Il film propone accurato mélange tra i codici dell’horror italiano e il genere mitologico-avventuroso. Antonio Margheriti, alias Anthony M. Dawson, non lo dirige da solo. Al suo fianco, infatti, c’è Ruggero Deodato, altro nome fondamentale dell’horror italiano e suo aiuto regista in molti film, che porta avanti il lavoro nelle giornate in cui Margheriti è impegnato è impegnato nella realizzazione de I Giganti di Roma. La leggenda dice che originariamente avrebbero dovuto comparire le firme di entrambi i registi ma che poi i distributori, refrattari nei confronti delle regie a due nomi, abbiano costretto la produzione a non farlo. L’atmosfera del film è più affine a quella degli horror che ai tradizionali ed esagerati peplum del periodo.
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Il film propone accurato mélange tra i codici dell’horror italiano e il genere mitologico-avventuroso. Antonio Margheriti, alias Anthony M. Dawson, non lo dirige da solo. Al suo fianco, infatti, c’è Ruggero Deodato, altro nome fondamentale dell’horror italiano e suo aiuto regista in molti film, che porta avanti il lavoro nelle giornate in cui Margheriti è impegnato è impegnato nella realizzazione de I Giganti di Roma. La leggenda dice che originariamente avrebbero dovuto comparire le firme di entrambi i registi ma che poi i distributori, refrattari nei confronti delle regie a due nomi, abbiano costretto la produzione a non farlo. L’atmosfera del film è più affine a quella degli horror che ai tradizionali ed esagerati peplum del periodo. Sulla storia aleggia fin dall’inizio la figura animalesca di una sorta di licantropo assassino e misterioso dietro al quale si nasconde il segreto di una pozione simile a quella che trasforma Jeckill in Mr. Hide. Gli appassionati possono sbizzarrirsi a distinguere le sequenze girate da Deodato da quelle dirette da Margheriti. A quest’ultimo sono da attribuire gli effetti speciali e le immancabili sequenze girate nelle caverne di "Palazzolo", una lunga teoria di grotte e cunicoli nella zona di Castel Gandolfo che figurano in molti suoi film. Riconoscibile è anche il suo stile di ripresa perennemente in movimento con la cinepresa a mano che attraversa quinte e oggetti in primo piano.
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