Titolo originale | Boot camp |
Anno | 2007 |
Genere | Thriller |
Produzione | USA |
Regia di | Christian Duguay |
Attori | Mila Kunis, Gregory Smith, Peter Stormare, Regine Nehy, Alejandro Rae, Christopher Jacot Tygh Runyan, Matthew Smalley. |
MYmonetro | 2,50 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 27 luglio 2010
Un'associazione guidata da Norman Hail offre alle famiglie con figli ribelli la possibilità di metterli in riga.
CONSIGLIATO NÌ
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L'ASAP è un'associazione guidata da Norman Hail che offre alle famiglie con figli ribelli la possibilità di metterli in riga. I genitori firmano infatti un'autorizzazione al prelievo dei loro figli adolescenti i quali vengono reclusi in un campo in un'isola delle Fiji. Qui i metodi sono decisamente duri e non è detto che gli esiti siano garantiti.
È un film forse volutamente ambiguo quello diretto da Christian Duguay. Perché inizialmente si rischia, nonostante tutto, per comprendere le difficoltà dei genitori e il loro bisogno di risolvere situazioni border line che minano dalle fondamenta la famiglia. Se lo Stato non è in grado di intervenire forse la linea dura può porre un rimedio. Siamo costretti però fin da subito a misurarci con quella che non è solo un'ipotesi perché questo genere di campi esiste davvero. La gerarchia è rigida, le prove da superare dure, le umiliazioni che debbono portare ad autodafé pubblici altrettanto. Il film segue le vicende di alcuni dei ragazzi, ne sottolinea una legata relazione sentimentale e corre poi verso un finale abbastanza prevedibile. Grazie ad Arestrupo riesce a delineare a figura di un guru che, come tutti i manipolatori efficaci, individua esigenze reali e riesce ad analizzarle lucidamente salvo poi piegarle ai propri non disinteressati fini. È qui, più che nei personaggi minori come il bieco braccio destro pronto ad approfittarsi esplicitamente della propria posizione di potere, che sta l'interesse del film. Il falso concetto di corresponsabilità diviene un'arma letale nelle mani di chi detiene il potere. Se uno trasgredisce tutti vengono puniti. A qualcuno è forse successo da bambino senza bisogno di andare come recluso alle Fiji. Un compagno si comportava male e tutti saltavano l'intervallo. La sensazione dell'ingiustizia subita può talvolta riaffiorare nei ricordi da adulti. Nel Boot Camp però le punizioni non riguardano gli intervalli.
Un gruppo di adolescenti ribelli e problematici viene inviato in un campo di rieducazione nelle isole Fiji. Quello che apparentemente appare come un istituto correttivo di lusso si dimostrerà in realtà essere una vera prigione in cui i giovani devono subire vessazioni fisiche e psicologiche.
Non sono daccordo con greg2, ho trovato il film molto scorrevole,la trama interessante e coinvolgente.Mi è piaciuto davvero tanto. Lo consiglio vivamente
A parte la fine prevedibile e scontata, ma con un guizzo di intelligente sottrazione, film assai interessante e piacevole; direi un par di stellette e mezzo più che meritate!
Film del genere drammatico ben interpretato da attori anche se poco noti ma preparati al loro ruolo.La trama e' piacevole come lo e' l'intensita' della storia narrata che sembra sia tratta da eventi realmente accaduti nei vari centri di accoglienza per minori sparsi in tutto il mondo.Complessivamente un film verita' piu' che simpatico, interessante, intrigante piacevole da vedere.Voto 7+
Di primo acchito potrebbe sembrare una docufiction grazie alle scritte sovraimpresse nelle scene iniziali, in realtà è un thriller sentimentale ambientato in un campo di correzione per la rieducazione e la disintossicazione dei ragazzi drogati di famiglie abbienti americane, simile alle tante comunità che sorgono nel mondo occidentale per il recupero dei tossicodipendenti. [...] Vai alla recensione »
Film godibile ma di certo non eccezionale, da vedere quando non c'è nulla di meglio da fare.