Da dove è venuto? Perché è così incazzato? Il film termina senza che tutto ciò si sappia, lasciando lo spettatore, al primo titolo di coda un po' frastornato e confuso. Ed è qui che inizia la critica. O si dice bello o si dice brutto; e mentre questi ultimi andranno a casa pensando che forse 85 minuti potevano essere meglio spesi, ai primi capiterà di voler ricordare tutti quei particolari che volontariamente si sono lasciati sfuggire credendo successivi i chiarimenti. Perché solo seguendo attentamente il film si potevano prendere gli spunti per porsi le giuste domande per spiegarsi alcune cose. Il film basa tutto sulla semplicità. Mentre la vita scorre arriva l'imprevisto, il mostro, e mentre si cerca di sapere chi è si scappa e si sopravvive e tutti quei perché irrisolti sono dovuti al fatto che mentre si scappava nessuno li ha spiegati. In questo film non esistono osservatori in terza persona, si è tutti protagonisti. Se si vogliono conoscere i tanti perché bisogna attendere un'altra videocassetta che riprende da un altro punto di vista, altrimenti bisogna immaginare; ricordare ed immaginare; e forse, ad almeno un perché, si troverà risposta: il perché questo film farà molta strada.
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