franknfurter
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domenica 23 gennaio 2011
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il primo figlio del genio
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Cosa dire di questo film? Le Iene è apparentemente un film con una storia molto semplice ma con un colpo di scena alla fine: uno dei criminali è un poliziotto infiltrato. tarantino è riuscito a girare il film che stravolse il cinema negli anni '90 piazzando semplicemente sei perfetti sconosciuti in un deposito. Ciò significa e ci insegna che per fare un film di un certo spessore, non bisogna munirsi di chissà quali effetti speciali o costumi o trucco. tarantino esordisce come regista con un hard boiled, genere che verrà migliorato con Pulp Fiction. Nonostante le scene esplicite di violenza è un film da vedere assolutamente almeno una volta nella vita.
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Cosa dire di questo film? Le Iene è apparentemente un film con una storia molto semplice ma con un colpo di scena alla fine: uno dei criminali è un poliziotto infiltrato. tarantino è riuscito a girare il film che stravolse il cinema negli anni '90 piazzando semplicemente sei perfetti sconosciuti in un deposito. Ciò significa e ci insegna che per fare un film di un certo spessore, non bisogna munirsi di chissà quali effetti speciali o costumi o trucco. tarantino esordisce come regista con un hard boiled, genere che verrà migliorato con Pulp Fiction. Nonostante le scene esplicite di violenza è un film da vedere assolutamente almeno una volta nella vita.
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shadow
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lunedì 13 dicembre 2010
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l'inizio del cinema di tarantino
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Otto uomini sono seduti a fare colazione, parlano di una canzone di Madonna, di un programma radio, delle mance delle cameriere. Non sappiamo nulla tranne il sopranome di uno di loro: Mr. Pink. Poche inquadrature dopo, due membri del gruppo sono in macchina, uno ha una profonda ferita alla pancia. Arrivano in un magazzino disabitato e lì, dopo essere stati raggiunti da Mr. Pink, cominciano a fare il punto su cosa è andato storto. Così inizia "Le iene", primo film e uno dei più riusciti del regista Quentin Tarantino. Assomiglia più quasi ad un opera teatrale, non ad un lungometraggio, poiché la storia pur essendo sempre interessante si svolge quasi totalmente nel magazzino abbandonato dove i membri della banda delle Iene discutono del perché la rapina che hanno fatto sia finita in quel modo.
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Otto uomini sono seduti a fare colazione, parlano di una canzone di Madonna, di un programma radio, delle mance delle cameriere. Non sappiamo nulla tranne il sopranome di uno di loro: Mr. Pink. Poche inquadrature dopo, due membri del gruppo sono in macchina, uno ha una profonda ferita alla pancia. Arrivano in un magazzino disabitato e lì, dopo essere stati raggiunti da Mr. Pink, cominciano a fare il punto su cosa è andato storto. Così inizia "Le iene", primo film e uno dei più riusciti del regista Quentin Tarantino. Assomiglia più quasi ad un opera teatrale, non ad un lungometraggio, poiché la storia pur essendo sempre interessante si svolge quasi totalmente nel magazzino abbandonato dove i membri della banda delle Iene discutono del perché la rapina che hanno fatto sia finita in quel modo. Si la rapina, l'unica scene del film non mostrata nei vari flashback che avvengono. Alcuni si lamenteranno di ciò ma è una delle tante particolarità che rendono celebre il film. Film che non si basa su scene d'azione quanto su dialoghi studiati infinitamente e su cosa è successo prima e dopo il colpo alla gioielleria. Tutti gli attori, soprattutto grazie alla sceneggiatura brillante, sviluppano la psicologia del proprio personaggio perfettamente, rendendone alcuni come Mr. Pink e Mr. Blonde sicuramente storici. Colpo di scena verso la fine che mette tutti i pezzi del puzzle in ordine creando un quadro perfetto a cui la scena della rapina non serve per raccontarci cos'è accaduto. Il ristretto budget impedisce al regista di girare anche le scene riguardanti Mr. Blue anche se le aveva in mente. Le iene rimane un film classico pilastro del cinema tarantiniano che ripropone una storia banale, una rapina andata male con un infiltrato nella banda, in maniera assolutamente innovativa. Questo è ciò che ha fatto il regista con budget ridicolo, cosa potrebbe fare con solo qualche milione in più? Pulp fiction...
