Le iene - Cani da rapina |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Harvey Keitel, Steve Buscemi, Tim Roth, Michael Madsen, Chris Penn.
continua»
Titolo originale Reservoir Dogs.
Hard boiled,
durata 105 min.
- USA 1992.
- Paco Pictures
uscita martedì 26 giugno 2012.
MYMONETRO
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Una grande prima prova, cinica e violenta
di Pier Lorenzo PisanoFeedback: 12452 | altri commenti e recensioni di Pier Lorenzo Pisano |
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venerdì 1 aprile 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il primo lungometraggio di Tarantino presenta molte tematiche che ritorneranno sempre: la violenza (qui ancora realistica e non ridicola, la formidabile sceneggiatura dai dialoghi ironici e sferzanti, un’esasperato citazionismo e in particolare un grosso debito col cinema orientale(al quale attinge pesantemente, basti pensare a “City on Fire”). La vicenda tratta essenzialmente di una rapina andata male, per colpa di un infiltrato: ma l’attenzione è posta sui dialoghi e le differenti psicologie dei personaggi; la scena della rapina non verrà mai rappresentata sullo schermo, mentre attraverso vari flashback conosceremo gradualmente i retroscena e dettagli sui rapinatori. La sequenza iniziale sintetizza l’essenza stessa del film: un gruppo di persone in un caffè, discutono di musica e di altri argomenti generici. Questa scena è completamente slegata dal resto del film ed ha due funzioni: ci mostra i personaggi rilassati, a loro agio, scherzosi e crea nello spettatore empatia per loro (che sarebbe stato difficile creare mostrandoli come assassini spietati); in secondo luogo lancia alcuni indizi su ognuno attraverso i loro discorsi: i personaggi sono i loro dialoghi. Mr. White(Harvey Keitel) è “anziano” rispetto agli altri e accomodante, ma sa farsi rispettare; Mr. Pink(Steve Buscemi) col suo discorso sulle mance appare anticonformista, cinico, materialista e calcolatore; Mr. Blonde(Michael Madsen) è taciturno, e l’unica battuta che dice è:“vuoi che spari a questo stronzo?”, che pur se detta in un contesto scherzoso esprime la sua violenza; Eddie "il bello" Cabot(Chris Penn) sembra amichevole, ma si distingue dagli altri: è lui che raccoglie le mance, si trova evidentemente in una situazione di superiorità, ed infatti è il figlio del boss; Joe Cabot(Lawrence Tierney) è il capo indiscusso, piu anziano di Mr. White, paga per gli altri e ignora le resistenze di Mr. Pink nel lasciare una mancia; Mr. Orange(Tim Roth) parla solo quando Joe chiederà chi non ha messo la mancia: fa la spia, ed infatti sarà lui a tradire. È importante sottolineare come nulla faccia presagire che questi uomini siano dei criminali. Assistiamo solo ad una scena tranquilla in un bar. Subito dopo questa lunga sequenza, il ritmo del film cambia drasticamente e davanti a noi c’è un uomo urlante in un lago di sangue, un irriconoscibile Mr. Orange(se confrontato alla persona vista nel bar) con Mr. White alla guida. Lo spettatore è catapultato nell’azione, senza nessuna idea su cosa stia succedendo, (sebbene inizialmente la sceneggiatura di Tarantino dopo la scena del bar prevedesse una didascalia “uno di questi uomini è un poliziotto. E prima della fine, saranno tutti morti tranne uno”). A parte alcuni interni e pochissimi esterni, tutto il film si svolge nell’hangar, punto di ritrovo a rapina ultimata; come in un dramma teatrale tutta l’azione e la tensione passa attraverso il parlato, mentre la violenza oltre che verbale è anche fisica: celebre la scena della tortura del poliziotto da parte di Mr. Blonde a ritmo di "Stuck in the Middle With You". Una grande prima prova, cinica e violenta; il piccolo hangar che ospita i rapinatori è una metafora del mondo fuori controllo in cui viviamo, dove la follia può presentarsi in ogni momento, nessuno è davvero in grado di conoscere gli altri, non ci si può fidare di nessuno ed anzi la fiducia paga pegno, non c’è nulla di pianificabile e l’imprevisto è all’ordine del giorno e tutti attendono impotenti il proprio destino.
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