Il mercante di pietre

Leggendo le recensioni del pubblico mi sono nate alcune riflessioni: qualcuno esprime opinioni personali, con toni, colori e stili naturalmente diversi, altri sembrano uniformarsi in un assolutismo demolitivo nei confronti del film che davvero pare dettato più dal fanatismo politico, di stampo sinistroide, piuttosto che dal piacere di vedere un film e poi commentarlo con obiettività. Ho visto ieri sera il film e devo dire che il tema è attualissimo, la regia originale e gli attori, non eclatanti, ma sicuramente professionali. Le vicende che vengono riportate riproducono più o meno le stesse vicende che ci vengono offerte quasi quotidianamente da tutti i TG, mica se le è inventate Martinelli. Cosa c’è da criticare tanto? Solo un’ideologia faziosa, integralista e filoislamica può portare a certe esternazioni. Qualcuno vorrebbe fare passare chi denuncia il terrorismo islamico per l’artefice del terrorismo stesso. Che stravagante e pericolosa tecnica retorica scambiare il denunciante per il fautore di un crimine. Capisco che oggi l’islamizzazione dell’Europa sia un evento massiccio, voluto, propagandato e promosso da quasi tutti i politici occidentali, quindi, qualcuno per militanza, qualcuno per poca attenzione personale, qualcuno magari per senso di timore, possa anche nascondere la testa sotto la sabbia, ma santo cielo la cronaca e la storia non la si può modificare solo per asservimento politico. Gli attentati, l’espansionismo, i continui sbarchi di clandestini dal nord Africa, gli sgozzamenti, l’intolleranza nei confronti della libertà di espressione e delle altre fedi religiose (in particolare verso l’ebraismo e il cristianesimo), la limitazione di diritti alle donne, l’incarcerazione fino all’esecuzione pubblica degli omosessuali, le manifestazioni dal tono medievale con urla invasate, incendi di pupazzi e di bandiere occidentali, non sono opera, oggi anni 2000, del cristianesimo o dell’America di Bush, ma di una cospicua parte del mondo islamico. Negare questo significa essere davvero al servizio di un’ideologia disonesta intellettualmente e compiacente, per poco comprensibili motivazioni, verso un insanabile autolesionismo. Se si vuole discutere bisogna avere la disponibilità a riconoscere i fatti e gli eventi della storia, fatto ciò ognuno poi è libero di schierarsi, o di non schierarsi affatto, dalla parte che preferisce. Ma la disonestà intellettuale, ed il gioco di invertire le responsabilità, é veramente una perniciosa retorica che pone fine a qualunque tentativo di civile e costruttivo dialogo e scambio di opinioni.