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saix91
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domenica 5 dicembre 2010
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forse non ci arrivo
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Forse non arrivo a concepire la genialità di Tarantino. Già "Pulp Fiction", osannato come totale capolavoro, mi si è presentato come un buon prodotto, non certo al livello però di "Forrest Gump", come troppi sostengono, "Bastardi Senza Gloria", invece, a quel livello ci è arrivato. "Le Iene" è tuttavia considerato come il vero e proprio film di culto del regista. Però, boh, non ho veramente capito il punto. Gli attori sono molto bravi (Roth eccelle) ma non basta una buona prova attoriale. Qui manca proprio la storia. O meglio, c'è ma viene ignorata. In "Bastardi" e "Pulp" c'è un intreccio complicatissimo, che alla fine viene però svelato in tutti i suoi aspetti.
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Forse non arrivo a concepire la genialità di Tarantino. Già "Pulp Fiction", osannato come totale capolavoro, mi si è presentato come un buon prodotto, non certo al livello però di "Forrest Gump", come troppi sostengono, "Bastardi Senza Gloria", invece, a quel livello ci è arrivato. "Le Iene" è tuttavia considerato come il vero e proprio film di culto del regista. Però, boh, non ho veramente capito il punto. Gli attori sono molto bravi (Roth eccelle) ma non basta una buona prova attoriale. Qui manca proprio la storia. O meglio, c'è ma viene ignorata. In "Bastardi" e "Pulp" c'è un intreccio complicatissimo, che alla fine viene però svelato in tutti i suoi aspetti. Qui invece non si capisce proprio niente su alcune cose, e su altre si capisce troppo poco. Esemplifichiamo un pò questa cosa:
- La Trama In Sè: Ok, c'è una rapina che non va a buon fine. Per Dio, fammi vedere qualcosa della rapina, un briciolo! Almeno il momento in cui Mr.Blonde impazzisce e comincia a sparare, sennò non si capisce un beneamato niente. E poi, scusa, se la trama è questa, perchè perdi tempo ad indagare i precedenti (inutili, se non che per Mr.Orange) dei sei uomini coinvolti? Ecco, e qui c'è il secondo grosso problema.
- I Personaggi: Se i personaggi sono sei voglio che tu mi parli di tutti e sei! Non è difficile! Invece no. Mr. Blue e Mr.Brown appaiono solo nella scena iniziale (più Brown lo rivediamo un nanosecondo prima che defunga). Mr.Pink (sorretto da un Buscemi in grande spolvero) non viene approfondito, ed invece s'indaga su Mr.Blonde, probabilmente il più inutile dei sei personaggi, un pazzo sclerotico a cui piace sparare, così tanto per fare. E il suo amicone di lunga data si fida di lui, pur sapendo che emerito ca**one sia! Non è mica che gli stai dicendo di giocare con te a guardie e ladri: questo è un colpo, se vuoi che vada a buon fine non puoi prendere maniaci dello sparo! L'unica cosa interessante è il rapporto di amicizia che si instaura fra White e Orange, e su questo c'è poco da dire.
- Situazioni inutili: D'accordo, qualche digressione va concessa a questi film, fa stile. Però qui si esagera. La scena dell'aggancio da parte di Eddie e Joe a Mr.Blonde, con falsa scazzottata nell'ufficio, è ridicola, e la tortura del poliziotto è efferatezza allo stato puro, senza un minimo di senso. Dai, quale criminale braccato darebbe fuoco ad una persona, rischiando di attirare l'attenzione di mezzo dipartimento di Polizia su sè! E all'inizio, quando Pink e White discutono dell'accaduto, ripetono tipo cinque o sei volte le stesse cose! E se ne vanno venti minuti in questo modo!
