franco
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domenica 21 settembre 2008
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piaf,indimenticabile.
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Ritengo che questo film sia un atto dovuto ad una artista quale era la PIAF. E stato prodotto molto bene, seguendo abbastanza la storia della sua vita così difficile, agli estremi della sopravvivenza. Peccato però!! Essendo un film biografico era forse più logico inserire anche le altre parti importanti della vita dell'artista. Parti che sono state volutamente dimenticate; ma sicuramente il pubblico che ha visto ho vedrà il film le avrebbe apprezzate, quale completamento della sua stessa vita fino alla morte.
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nicojudo
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domenica 6 luglio 2008
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un'interpretazione unica e sensazionale...
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Film in grado di rievocare sensazioni uniche, ripercorrendo la vita della poetessa maledetta, lasciando alla fine un coinvolgiemento in grado di entrare a far parte della vita di Edith...
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seanny14
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mercoledì 28 maggio 2008
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no, non mi pento di nulla
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No, non mi pento di nulla. Nessuno di noi lo direbbe a cuor leggero, e dire che nostre vite sono piuttosto ordinarie. Edith Piaf invece lo canta a voce spiegata, una voce che scende fin nelle vene come nessun altra e fa tremare l'anima, lo canta davanti a tutto il pubblico dell'Olympia. Dopo l'infanzia bruciata, gli eccessi, la droga, gli amori infelici, l'autodistruzione feroce: no, non mi pento di nulla.
Eccola la piccola Mome Piaf, il passerotto innocente, ma quanto mai astuto, la ragazza timda e impaurita che poi seduce il pubblico e lo strega per sempre. Olivier Dahan ci restituisce un buon ritratto, emozionante, potente, che nulla omette di una vita che sembra uscita dalla penna di Dickens.
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No, non mi pento di nulla. Nessuno di noi lo direbbe a cuor leggero, e dire che nostre vite sono piuttosto ordinarie. Edith Piaf invece lo canta a voce spiegata, una voce che scende fin nelle vene come nessun altra e fa tremare l'anima, lo canta davanti a tutto il pubblico dell'Olympia. Dopo l'infanzia bruciata, gli eccessi, la droga, gli amori infelici, l'autodistruzione feroce: no, non mi pento di nulla.
Eccola la piccola Mome Piaf, il passerotto innocente, ma quanto mai astuto, la ragazza timda e impaurita che poi seduce il pubblico e lo strega per sempre. Olivier Dahan ci restituisce un buon ritratto, emozionante, potente, che nulla omette di una vita che sembra uscita dalla penna di Dickens. Non il solito film sulla vita dell'artista, anche se il regista non si allontana troppo dalla tradizione; giustamente però decide di concentrarsi su alcuni episodi significativi della vita della Piaf per restituirci la donna, l'amante, la creatura fragile, non la diva o l'artista. Ben fatto. Forse i salti temporali della sceneggiatura sono a volte spiazzanti per lo spettatore, ma niente di grave; è il ritmo del film che a volte ne risente, ma mai eccessivamente. Il cast è fantastico (compimenti a Sylvie Testud), e Marion Coltillard da una prova della sua abilità di calarsi nel personaggio che è stupefacente, incredibile, strabiliante: appalusi a scena aperta. Anche nella scena della morte di Marcel, una scena straziante, caricata, "urlata" (e se non si è bravi attori il rischio di rovinarla e rovinarsi è alto) è perfetta, e l'emozione che la Cotillard trasmette è autentica. Pensavo di essere sicuro che l'oscar quest anno dovesse andare a Cate Blanchette (Sorry per Juno-Ellen Page, ma la regina non si batte); e invece questa bella parigina si imbruttisce e si trasforma nella voce della Francia talmente bene che se non le avessero dato il premio bisognava proprio fare la rivoluzione. Sì, la voce della Francia. Ed è vero ciò che dice Marlene Dietrich nel film (la quale però non mi ha convinto...): la vostra voce è l'anima di Parigi. Perchè la colonna sonora è il grande effetto speciale del film; chissà, magari, oltre a restituire un'emozione a chi queste canzoni le conosceva già, il film ha fatto scoprire a qualche giovane la grandezza di questa artista. Sono passati tanti anni, è cambiato il modo di fare musica, ma i capolavori rimangono immutati. E soprattutto rimane lei, che al medico che la rimprovera perchè gioca con la sua vita risponde: beh, bisogna pure giocare con qualcosa. Perchè lei è Edith Piaf e, no, non si pente di nulla.
