the man of steel
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lunedì 25 ottobre 2010
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se avete un sequel in cantiere...
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...e non avete voglia di girarlo affidatelo a James Cameron e lui ne avrà la stessa cura del primo capitolo come se fosse suo, vedere i rpimi due Terminator per credere. L'ex camionista Cameron padre di filmoni come Avatar e Titanic nel lontano 86 fece l'impossibile: fare un bel film seguito di un capolavoro e allo stesso tempo cambiarne l'atmosfera horror per sostituirla con una meno tesa e più action. Il risultato funziona a meraviglia e culmina nel fantastico scontro finale con la madre Alien grazie al Mecha Robot guidato da Ripley. Effetti Speciali da Oscar e trama poco scontata nonostante siano presenti diversi clichè. W James Cameron
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andrea levorato
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venerdì 30 settembre 2011
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l'apice dell'epica fantascientifica
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Aliens – Scontro finale ****1/2
Produzione: USA 1986
Genere: Fantascienza, Horror
Attori principali: Sigourney Weaver, Carrie Henn, Paul Reiser, Michael Bihen
Regia: James Cameron
Trama:
Il tenente Ripley (Weaver) si risveglia dal sonno criogeno. Le viene chiesto di guidare una spedizione in una colonia con cui si sono interrotte le comunicazioni. Ricomincia l’incubo.
Mini recensione:
Con il sequel Cameron supera l’originale. Non c’è innovazione (a contrario del primo), il tutto è più simile al genere fanta-epico di Star Wars, per l’ampio utilizzo di effetti speciali di prim’ordine, ma ha una marcia in più.
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Aliens – Scontro finale ****1/2
Produzione: USA 1986
Genere: Fantascienza, Horror
Attori principali: Sigourney Weaver, Carrie Henn, Paul Reiser, Michael Bihen
Regia: James Cameron
Trama:
Il tenente Ripley (Weaver) si risveglia dal sonno criogeno. Le viene chiesto di guidare una spedizione in una colonia con cui si sono interrotte le comunicazioni. Ricomincia l’incubo.
Mini recensione:
Con il sequel Cameron supera l’originale. Non c’è innovazione (a contrario del primo), il tutto è più simile al genere fanta-epico di Star Wars, per l’ampio utilizzo di effetti speciali di prim’ordine, ma ha una marcia in più. Ovvero degli interpreti straordinari. Sigourney Weaver risulta meno ispirata che nel primo capitolo, ma è per lo più la parte a non richiederlo, mentre la giovane Carrie Henn, che era una principiante il quale unico lavoro fu proprio “Aliens”, da prova di talento da vendere. La piccola divenne la rivelazione dell’anno e vinse numerosi premi. Il personaggio di “Newt”, poi, è memorabile in quanto uno dei primi a ribaltare il cliché del bambino passivo. Cameron ha battuto Scott e non c’è di che stupirsi.
Interpretazioni:
Sigourney Weaver ****
Carrie Henn ****
Paul Reiser ***
Michael Bihen ***
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jacopo b98
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mercoledì 5 giugno 2013
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il grande seguito di alien emoziona e terrorizza
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Ripley (Weaver), dopo aver sconfitto l’alieno e distrutto la Nostromo, viaggia per cinquantasette anni in ibernazione e quando si risveglia scopre che il pianeta da dove proveniva la terribile creatura è stato colonizzato e si sono persi tutti i contatti con i coloni. L’eroina tornerà sul pianeta con un gruppo di marines e scoprirà che gli alieni si sono moltiplicati. Terzo film del re dei registi americani, coprodotto con Walter Hill e Gale Anne Hurd, è il primo seguito del capolavoro di Scott. La formula è la stessa: non c’è più la claustrofobia della Nostromo, ma i personaggi sono comunque intrappolati e non possono scappare, alla fine, quando tutto sembra finito rispunta fuori l’alieno, ecc.