Del film salvo alcune inquadrature (quelle in macchina su White e Orange, quella in lontananza nel corridoio mentre Pink e White parlano), che dimostrano l'abilità di Quentin con la macchina da presa, la recitazione degli attori, anche se io Keitel non riesco mai a farmelo piacere fino in fondo, e l'indagine sul rapporto White-Orange, molto intensa. Ma non bastano a fare un film decente, se ci sono tante altre cose approfondite poco o male. E ora linciatemi pure, sono pronto!
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(di alex_23)
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ivanvalle90
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giovedì 28 ottobre 2010
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"le iene: animali da palcoscenico"
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Per chi ama il cinema, per chi guarda, respira, vive le emozioni che questa passione può trasmettere, per chi si sforza di osservare, con spirito critico, tutto ciò che gli viene offerto dai maestri della “settima arte”, è difficile trovare un film in cui i difetti siano praticamente nulli. Ebbene “Le Iene” è uno di questi film e Quentin Tarantino, con questa sua prima opera, è entrato di diritto tra i “Best-directors” della storia, capace di proporre un cinema nuovo, di nicchia se vogliamo. Certo le sue opere non sono gradite a tutti, ma rivelano uno stile che è propriamente suo, tant’è che capita spesso di sentire il neologismo “tarantiniano” come paradigma di un certo genere di film.
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Per chi ama il cinema, per chi guarda, respira, vive le emozioni che questa passione può trasmettere, per chi si sforza di osservare, con spirito critico, tutto ciò che gli viene offerto dai maestri della “settima arte”, è difficile trovare un film in cui i difetti siano praticamente nulli. Ebbene “Le Iene” è uno di questi film e Quentin Tarantino, con questa sua prima opera, è entrato di diritto tra i “Best-directors” della storia, capace di proporre un cinema nuovo, di nicchia se vogliamo. Certo le sue opere non sono gradite a tutti, ma rivelano uno stile che è propriamente suo, tant’è che capita spesso di sentire il neologismo “tarantiniano” come paradigma di un certo genere di film. Perché in effetti cos’è Tarantino? Riesce ad essere teatrale, riesce a lasciare che i suoi personaggi parlino per minuti e minuti di argomenti completamente fuori contesto, riesce a far impazzire con la sua cinefilia insita in ogni scena e a stupire con la scelta di straordinarie musiche di contorno. Ovviamente, anche Tarantino, ha i suoi alti e bassi. Non tutte le sue opere sono da considerare capolavori. Sicuramente “Reservoir Dogs” può considerarsi una delle sue opere migliori, un ottimo esordio. Pochi difetti e in gran parte riconducibili alla natura stessa del film e a ciò che l’autore si propone di scatenare nello spettatore. Ad esempio il turpiloquio che continua dall’inizio alla fine del film, ma del resto trattandosi di dialoghi tra gangster suonerebbe poco credibile un linguaggio da accademici di Oxford! Le ambientazioni claustrofobiche, rese ancora più opprimenti dallo stile delle riprese, che risultano “invischianti” come può esserlo il mondo del crimine. Per il resto, possiamo dire che Tarantino riesce a dare il meglio di sé in questa che è una chiara anticipazione di “Pulp Fiction”, capolavoro registico dell’era moderna, di pregiata fattura e girato con una perfezione quasi maniacale. Tornando a Reservoir Dogs, la storia ha inizio in un bar dove ad un tavolo sono seduti otto uomini, che intavolano una discussione alquanto singolare sulla canzone “Like a virgin” di Madonna. Una ripresa circolare presenta i personaggi che verranno ben “inquadrati” più avanti. Il regista propone un montaggio non lineare, in cui le storie dei personaggi e quella del “colpo” si intersecano continuamente. I vari protagonisti, per non rivelare la propria identità, hanno i nomi dei colori (Mr. Brown, Mr. Blue, Mr. Pink, Mr. White, Mr. Orange, Mr. Blonde) e nelle relazioni “anonime” che i personaggi imbastiscono tra loro, mentre preparano il “colpo” ad un grossista di diamanti, e mentre discutono sul colpo che non è andato come sarebbe dovuto, si fronteggiano le deliranti azioni di uno psicopatico e un affiatamento inspiegabile tra due di loro. Una fiducia cieca che non si piega nemmeno all’evidenza, ma solo alla confessione finale, che nella sua inutilità risulta essere un’estrema testimonianza di gratitudine. Sono forse solo dettagli che però rendono grande un film. A supportare Tarantino c’è un cast di tutto rispetto da Harvey Keitel a Steve Buscemi, Tim Roth, Michael Madsen e lo scrittore Eddie Bunker. Più che un film, sembrerebbe una pièce teatrale, dato che la maggior parte delle riprese sono state girate in un'unica location, un garage, ritrovo dei rapinatori dopo il colpo. In questo garage Tarantino monterà fiumi e fiumi di parole, battute, colpi di scena, rendendo la tensione così potente da trascinare lo spettatore. Assolutamente da vedere.