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123
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mercoledì 28 maggio 2008
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ma va
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alexandra73
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domenica 18 maggio 2008
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per sempre edith..
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La straordinaria bellezza di una voce,specchio di un'anima fragile,sola,combattiva,desiderosa solo di amore..un film speciale per una persona straordinaria!Un film capace di far trasparire i sentimenti,gli stati d'animo,la realtà di un'anima tormentata e desiderosa di amore..il ritratto reale di una donna fantastica!!!
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ciaonick
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sabato 17 maggio 2008
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la vie en rose: un capolavoro!
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Un grande film e una Marion Cotillard superlativa! (E uno sberleffo ai critici che che considerano il film riuscito solo a metà!)
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alecanino
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giovedì 3 aprile 2008
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meravigliosamente straziante
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ieri ho visto il film al cineclub della mia città trapani.
il film si è chiuso con un accorato applauso del pubblico in sala.
oggi è una bella giornata di sole e faccio fatica a goderne, ho la mia piccola edith nel cuore, per lei il sole non è mai stato sufficientemente caldo.
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maryluu
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martedì 4 marzo 2008
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una vita non molto "rosea"
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Avevo già sentito parlare di Edith Piaf. Come non conoscere il suo grande successo " La vie en rose". Non mi ero mai interessata però alla sua biografia, ritenendo più interessante lasciarmi estasiare delle malinconiche e soavi note delle sue canzoni. Dopo aver visto questo bellissimo film ho rimpianto di non aver letto niente prima. La storia raccontata da Dahan, ricca di flash back e ricordi sbiaditi destinati a scomparire col tempo lasciando un alone indelebile, è la vita della chanteuse francese, molto travagliata e poco "en Rose".
Violentemente e continuamente allontanata dai suoi affetti più cari visse sempre in bilico tra solitudine e popolarità, povertà e ricchezza, amore e morte.
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Avevo già sentito parlare di Edith Piaf. Come non conoscere il suo grande successo " La vie en rose". Non mi ero mai interessata però alla sua biografia, ritenendo più interessante lasciarmi estasiare delle malinconiche e soavi note delle sue canzoni. Dopo aver visto questo bellissimo film ho rimpianto di non aver letto niente prima. La storia raccontata da Dahan, ricca di flash back e ricordi sbiaditi destinati a scomparire col tempo lasciando un alone indelebile, è la vita della chanteuse francese, molto travagliata e poco "en Rose".
Violentemente e continuamente allontanata dai suoi affetti più cari visse sempre in bilico tra solitudine e popolarità, povertà e ricchezza, amore e morte.
Nota significativa è la sua devozione per Santa Teresa, cui rivolge ogni preghiera possibile.
La sua vita è alternata da fortuna e sfortuna che giocano un ruolo drammatico ma profondo. Sarà la morte dell'amato pugile Marcel a portarla definitivamente sul letto di morte, anche se piuttosto giovane.
Dietro questa immagine di donna triste e sfortunata si celava un immane talento. Una grande arte. Una donna affascinante e intelligente.
Il mio grande applauso va a Marion Cotillard, vincitrice del premio Oscar come miglior attrice protagonista 2008. Ho atteso un pò per scrivere questa recensione per accertarmi di questa meritatissima vincita.
Egregie le ambientazioni, connotate dal contrasto perenne, come la vita della protagonista. La dolce Parigi e la gelida New York rendono omaggio a un talento senza tempo e senza spazio.