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Ripley (Weaver), dopo aver sconfitto l’alieno e distrutto la Nostromo, viaggia per cinquantasette anni in ibernazione e quando si risveglia scopre che il pianeta da dove proveniva la terribile creatura è stato colonizzato e si sono persi tutti i contatti con i coloni. L’eroina tornerà sul pianeta con un gruppo di marines e scoprirà che gli alieni si sono moltiplicati. Terzo film del re dei registi americani, coprodotto con Walter Hill e Gale Anne Hurd, è il primo seguito del capolavoro di Scott. La formula è la stessa: non c’è più la claustrofobia della Nostromo, ma i personaggi sono comunque intrappolati e non possono scappare, alla fine, quando tutto sembra finito rispunta fuori l’alieno, ecc. Tuttavia se questo genere di seguito normalmente è un fallimento, Cameron realizza invece un film abbastanza originale, più terrorizzante e violento del precedente, interpretato da un gran cast in cui spicca la sempre bravissima Weaver. Spettacolare e intelligente, sempre inquietante e con un finale al cardiopalma, se Scott aveva caricato di tematiche la sua opera, Cameron predilige le regole semplici dei film d’azione violenta e solo in alcuni momenti si abbandona a riflessioni non banali (esemplare è la scena del dialogo con la bambina prima di andare a letto: “Ci dicono sempre che i mostri non esistono, ma invece esistono!” dice la piccola Newt [Henn]). Divertente, americano, pieno di buon patriottismo nei dialoghi, ricchissimo di elogi al corpo dei marine. Ottimo successo ai botteghini e sette nomination agli Oscar: attrice, colonna sonora (James Horner), scenografie, montaggio, sonoro e due statuette vinte, montaggio sonoro e effetti speciali. Memorabile il duello finale con l’alieno-madre. Ne esiste una versione allungata con diciassette minuti in più.
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floyd80
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giovedì 7 maggio 2015
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terrorizzante
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Premessa preferisco il primo.
Aliens rimane però un film magnifico. Infatti sotto il punto di vista tecnico è perfetto, dagli effetti speciali alla terrificante musica. I mostri sono spaventosi e la regina fa davvero rizzare i peli.
Ps la versione director's cut da spessore al personaggio di Ripley.
Ritengo che tutta la saga sia da vedere (persino il terzo) perché rimane a tutt'oggi una delle miglior saghe di fantascienza nella storia del cinema.
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Premessa preferisco il primo.
Aliens rimane però un film magnifico. Infatti sotto il punto di vista tecnico è perfetto, dagli effetti speciali alla terrificante musica. I mostri sono spaventosi e la regina fa davvero rizzare i peli.
Ps la versione director's cut da spessore al personaggio di Ripley.
Ritengo che tutta la saga sia da vedere (persino il terzo) perché rimane a tutt'oggi una delle miglior saghe di fantascienza nella storia del cinema.
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carloalberto
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mercoledì 25 agosto 2021
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l''ideologia nascosta
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La spedizione di Ripley e compagni può essere letta come una metafora della missione salvifica dell’America reaganiana degli anni ’80, in guerra perenne contro i nemici che si annidano nei lontani pianeti colonizzati della costellazione a stelle e strisce, minacciando di far fallire il piano globale di terraformazione, ovvero l’occidentalizzazione democratica del mondo.
Cameron umanizza tutti, dall’androide Bishop, che supera per lealtà, senso del dovere e spirito di sacrificio i componenti umani della spedizione, riscattando così la categoria, infangata dal suo omologo nel primo Alien, alla creatura stessa, protagonista sempre spietata e cacciatrice, ma vista adesso anche sotto una luce diversa, come madre che difende con gli artigli e con i denti, e che denti!, la sua cucciolata-covata di piccoli alien ancora in bozzolo.
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La spedizione di Ripley e compagni può essere letta come una metafora della missione salvifica dell’America reaganiana degli anni ’80, in guerra perenne contro i nemici che si annidano nei lontani pianeti colonizzati della costellazione a stelle e strisce, minacciando di far fallire il piano globale di terraformazione, ovvero l’occidentalizzazione democratica del mondo.