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tony montana
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domenica 17 ottobre 2010
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fulminante esordio
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L’esordio registico dell’ex videotecaro Quentin Tarantino è un film costruito benissimo nonostante le numerose fonti di ispirazione, un film che fa dell’eccesso (di violenza, di ironia, di parole…) il suo cavallo vincente. Ha invece nella credibilità dell’intreccio il suo punto debole, ma la forza della narrazione convince comunque a stare al gioco. Raccontato attraverso continui flashback, giustificati dalla necessità di non svelare chi sia il traditore, il film appassiona e diverte per tutta la sua durata. Sembra spesso un semplice esercizio di stile, ma non si può non notare la capacità del regista di muovere la macchina da presa e di giocare con la linea temporale della storia secondo le necessità, riuscendo a sfiorare il capolavoro.
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L’esordio registico dell’ex videotecaro Quentin Tarantino è un film costruito benissimo nonostante le numerose fonti di ispirazione, un film che fa dell’eccesso (di violenza, di ironia, di parole…) il suo cavallo vincente. Ha invece nella credibilità dell’intreccio il suo punto debole, ma la forza della narrazione convince comunque a stare al gioco. Raccontato attraverso continui flashback, giustificati dalla necessità di non svelare chi sia il traditore, il film appassiona e diverte per tutta la sua durata. Sembra spesso un semplice esercizio di stile, ma non si può non notare la capacità del regista di muovere la macchina da presa e di giocare con la linea temporale della storia secondo le necessità, riuscendo a sfiorare il capolavoro. Per non parlare di scelta e utilizzo delle musiche di repertorio. L’ensemble d’attori offre una prova memorabile, ma se ce lo si poteva aspettare dall’anziano Lawrence Tierney e dai sempre bravi Harvey Keitel, Steve Buscemi e Tim Roth, è una sorpresa veder recitare (una tantum) Michael Madsen e Chris Penn. Fondendo l’hard boiled con il genere gangster, questo è tutt’oggi, uno dei migliori film di Tarantino regista ipertrofico che con sua somma gioia è stato capace di influenzare il cinema dei successivi dieci anni.
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weach
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giovedì 14 ottobre 2010
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cinema surreale e fenomeno di trasfigurazione
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Quando il sangue potrebbe divenire amore in virtù di una rappresentazione surreale .
Tesi diffusamente accettata dalla critica e dallo stesso autore; l'eccesso produce rigetto e trasformazione.
Lessi di Gian Luigi Rondi un termine che a me piacque subito che ho ttrovato subito appropriato per questo film: qui si attua "un fenomeno di trasfigurazione " .
Premetto di non essere grande estimatore del genere
“sanguinario violento oltre i limiti dell’ immaginabile” ma qui c'è dell'altro , molto di più.
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Quando il sangue potrebbe divenire amore in virtù di una rappresentazione surreale .
