Non drammatizziamo... è solo questione di corna

Un film di François Truffaut. Con Jean-Pierre Léaud, Claude Jade, Hiroko Berghauer, Ada Lonati, Clade Vege.
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Titolo originale Domicile conjugal. Commedia, durata 97 min. - Francia 1970. MYMONETRO Non drammatizziamo... è solo questione di corna * * * - - valutazione media: 3,30 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
el gato martedì 22 maggio 2012
questo è cinema Valutazione 5 stelle su cinque
60%
No
40%

Come in tutta la serie truffautiana, anzi in tutta la produzione di Truffaut, questo è vero cinema: senza lambiccamenti intellettuali(adatti ad altri media, non al cinema), senza lungaggini, con un uso intelligentissimo della tecnologia filmica(non solo perché all'epoca ce n'era poca)e delle figure retoriche più"cinematografiche"(elllisse, dissolvenza), un film ironico, auto-ironico, geniale, dove la bravura degli attori fa il paio con un'intelligenza -anche nell'accezione letterale del lemma-formidabile. Dopo Hitchcock, Bunuel e Truffaut ben poco di nuovo, al cinema.     El Gato  

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jessica martedì 7 agosto 2007
drammatizziamo: il titolo e'un insulto al regista! Valutazione 3 stelle su cinque
45%
No
55%

Inizio col dire che François Truffaut è uno dei miei registi preferiti. Il cinema francese è da intenditori, ed in particolare quello di Truffaut ti lascia qualcosa che ti colpisce, perlomeno a me ha colpito,in maniera decisamente favorevole.Ho avuto modo di vedere alcuni film di questo grande regista, e di appassionarmi dunque, anche alla saga di Antoine Doinel, interpretato da Jean Pierre Léaud, uno degli attori piu' quotati, a mio avviso, nel panorama cinematografico. Domicile Conjugal è il quarto capitolo della saga che ha inzio nel 1959 con I quattrocento colpi, (con un Léaud che ha circa 12 anni), e si conclude nel '79 con L'amour en fuite. E' la storia di un uomo che fatica a crescere, maturare, ed assumersi le sue responsabilità, davvero molto interessante l'evoluzione psicologica del protagonista. [+]

[+] jessica hai sbagliato (di roby96)
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jessica lunedì 6 agosto 2007
carina la saga di antoine doinel... Valutazione 3 stelle su cinque
33%
No
67%

I film francesi sono da intenditori!Truffaut è il mio regista preferito e ho avuto modo di vedere alcuni dei suoi film che mi hanno lasciata favorevolmente colpita!. Ho avuto dunque anche la possibilità di appassionarmi alla "saga" di Antoine Doinel, interpretato dal bellissimo e bravissimo Jean-Pierre Leaud;a mio avviso uno degli attori piu'quotati nel panorama cinematografico. Domicile Conjugal è molto carino come film, è interessante l'evoluzione psicologica di Doinel da ragazzino undicenne fino a quando non diventerà finalmente un uomo nel capitolo conclusivo "L'amour en fuite" (1979). Concordo con chi ha detto che il titolo italiano di Domicile Conjugal è osceno, io aggiungo a dir poco osceno!. [+]

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jessica lunedì 6 agosto 2007
drammatizziamo: il titolo e'un insulto al regista! Valutazione 4 stelle su cinque
33%
No
67%

Vorrei iniziare dicendo che Truffaut è il mio regista preferito. Ho avuto modo di vedere i suoi film e sono rimasta favorevolmente colpita dalle sue pellicole piene di fascino. Il cinema francese è da intenditori, e focalizzando l'attenzione su Truffaut,posso asserire con fermezza che ti lascia qualcosa di particolare. Ho avuto, dunque, anche la possibilità di appassionarmi alla saga di Antoine Doinel, interpretato dal bellissimo e bravissimo Jean Pierre Léaud. Egli, a mio avviso, è uno degli attori piu' quotati nel panorama cinematografico, dotato di un carisma, che non è da tutti. Il titolo italiano di Domicile Conjugal, pressochè ridicolo,non gli ha certo reso onore; e questo vale anche per il regista, grande maestro. [+]

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dario mercoledì 27 luglio 2016
insapore Valutazione 2 stelle su cinque
20%
No
80%

Film tipico di Truffaut che lavorava per continua sottrazione e falsa modestia. La falsità sta nel fatto che tutto è forzato, anche se scaltramente la forzatura è posta sottotraccia. Truffaut aveva una grande considerazione di se stesso e del suo cinema (di moda, ai tempi, basti pensare a Resnais) in maniera quasi involontaria e umile. Il film, more solito, è molto (troppo) parlato, crea scarsa suggestione, non sa dove andare, si rifugia in ricami fini a se stessi. Recitazione da sbadiglio, sfumature caricate di niente, birignao in continuazione e tanta voglia di fare di più frustrata dalla ricerca di un linguaggio significativo, in realtà fuori giri. [+]

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