paride86
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venerdì 5 novembre 2010
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bellissimo
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Uno dei capisaldi del cinema noir.
"Touch of evil" è un trattato di regia, un film intenso che non è invecchiato di una virgola: attori strepitosi, suspense, mistero e una vena di grottesco.
E' anche una bella riflessione sull'onestà di chi deve far rispettare la legge, sui suoi compiti e i suoi limiti.
Bellissimo.
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dario
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martedì 16 agosto 2011
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sontuoso
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Avesse fatto un Quinlan un po' meno manierato, sarebbe stato, per Welles, il capolavoro assoluto. Grandiosa la messinscena e spettacolare lo svolgimento della vicenda, una sporca vicenda che Welles - regista con vero senso del cinema (movimento, concatenazione dei fatti, svolgimento essenziale dell'episodio) rende sgradevole al punto giusto.
Memorabile la scena con Tamiroff (grandissimo comprimario), certo la migliore del film e ammirevole il ritmo incalzante, implacabile, quando ricca di sorprese, verso un finale sorprendente quanto logico. Non un attimo di tregua, personaggi al'altezza, ambientazione perfetta, riprese magistrali. Un film indimenticabile.
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jos_d
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mercoledì 1 luglio 2009
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un film sopravvalutato
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Considerato da molti dei più autorevoli critici italiani di cinema come un vero e proprio capolavoro del genere noir, questa pellicola è stata a mio avviso decisamente sopravvalutata. Il fatto è che si tratta di un film piuttosto incoerente che ci offre alcuni assaggi di grande cinema, ma che è anche pieno di difetti. In particolare a me sembra evidente la stridenza fra la presenza di un persanaggio, come sottolineato dallo stesso Morandini, di "tragica statura shakespeariana" quale il capitano Quinlan, ed un personaggio del tutto buffonesco quale lo zio Joe che sarebbe piuttosto degno di un film di Franco e Ciccio. Inoltre, è altrettanto ridicolo che per essere messa al sicuro, la moglie di Vargas venga portata in un desolatissimo motel fuori città, che poi si scoprirà peraltro essere di proprietà proprio del malavitoso dal quale non si sarebbe dovuta fare trovare.
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Considerato da molti dei più autorevoli critici italiani di cinema come un vero e proprio capolavoro del genere noir, questa pellicola è stata a mio avviso decisamente sopravvalutata. Il fatto è che si tratta di un film piuttosto incoerente che ci offre alcuni assaggi di grande cinema, ma che è anche pieno di difetti. In particolare a me sembra evidente la stridenza fra la presenza di un persanaggio, come sottolineato dallo stesso Morandini, di "tragica statura shakespeariana" quale il capitano Quinlan, ed un personaggio del tutto buffonesco quale lo zio Joe che sarebbe piuttosto degno di un film di Franco e Ciccio. Inoltre, è altrettanto ridicolo che per essere messa al sicuro, la moglie di Vargas venga portata in un desolatissimo motel fuori città, che poi si scoprirà peraltro essere di proprietà proprio del malavitoso dal quale non si sarebbe dovuta fare trovare. In conclusione, si tratta comunque di un film discreto che, come detto, presenta anche alcuni momenti molto alti, ma che nel complesso non può a mio avviso essere paragonato a veri capolavori del genere quali "La fiamma del peccato" di Wilder o "La donna del ritratto" di Lang.
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