Sguardo nel vuoto

Bello, bellissimo noir, che ha forse qualche parentela con l' altrettanto valido Memento, ma solo nel meccanismo del vuoto di memoria che spinge i due protagonisti, per ricordare, a fissare gli avvenimenti del loro quotidiano, in dei bigliettini (in memento) e in un block notes (qui). Per il resto le trame sono assai diverse e probabilmente diversi gli intenti. Questo di Scott Frank e', alla fine, un thriller molto piu' vicino ai noir anni 50 che non a film come "memento". C'e', di fondo, una malinconia struggente, per la vita in qualche modo spezzata di questa giovane ex "promessa con un brillante futuro". Superstite da uno spaventoso incidente d'auto di cui e' stato la causa e che ha coinvolto le vite di altre tre persone, due delle quali morte e la terza, sua ex fidanzata, comunque mutata per sempre (in uno dei suoi flash incubi la vediamo con un arto artificiale), Chris ora alterna le sue giornate tra il centro di riabilitazione e un modesto impiego come addetto alle pulizie in una banca di una cittadina del midwest. Vive con un altro "reduce" Lewis, che ha perso la vista lavorando in un "old fashion" laboratorio di anfetamine e viene "arruolato" da un sedicente suo ex compagno di scuola (e della sua precedente vita) in quella che sara' una sanguinosa rapina in banca (dove lui lavora). La trama e' qui, e' la storia di un uomo senza speranze di un futuro luminoso ( a malapena sa badare a se stesso)come potrebbe essere un qualsiasi diseredato di questa terra, che viene coinvolto in una cosa piu' grande di lui e che lotta per venirne fuori. le atmosfere sono, come dicevo, quelle di un noir d'altri tempi. La fotografia e' splendida restituisce appieno la atmosfera dell' inverno, forse anche metafora dell' intimo inverno del protagonista (il film si apre in una bella sera di estate, con le lucciole e tutto il resto). I protagonisti sono tutti ottimi a cominciare da J.G.Lewitt e J.Daniels.