La vie en rose |
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Un film di Olivier Dahan.
Con Marion Cotillard, Sylvie Testud, Clotilde Courau, Jean-Paul Rouve, Pascal Greggory.
continua»
Titolo originale La Môme.
Drammatico,
durata 140 min.
- Francia, Gran Bretagna, Repubblica ceca 2007.
uscita venerdì 4 maggio 2007.
MYMONETRO
La vie en rose
valutazione media:
3,36
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Momedi bartolo fontanaFeedback: 0 |
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lunedì 7 maggio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La Vie En Rose Marion Cotillard interpreta Edith Piaf, la grande cantante col fisico di un passerotto ma dalla voce di un’aquila reale. Per capire la bravura della Cotillard, bisognerebbe vedere il film “ Un’ottima annata”. Un attore diventa tale, solo se le sue espressioni si impossessano del personaggio, che non saranno mai uguali all’interpretazione precedente…fino alla perdita della sua totale identità. Tutto gira attorno a questa artista, la Piaf, che rimane certamente una delle più grandi cantanti del secolo scorso. Attori dal calibro di Depardieau quasi passano inosservati, tale e tanta è l’intensità del film. Per fortuna ci sono le canzoni, le musiche che corroborano un attimo lo spirito. Quasi a lenire la crudezza della vita. Ma questo film non è solo la biografia di Edith Giovanna Gasson, in arte Edith Piaf. Olivier Dahan, il regista, si scatena in uno dei più tortuosi tragitti che la mente umana conosca: l’inconscio che sfocia, inevitabilmente, alla destinazione fatale e finale, o semplicemente, destino. Non solo, egli conosce i sintomi della morte, con quei segnali premonitori. La nascita di un essere umano è sempre una proiezione impazzita in avanti, nel futuro. Poi, la boa, il suo giro. E allora, lentamente, si torna indietro con i ricordi, i sapori, le sensazioni, gli odori, i profumi. Quasi un’ironia: ci si avvicina al proprio parto ma si intuisce, poi, che la nascita è solo l’inizio della morte. Ma non si saprà mai se si tornerà nuovamente a nascere. In fondo la morte è solo una bellissima bugia, disse qualcuno. La Mome ( titolo originale ) non è una biografia, soltanto. E’ un po’ della nostra vita. Ironica, come solo la vita sa essere. Fino alla morte. Lei, il “Passerotto”, cresciuta in un bordello. Lei, che non aveva mai avuto una famiglia, respinta dalla madre. Accettata, forse più per interesse, dal padre. Mai una famiglia, mai il calore di una carezza vera se non quella delle sue corde vocali. Mai nulla di suo, veramente. Tutto e sempre solo da condividere, anzi da dividere. Anche per l’unico vero e grande amore della sua vita, morto tragicamente in un incidente aereo. Mai una famiglia, dunque. Eppure, sulla sua tomba sovrasta una sola scritta: FAMILLE Gassino-Piaf. Famille. E non è ironia questa, se non avere tutto quando nulla più ti appartiene? Nacque non voluta in una strada putrida di Parigi. Al suo funerale, la seguirono oltre quarantamila persone e ben undici automobili furono necessarie per portare i fiori. “ Due occhi che fanno abbassare i miei. Un sorriso che si perde sulla sua bocca. Ecco il ritratto senza ritocchi Dell’uomo a cui appartengo”. ( La Vie En Rose – La Vita In Rosa ) Signore e signori, questa è stata Edith Piaf. Bartolo Fontana
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