Silkwood

È la vera storia di Karen Silkwood, frustrata operaia in una fabbrica dell'Oklahoma. Contaminata dal plutonio è diventata poi sindacalista per difendere il diritto di protezione contro quella sostanza pericolosa. Morì mentre stava per informare un giornalista delle importanti scoperte che aveva fatto e che avrebbero messo in ginocchio la fabbrica nucleare in questione. Grande ritorno di Mike Nichols, che purtroppo in seguito non mantenne la stessa qualità registica, e soprattutto grande interpretazione di Meryl Streep, migliore rispetto a parti che le hanno fatto vincere l'Oscar. 

Karen Silkwood lavora come operaia in una fabbrica di materiale radioattivo dell'Oklahoma insieme al fidanzato Drew e all'amica Dolly; ma quando all'interno dello stabilimento iniziano a verificarsi degli strani incidenti, la donna decide di indagare scoprendo che nella fabbrica non vengono rispettate le opportune regole di sicurezza, e che tutti i suoi colleghi sono sottoposti al rischio di essere contaminati dalle radiazioni.
Diretto nel 1983 dal regista Mike Nichols, questo film intenso e toccante racconta la vera storia di Karen Silkwood, una giovane operaia che decise di collaborare con il sindacato per denunciare il pericolo di contaminazione da plutonio, ma perse la vita in un misterioso incidente stradale nel 1974, poco prima di rilasciare una scottante intervista al New York Times. Sceneggiato da Alice Arlen e Nora Ephron, Silkwood si inserisce nel filone di quelle pellicole che, a partire dall'analogo Norma Rae, hanno esplorato il mondo delle fabbriche e hanno documentato le battaglie sostenute dai sindacati per salvaguardare i diritti dei lavoratori, ponendosi come uno dei massimi esempi del cinema di impegno civile. Duro e impietoso nel descrivere le scarse condizioni di sicurezza degli operai della fabbrica di plutonio, il film di Nichols risulta assolutamente efficace nel suo intento di denuncia, ma senza mai scivolare nella retorica. Il merito di questo è dovuto soprattutto ad una sceneggiatura asciutta ed incisiva, al taglio realistico della regia (ancora influenzata dallo stile cinematografico degli anni '70) e ad una precisa scelta narrativa, che rinuncia a idealizzare la sua protagonista per dipingere invece il ritratto assai più umano di una donna con comuni virtù e debolezze; e infatti, una buona parte del film è dedicata alla vita privata di Karen (Meryl Streep), con la sua complessa situazione familiare ed il rapporto con il compagno Drew (Kurt Russell).
Emozionante e coinvolgente, Silkwood riesce a essere un vero e proprio pugno nello stomaco, in particolare nelle sequenze in cui viene reso noto il mortale pericolo costituito dalle radiazioni, e nella rappresentazione della lotta della protagonista contro chi vorrebbe metterla a tacere, ma anche contro la diffidenza dei suoi stessi colleghi. Straordinaria l'interpretazione di Meryl Streep, candidata all'Oscar come miglior attrice per il ruolo principale, e quella di Cher nella parte di Dolly, la coinquilina lesbica di Karen, segretamente innamorata della sua amica (commovente la scena della sua sofferta dichiarazione d'amore). A dir poco struggente il finale, che si chiude sulle note della canzone Amazing Grace.