Tesi diffusamente accettata dalla critica e dallo stesso autore; l'eccesso produce rigetto e trasformazione.
Lessi di Gian Luigi Rondi un termine che a me piacque subito che ho ttrovato subito appropriato per questo film: qui si attua "un fenomeno di trasfigurazione " .
Premetto di non essere grande estimatore del genere
“sanguinario violento oltre i limiti dell’ immaginabile” ma qui c'è dell'altro , molto di più.
Sicuramente questo film è cult del genere citato insieme anche a “Pulp Fiction” ed a molti altri.
QuentinTarantino , regista italo americano, con questo film realizza il suo esordio cinematografico di successo traendo ispirazione dal film di 1958 di Stanley Kubrick.
Tarantino è autodidatta , intelligente , molto personale , grottesco nel descrivere la violenza ;negli eccessi dipinge un mondo reale , affatto fantasioso perché è colpito dal cinismo del mondo , dalla violenza e sente il dovere e la capacità di rappresentarli, con una “lente macroscopica”; quasi volesse con tali esagerazioni sollecitare attenzione e favorire l’espiazione di un umanità insensibile ,dispersa , avulsa dall’armonia.
Il nostro personale convincimento ci porta a stigmatizzare la duttilità della regia nel costruisce brillantemente una sceneggiatura libera da schemi rigidi, fluida, profondamente istintiva ed intuitiva, con spirito creativo senza mai negarsi tocchi di ironia e di humor macabro, nero.
Tarantino è spesso “osservatore distaccato “; altre volte invece fortemente partecipativo;
del resto la vita non è univoca e la mutevolezza è il "leit motiv" del tutto .
Tarantino dice di se poco ; ama rappresentare e tutti lo ascoltano perché il tema del sangue e della violenza è vincente e lui sostiene comunque che mettendo al “ centro la violenza” questa un giorno poterebbe non essere più nostra.
weach illuminati
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luca r.
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martedì 21 settembre 2010
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indimenticabile
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xche io mr pink?xche......va bene.....
sembra di guardare un videoclip ma di gran qualita ritmo, dialoghi spassosi,niente falso buonismo,violenza si ma nn gratuita,insomma x chi ama tarantino un must!!
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rongiu
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sabato 4 settembre 2010
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un geniale affabulatore.
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Correva l’anno 1992 - Nel panorama cinematografico appare un nuovo regista ed un nuovo film.
Il regista si chiama Quentin Tarantino, il film è - Le iene - Cani da rapina "Reservoir Dogs."
Trama: Rapina, fuga in un deposito, dibattiti, litigi, conseguenze emotive, morte protagonisti. (tranne uno, forse).
Chi è Quentin Tarantino: Un geniale affabulatore. (s.m. abile narratore)
Cos’è Reservoir Dogs: Un film contro ogni arroganza intellettuale. Quando sei incazzato sul serio utilizzi gli strumenti che meglio conosci per farti sentire.
Quali sono i sintomi (dell’incazzatura): Un geniale affabulatore ti sorprende quando parla e manipola argomenti quali, razza, musica, religione, violenza.
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Correva l’anno 1992 - Nel panorama cinematografico appare un nuovo regista ed un nuovo film.
Il regista si chiama Quentin Tarantino, il film è - Le iene - Cani da rapina "Reservoir Dogs."
Trama: Rapina, fuga in un deposito, dibattiti, litigi, conseguenze emotive, morte protagonisti. (tranne uno, forse).
Chi è Quentin Tarantino: Un geniale affabulatore. (s.m. abile narratore)
Cos’è Reservoir Dogs: Un film contro ogni arroganza intellettuale. Quando sei incazzato sul serio utilizzi gli strumenti che meglio conosci per farti sentire.
Quali sono i sintomi (dell’incazzatura): Un geniale affabulatore ti sorprende quando parla e manipola argomenti quali, razza, musica, religione, violenza. Insomma i suoi personaggi davanti alle telecamere non perdono mai vivacità anche in situazioni estreme. Tutto è strutturato intorno ai dialoghi che sono sempre stimolanti. Tarantino ti scuote dal torpore.
