La porta del cielo

Su un treno diretto per Loreto,alcuni malati rivivono le loro sofferenze in attesa della grazia al loro arrivo.Chi vorrebbe riavere la vista,chi vorrebbe poter ritornare a camminare,o chi non vorrebbe che un segreto venisse rilevato.Arriveranno a destinazione e i risultati non necessariamente saranno miracoli ma consapevolezzè. Vittorio De sica (I bambini ci guardano,un garibaldino in convento) dirige un capolavoro.Girato nel periodo della Roma occupata dai nazisti,la pellicola è costata fatica e incolumità,ma tratta l'argomento della fede in maniera eccelsa.La metafora del treno diretto a Loreto,una sorta di espiazione o purgatorio dove queste anime condannate cercano la salvezza,è la quintessenza dell'originalità,ma ad ogni modo la bravura tecnica del regista di Sora sta anche nell'entrare nell'occhio dei sofferenti e far rivivere le loro angoscia. Il miracolo purtroppo non tocca tutti,ma forse la fede è la risposta a molti dubbi.Finale scenografico e sublime,in cui le fiaccole illuminate sembrano fuochi accesi di fede o anime luminose.Il capolavoro di Vittorio De Sica invita lo spettatore a interrogarsi sulla fede e il misticismo religioso per un dialogo con sé stessi dove forse si trovano le risposte giuste.Scritto da Fabbri ,Franci ,De Sica e l'ottimo Zavattini.Pellicola da ammirare.