Il film racconta la storia di tre fratelli, divisi alla nascita, ed eredi di un ricco e facoltoso possidente. Lo zio Pantaleo (nel cui “mobilissimo” ritratto si riconosce un Totò barbuto) era un impenitente donnaiolo, ed in una di queste avventure galanti aveva ingravidato un'artista circense, una cavallerizza, la quale aveva dato alla luce 3 gemelli, divisi alla nascita. Uno sarebbe diventato uno spiantato, l'altro un timido autore musicale (di successo ma vessato dai suoi manager, tra cui una fulgida Elli Parvo ed un giovane e irriconoscibile Paolo Stoppa) e l'altro, aggiuntosi solo alla fine, l'unico che avrebbe continuato l'arte circense. Molti i personaggi in scena: le due sorelle zitelle dello Zio Pantaleo (Isa Bellini, Dina Perbellini), il fratello iracondo, padre di tre giovani e cinguettanti nipoti, fresche fresche di fuga dal collegio femminile (come la tradizione del genere “monella di papà” vorrebbe), un cugino presunto cacciatore di leoni (in realtà molto più pavido) ed un inquietante maggiordomo).
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Il film racconta la storia di tre fratelli, divisi alla nascita, ed eredi di un ricco e facoltoso possidente. Lo zio Pantaleo (nel cui “mobilissimo” ritratto si riconosce un Totò barbuto) era un impenitente donnaiolo, ed in una di queste avventure galanti aveva ingravidato un'artista circense, una cavallerizza, la quale aveva dato alla luce 3 gemelli, divisi alla nascita. Uno sarebbe diventato uno spiantato, l'altro un timido autore musicale (di successo ma vessato dai suoi manager, tra cui una fulgida Elli Parvo ed un giovane e irriconoscibile Paolo Stoppa) e l'altro, aggiuntosi solo alla fine, l'unico che avrebbe continuato l'arte circense. Molti i personaggi in scena: le due sorelle zitelle dello Zio Pantaleo (Isa Bellini, Dina Perbellini), il fratello iracondo, padre di tre giovani e cinguettanti nipoti, fresche fresche di fuga dal collegio femminile (come la tradizione del genere “monella di papà” vorrebbe), un cugino presunto cacciatore di leoni (in realtà molto più pavido) ed un inquietante maggiordomo). La messa in scena è abbastanza puerile, ma fa ridere (certo probabilmente all'epoca era molto più divertente....) e questo è quello che è necessario. Un po' fastidiose le nipotine cinguettanti, sul modello del Trio Lescano, ma anche questo era chiaramente segno dei tempi.
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