Le musiche eccelse di Edith sono il contorno perfetto di un "piatto" già gustoso e ottimo.
Il film si conclude con la canzone simbolo della sua vita:"Je ne regrette rien" cioè " Non rimpiango nulla" per sottolineare che nonostante visse molto drammaticamente , Edith si ritenne contenta in punto di morte, di aver vissuto quella vita. La sua vita.
Ottimo film, davvero consigliato!
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(di lilli)
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kiki blanchet
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martedì 26 febbraio 2008
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la mome marion
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mancava un vero film su Edith Piaf. ma il personaggio era cosi forte e autentico, che solo una bravissima attrice che ne conosce l'anima poteva accettare questa sfida. Marion Cotillard nel film sembra Piaf. è talmente brava che sembra un documentario. con la forza dei grandi films. questo film è bellissimo, fa vedere una Francia vera. e l'oscar che Marion ha ricevuto è pienamente meritato. forse la sua carriera ne sara ostacolato perchè un personaggio cosi forte, dicono, non aiuta la carriera. ma Marion sembra di quelle attrice che scelgono i ruoli perchè le piacciono, non perchè rendono. di sicuro, per l'amore di Piaf, si sacrificarà. complimenti a una attrice che ci fa ancora sognare al cinema.
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(di anonimo576001albatros)
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leonardo62
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lunedì 11 febbraio 2008
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film emotivamente riuscito ma diseguale.
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Non c'è dubbio che il film di Dahan sulla Piaf abbia il dono dell'originalità, e di una lettura non convenzionale e piatta della sua difficile vita, come non c'é dubbio che per tutto il film risalti il senso dell'emozione prodotto dalla sua inconfondibile voce senza che al tutto venga dato un significato troppo didascalico (bellissima al proposito la scena, commentata dalla colonna sonora ma "muta" della sua voce del suo primo trionfo pubblico), infine molto poetica l'evocazione della sfortunata storia d'amore con Marcel Cerdan e molto bella la scena in piano sequenza in cui lei apprende della sciagura aerea in cui Cerdan perse la vita. Detto questo si ha comunque l'impressione di un film che servito da una sceneggiatura migliore e più accurata avrebbe potuto dirsi pienamenbte riuscito; troppi infatti i passi del film che sorvolano velocemente su fatti e personaggi che risultano poco chiari a chi non conosca già la vicenda e troppo poco accento sull'ambiente culturale che circondava la Piaf e che lei contibuiva a influenzare, anche con un'attività poetica non indifferente, mentre il film si concentra soprattutto sugli aspetti più "da strada" della sua vicenda.
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Non c'è dubbio che il film di Dahan sulla Piaf abbia il dono dell'originalità, e di una lettura non convenzionale e piatta della sua difficile vita, come non c'é dubbio che per tutto il film risalti il senso dell'emozione prodotto dalla sua inconfondibile voce senza che al tutto venga dato un significato troppo didascalico (bellissima al proposito la scena, commentata dalla colonna sonora ma "muta" della sua voce del suo primo trionfo pubblico), infine molto poetica l'evocazione della sfortunata storia d'amore con Marcel Cerdan e molto bella la scena in piano sequenza in cui lei apprende della sciagura aerea in cui Cerdan perse la vita. Detto questo si ha comunque l'impressione di un film che servito da una sceneggiatura migliore e più accurata avrebbe potuto dirsi pienamenbte riuscito; troppi infatti i passi del film che sorvolano velocemente su fatti e personaggi che risultano poco chiari a chi non conosca già la vicenda e troppo poco accento sull'ambiente culturale che circondava la Piaf e che lei contibuiva a influenzare, anche con un'attività poetica non indifferente, mentre il film si concentra soprattutto sugli aspetti più "da strada" della sua vicenda. Alla fine rimane l'emozione di "Je ne regrette rien" e comunque non è poco.
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