mary
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venerdì 11 luglio 2008
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film insulso
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a parte Jea-Pierre Bacrì che è un attore sempre molto vivo ed espressivo.
Non il meglio del cinema francese...insomma. Alcuni accenni sono buoni ma rimangono tali: accenni, appunto.
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michele il critico
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giovedì 12 maggio 2005
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cosi'fan tutti
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COSI' FAN TUTTI
regia: Agnès Jaoui
Commedia verbosa in ambiente intellettual- borghese.
I personaggi sono numerosi: scrittori di successo o sul trampolino di lancio, loro familiari, editori ed altri incontri.
La storia è una, la stessa che lega con precisione le vicende dei protagonisti.
Il tema: il successo modifica i rapporti interpersonali.
Jaoui costruisce un ottimo impianto narrativo: la storia, forse per questo a volte prevedibile, si sviluppa con ordine ed immediata attenzione alle dinamiche evolutive.
La regia è intelligente: non è invadente e si limita ad accompagnare, con i giusti tempi, i personaggi nelle loro vicende.
Il ricorso frequente di panoramiche, nelle scene di dialogo e anche nelle altre, non è pretestuoso: evidenzia il nesso che cementa le azioni dei protagonisti alle aspettative degli altri, la mancanza di autonomia individuale, la coralità della vita.
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COSI' FAN TUTTI
regia: Agnès Jaoui
Commedia verbosa in ambiente intellettual- borghese.
I personaggi sono numerosi: scrittori di successo o sul trampolino di lancio, loro familiari, editori ed altri incontri.
La storia è una, la stessa che lega con precisione le vicende dei protagonisti.
Il tema: il successo modifica i rapporti interpersonali.
Jaoui costruisce un ottimo impianto narrativo: la storia, forse per questo a volte prevedibile, si sviluppa con ordine ed immediata attenzione alle dinamiche evolutive.
La regia è intelligente: non è invadente e si limita ad accompagnare, con i giusti tempi, i personaggi nelle loro vicende.
Il ricorso frequente di panoramiche, nelle scene di dialogo e anche nelle altre, non è pretestuoso: evidenzia il nesso che cementa le azioni dei protagonisti alle aspettative degli altri, la mancanza di autonomia individuale, la coralità della vita.
Un film intelligente, ironico e pungente (ma di fondo giustificazionista).
Migliore sceneggiatura al festiva di Cannes 2004
VOTO ***
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alessandro pesce
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lunedì 8 novembre 2004
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comme une image
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Agnes Jaoui continua la sua esplorazione del genere umano nella giungla delle contraddizioni della società contemporanea, viaggio cominciato con l’eccellente “ Gusto degli altri” del 2001 e che oggi continua con “ Comme une image” ancora impropriamente appellato in Italia con il fuorviante titolo“ Cosi’ fan tutti “ che fa pensare più a Tinto Brass che a Mozart.
Questa volta la Jaoui si preoccupa di meno del meccanismo a orologeria, della perfezione della sceneggiatura ( che, ad ogni modo, è esemplare e giustamente premiata dalla giuria di Cannes) e si impegna di più all’analisi dei comportamenti allo studio delle anime dei personaggi che mi paiono più complessi del solito.
Tra Checov e Woody Allen ( numerosi i richiami a Zio Vanja ma anche a Settembre), la regista rappresenta la condizione umana di inizio millennio attraverso uno spaccato medio-alto borghese molto indicativo: gente insoddisfatta, arrivista, depressa, interessata più al proprio mondo , al culto della persona e della giovinezza che ad ascoltare chi la circonda.
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Agnes Jaoui continua la sua esplorazione del genere umano nella giungla delle contraddizioni della società contemporanea, viaggio cominciato con l’eccellente “ Gusto degli altri” del 2001 e che oggi continua con “ Comme une image” ancora impropriamente appellato in Italia con il fuorviante titolo“ Cosi’ fan tutti “ che fa pensare più a Tinto Brass che a Mozart.
Questa volta la Jaoui si preoccupa di meno del meccanismo a orologeria, della perfezione della sceneggiatura ( che, ad ogni modo, è esemplare e giustamente premiata dalla giuria di Cannes) e si impegna di più all’analisi dei comportamenti allo studio delle anime dei personaggi che mi paiono più complessi del solito.
Tra Checov e Woody Allen ( numerosi i richiami a Zio Vanja ma anche a Settembre), la regista rappresenta la condizione umana di inizio millennio attraverso uno spaccato medio-alto borghese molto indicativo: gente insoddisfatta, arrivista, depressa, interessata più al proprio mondo , al culto della persona e della giovinezza che ad ascoltare chi la circonda.-
Non è solo il gusto degli altri , in questo caso, a rappresentare un ostacolo nella comunicazione quanto piuttosto un inutile quanto penoso arroccamento delle persone nei propri vizi e nelle proprie pigrizie.
Tutto questo non è narrato con il balbettio fastidioso e scontato di certo minimalismo ma al contrario con la forza poetica di un frammentarismo si’ quotidiano ma dolente e esistenziale.
I dialoghi formidabili, intelligenti, divertentissimi e fulminanti continuano ad essere la cosa migliore della Jaoui ( che , tra l’altro, qui appare anche come attrice ed è brava e bella), ma la regia non è affatto sciatta anzi, ci sono almeno tre o quattro scene da antologia ( l’inizio nel taxy, la scena del coniglio) e la macchina da presa osa anche parecchio negli spicchi dei volti e negli angoli delle stanze e l’uso della colonna sonora , magnifica, è abilissimo.
Ancora una volta, inoltre, l’autrice si serve, per sciogliere i nodi delle relazioni umane, di un mezzo artistico-espressivo: nel "Gusto" era Fedra di Racine, qui, la musica di Claudio Monteverdi.:chissà perché va a pescare in un cosi’ lontano passato, la Jaoui, forse per evocare una remota età dell’oro dei rapporti umani in cui tutto erà più forte, più estremo ma anche più sincero, più diretto e meno problematico?
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stefano
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domenica 7 novembre 2004
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egoismo ed egocentrismo
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Questo film è importante perchè serve da riflessione su noi stessi e sul mondo in cui viviamo. Se notiamo, non c'è quasi mai nessuno che ascolta quello che gli vien detto, tutti sono incentrati su se stessi e tutti sono infelici; forse in certi punti è esagerato e scontato ma rispecchia degnamente la realtà. Chissà che questo film non serva a renderci migliori, ad ascoltare più gli altri e magari ad essere meno scontenti di se stessi?
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