Come ci riesce: Attraverso la macchina da presa, non lasciandoti via di scampo. Sei lì sotto tiro, sempre è comunque.
A cosa è paragonabile l’opera di Tarantino: Al giocattolo più famoso dell’artista Mamontow. La Matrioska.
In che senso: La Matrioska è un insieme di bambole, russe, in legno, di dimensioni diverse, piacevolmente colorate. Ogni pezzo può essere inserito in un altro e si divide in due parti. I pezzi al loro interno non sono pieni, ma vuoti. Solo l’ultimo, il più piccolo, che prende il nome di “seme” è pieno. Il pezzo più grande si chiama “madre”. La matrioska, rappresenta una figura contadina, materna e generosa come lo può essere la terra. La mente creativa di Tarantino è generosa come lo è una matrioska.
Hai un messaggio per Mr. Tarantino? Si, benvenuto in Italia. Venezia è bella. Un sodalizio con Carlo Verdone porterebbe un Oscar in Italia.
Un esempio di narrazione fantasiosa (affabulazione)
Un giorno, un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un cappello ai suoi piedi e un pezzo di cartone con su scritto: «Sono cieco, aiutatemi per favore!»
One day a blind man was sitting on the slope of a sidewalk with a cap at his feet and a piece of cardboard with this written on it: “I am blind. Help me please.”
Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che vi erano solo alcuni centesimi nel cappello.
An advertising professional who was passing by stopped and noted that there were only a few cents in the hat.
Si chinò e versò della moneta, poi, senza chiedere il permesso al cieco, prese il cartone, lo girò e vi scrisse sopra un'altra frase.
He bent and put in some money, then without asking the blind man’s permission took the cardboard, turned it, and wrote another phrase.
Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo cappello era pieno di monete e di banconote.
In the afternoon, the ad man passed by the blind man again and noted that his cap was full of coins and paper money.
Il non vedente riconobbe il passo dell'uomo e gli domandò se era stato lui che aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato.
The blind man recognized the step of the man and asked him if he was the one who had written on the piece of cardboard and, above all, what he had written.
Il pubblicitario rispose: Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua frase in un altro modo.
The ad man replied: Nothing that isn’t true. I simply rewrote your phrase in another way.
Sorrise e se ne andò. Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto: «Oggi è primavera e io non posso vederla».
He smiled and left. The blind man never knew that on the piece of cardboard was written: “Today is spring, and I can not see it.”
Morale: Cambia la tua strategia quando le cose non vanno molto bene e vedrai che poi andrà meglio.
Moral: Change your strategy when things aren’t going very well, and you will see that they then will go better.
Good Ciak!
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kronos
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venerdì 13 agosto 2010
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ad oggi il miglior tarantino
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La fama è arrivata con 'Pulp Fiction', ma il vero capolavoro tarantiniano rimane l'esordio low budget. 'Le iene' è il miglior concentrato filmico della Quentin filosofia: denso, imprevedibile, feroce, grottesco, autoriale e citazionista pur mantenendo una personalità propria.
Gli stessi ingredienti verranno felicemente riproposti in (alcuni) film successivi, 'Inglorious Basterds' compreso, ma non con la stessa tensione e compattezza narrativa del primo film.
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giovanni.
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sabato 17 luglio 2010
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tarantino sopravalutato, film noiosissimo
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uno dei film più noiosi, che ho visto fino alla fine solo perchè si trattava di tarantino e volevo vedere "dove voleva arrivare "come diceva toto,ai colleghi del forum consiglio di espremere i loro giudizi senza aver letto prima i critici, poi per coerenza se apprezzate questo film dovete apprezzare anche i film che hanno ispirato tarantino come roma a mano armata, milano spara, la polizia si incazza, giovannona coscialunga etc.
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(di stefano94)
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