Da Mayerling a Sarajevo

Film 1940 | Drammatico, 90 min.

Titolo originaleDe Mayerling à Sarajevo
Anno1940
GenereDrammatico,
ProduzioneFrancia
Durata90 minuti
Regia diMax Ophüls
AttoriEdwige Feuillère, John Lodge, Aimé Clariond, Jean Worms, Jean Debucourt Raymond Aimos, Gabrielle Dorziat, Henri Bosc, Gaston Dubosc, Marcel André.
Uscitalunedì 3 luglio 2017
DistribuzioneLab 80 Film
MYmonetro 2,98 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Max Ophüls. Un film con Edwige Feuillère, John Lodge, Aimé Clariond, Jean Worms, Jean Debucourt. Cast completo Titolo originale: De Mayerling à Sarajevo. Genere Drammatico, - Francia, 1940, durata 90 minuti. Uscita cinema lunedì 3 luglio 2017 distribuito da Lab 80 Film. - MYmonetro 2,98 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 15 dicembre 2023

Una rievocazione antimilitarista dell'inizio della prima guerra mondiale ricostruita riproponendo i giochi di potere del tempo. In Italia al Box Office Da Mayerling a Sarajevo ha incassato 2,8 mila euro .

Consigliato sì!
2,98/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 2,96
CONSIGLIATO SÌ
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Un film che, conservando in superficie i toni della vicenda romantica, propone una lettura dello scorrere inesorabile del tempo.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

Dopo il suicidio dell'arciduca Rodolfo d'Asburgo a Mayerling, l'erede al trono, retto da Francesco Giuseppe, è Francesco Ferdinando. Il giovane non lascia tranquillo l'anziano zio a causa delle sue idee progressiste. La situazione si complica ulteriormente quando conosce la contessa Sophie Chotek von Chotkowa, aristocratica ceca del Regno di Boemia e decide di sposarla nonostante i vincoli imposti dall'imperatore. Poiché non si tratta di un'appartenente, neanche in secondo grado, a una delle famiglie regnanti europee, i loro figli non avranno alcun diritto alla successione al trono e lei non potrà condividere il rango del consorte.

Siamo nel 1940 e Ophuls gira un film che mette a nudo gli anacronismi che hanno dominato le famiglie regnanti sin dalla prima scena in cui si stanno stabilendo le collocazioni dei partecipanti a una cerimonia ufficiale, quasi si trattasse delle posizioni di una coreografia.

Ma va oltre: parla di rispetto della libertà dei popoli e delle culture (facendo affermare queste esigenze a Sophie nel primo dialogo con Francesco Ferdinando) mentre Adolf Hitler sta sistematicamente proseguendo la sua opera di azzeramento delle stesse. Non è un caso che il dialogo di cui sopra avvenga sotto una brutta ma tremendamente incombente statua di Francesco Giuseppe, un potere che si fa convitato di pietra. Ciò che ancora una volta lo interessa è il confronto/scontro tra la maschera e il volto degli esseri umani. I due innamorati debbono nascondere i loro veri sentimenti a lungo prima di poterli far venire alla luce, grazie anche alla complicità dell'imperatrice. Così come, sul piano politico, Francesco Ferdinando si deve sforzare, con scarso esito, di trattenere la propria tendenza a dire ciò che pensa.

Questo però è anche un film che, conservando in superficie i toni della vicenda romantica, propone una lettura dello scorrere inesorabile del tempo (si noti quanti orologi vi siano presenti a partire da quello che provoca la prima irritazione di Sophie). È un tempo che conduce inesorabilmente alla morte e non a una morte naturale. Ophüls è ovviamente consapevole che lo spettatore sa bene cosa abbia significato Sarajevo per la Storia e per la storia di Sophie e Francesco Ferdinando. Proprio per questo preferisce puntare l'attenzione sulle ultime ore di vita della coppia piuttosto che sull'attentato. I gesti, le parole, la premonizione data da quel buio improvviso che piomba sul vagone ferroviario in cui viaggiano divengono segni puntuali che contrastano con il tono precedente in cui le difficoltà e gli ostacoli posti dalla rigidità delle regole di corte si stemperavano nella solidità del rapporto tra i due protagonisti.
Una nota in conclusione meritano i due attori. Edwige Feullière, dopo aver prestato l'anno prima le proprie sembianze alla tormentata Evelyn di Tutto finisce all'alba torna ora nei panni di Sophie. John Lodge, dopo aver interpretato un personaggio progressista nella vita reale diventerà prima senatore del Partito Repubblicano negli Usa per poi essere eletto Governatore del Connecticut.

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