Cameron umanizza tutti, dall’androide Bishop, che supera per lealtà, senso del dovere e spirito di sacrificio i componenti umani della spedizione, riscattando così la categoria, infangata dal suo omologo nel primo Alien, alla creatura stessa, protagonista sempre spietata e cacciatrice, ma vista adesso anche sotto una luce diversa, come madre che difende con gli artigli e con i denti, e che denti!, la sua cucciolata-covata di piccoli alien ancora in bozzolo.
Tutti umanizzati, fuorché Paul Reiser che interpretando il bieco rappresentante della società multinazionale, con interessi nella terraformazione di nuovi pianeti e nella ricerca di nuove specie biologiche da sfruttare come armi, è il simbolo del cattivo capitalismo, quello avido, cinico, senza scrupoli, condannato dal puritanesimo americano perché, ponendo il profitto davanti ad ogni cosa, offusca lo spirito fondamentalmente benefico del capitalismo, facendogli una cattiva propaganda. Il personaggio di Reiser, per questo, è tratteggiato come un viscido, vigliacco traditore, perché mina dal di dentro ed alla base i valori su cui si fonda il sistema capitalistico.
Pur essendo un prodotto commerciale di puro intrattenimento, un thriller fantascientifico di ottima fattura, il film non difetta, tuttavia, come tutta la produzione hollywoodiana di un certo rilievo, di una ideologia di fondo, di un messaggio nascosto o come in questo caso di almeno due.
Il primo è che bisogna essere ottimisti verso la cibernetica, perché i robot, se perfezionati, da potenziali pericoli, possono trasformarsi in preziose risorse per migliorare la condizione umana, salvandoci addirittura la vita, come fa Bishop in un paio di occasioni.
Il secondo è che il nemico può anche avere famiglia, essere amorevole e protettivo con la sua nidiata di teneri pargoletti, avere quindi una parvenza di umanità, ma se minaccia le nostre vite, ovvero i nostri interessi vitali, deve essere eliminato senza pietà, con tutte le armi messe a disposizione dalla tecnica, lanciafiamme, granate, etc..fino al nucleare come si vede nel finale del film.
Se, invece, cerca di si insinuarsi nel tessuto sociale, come l’alieno che penetra nel corpo umano attraverso la bocca dei suoi ospiti, deve essere espulso una volta e per sempre dalla comunità civile, eiettato nello spazio profondo, in un viaggio che non prevede ritorno.
Ma si sa, lo scontro col nemico, in una società guerriera, non è mai quello finale, sia perché i sequel di un successo commerciale sono quasi sicuramente degli ottimi affari, sia perché il nemico è sempre in agguato ed occorre prepararsi, tra un pop corn e l’altro, ad affrontarlo, per il momento, virtualmente, nel buio della sala.
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marvelman
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sabato 23 ottobre 2010
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aliens
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Cameron porta bene avanti l'eredità di Scott e confeziona un film d'azione fantascientifica a toni horror che comunque è leggermante inferiore all'originale per via della perdita dell'atmosfera e della paura del mostro nell'astronave ma per ilresto ci guadagna in spettacolarità, una caratteristica di James Cameron, soprattutto in questo film in cui si possono notare elementi che hanno influenzato Avatar, su tutti il Mecha robot antropomorfo.
Egli si conferma un grande cineasta e porta avanti un cinema d'effetto, efficace, prorompente e allo stesso tempo non perde in originalità e ritmo.
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nick castle
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domenica 12 dicembre 2010
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seguito poco originale...
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Dopo sette anni arriva il seguito, immancabile ovviamente. Come capitano della squadra James Cameron, reduce dal successo di Terminator. Quà Cameron propone per la prima volta elementi poi divenuti tipici (rindondanti) nelle sue sceneggiature. Gli umani che colonizzano un altro pianeta, i marines che cercano di estinguere gli alieni dal pianeta, la solita arroganza statunitense, il delirio di onnipotenza sono gli elementi che più emergono dalla debole sceneggiatura di Cameron, che oltre a ciò infarcisce il tutto con un amalgama non troppo riuscita di azione, catastrofismo ed ostentazione di effetti speciali. Cameron ha fatto di meglio...
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