L'alibi era perfetto

Un giovane scrittore, Tom Garrett (Dana Andrews, efficace ma un po' troppo serioso) ha un'intuizione: ideare insieme al futuro suocero Spencer (proprietario di un influente giornale per cui lo stesso Garrett tempo prima lavorava)un piano in cui lo stesso Garrett si finga un assassino, disseminando tracce e indizi ovunque (ma fotografati da Spencer stesso nel caso probabilissimo in cui venga condannato) per due motivi: tentare di abrogare l'esecuzione capitale anche nello stato in cui essi vivono (per cui il PM Thompson è nettamente a favore) e, al contempo, discolpare in modo definitivo lo stesso Garrett (che, in effetti, aveva ucciso una ballerina tempo prima). Il tutto avviene sotto gli occhi della fidanzata di Garrett (Joan Fontaine, al solito credibile e brava ma in uno degli ultimi ruoli di successo che avrebbe interpretato). Dopo molti colpi di scena, la conclusione rispecchia alla perfezione il cinema di Fritz Lang, di sicuro uno dei registi a livello mondiale più esperti nell'introspezione umana. Molti non li ritengono un capolavoro e, forse, non lo è. Ma è certo un ottimo film, originale, con due bravi attori principali e altrettanto protagonisti che, come di consueto nel grande regista europeo, fuoriescono prepotentemente. B/n bellissimo.