Quando soffia il vento

mi viene da ammettere che questa volta dottor morando si sbaglia di grosso: il film, pur essendo onestamente prolisso, fa della sua lentezza un manifesto all'angoscia. è un'angoscia che diventa via via più forte, un'amarezza incontenibile che quando scopri che sei "solo a metà film" ti viene voglia di togliere tutto, un'amarezza che ti rovina la giornata, ma che fa riflettere. una riflessione, questa, che si pone sono quando si è di fronte ad un buon film. e mi viene da insultare solo quel geniaccio di murakami per aver descritto due personaggi così innocenti e ottimisti: fino alla fine, fino a quel commovente e confuso Padre Nostro, sono convinti che tutto andrà per il meglio, deboli proprio come quell'agnello che prima è beato in mezzo agli angioletti e poi è tagliato per essere servito in tavola, nei piatti degli stessi angioletti di prima. senza contare poi i bizzarri effetti di 2d misto a 3d che danno un particolare tocco stop-motion in alcune parti (le coperte e i sacchetti di carta sono bellissimi) e nelle due bellissime sequenze da trip psichedelico, che non fanno che incrementare un giudizio che è già più che positivo di base.