| Anno | 2025 |
| Genere | Documentario, |
| Produzione | Italia |
| Regia di | Paolo Galassi |
| Attori | Kristian Ghedina . |
| Distribuzione | RS Productions |
| MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
|
|
Ultimo aggiornamento martedì 28 ottobre 2025
Un tributo all'Italia, al suo sport, alla sua montagna e anche alla sua arte.
|
CONSIGLIATO SÌ
|
Per gli appassionati di sci italiano, c'è un solo sciatore in grado di avvicinare il mito di Alberto Tomba: Kristian Ghedina. Originario di Cortina, velocissimo, potentissimo, Ghedina ha saputo unire la follia del discesista al talento del campione vero. Il film ne racconta la vita e i successi (e pure qualche inevitabile sconfitta) visitando le sue zone, incontra i suoi vecchi compagni di squadra e qualche suo rivale, guidato dalla voce di Paolo De Chiesa, ex sciatore e da anni voce televisiva dello sci. Un viaggio nell'età dell'oro (gli anni '90) di una disciplina evoluta nel tempo, del quale Ghedina è stato uno dei massimi interpreti e uno degli ultimi pionieri.
Le storie di sci del sottotitolo sono quelle che Ghedina, De Chiesa e altri ospiti del film raccontano nel corso del film, allargando il ritratto di uno sciatore alla rassegna di un intero movimento.
«Semplicemente Ghedo» recita uno dei capitoli in cui è diviso questo film celebrativo, pensato in vista delle imminenti Olimpiadi invernali di Milano e Cortina e costruito secondo procedimenti tipicamente televisivi. Semplicemente uno sportivo che ha saputo conquistare con la sua simpatia, la sua travolgente bravura, anche la sua spericolata strafottenza. Semplicemente, ancora, un fenomeno che veniva giù a bomba dalle discese più ripide del circuito e che sulla più famosa e pericolosa di tutte, la Streif di Kitzbühel, in Austria, ebbe l'ardire di fare una spaccata sull'ultimo salto, creando l'immagine perfetta della sua carriera. «La prima operazione di marketing della famiglia Ghedina», la definisce il cugino di Kristian, Francesco, mentre entrambi siedono all'aperto nel grandioso scenario di Cortina. «Com'è nata sta cosa?» gli chiede Kristian. «È nata come al solito: per fare c...te tra me e te», risponde quell'altro con piglio da uomo di montagna.
Del resto, il tono del film di Paolo Galassi è più votato alla chiacchiera tra amici che alla ricostruzione biografica, in linea con il carattere solare e disinteressato del suo protagonista. Oggi Ghedina ha 56 anni, vive nel Paese in cui è nato, fa l'allenatore ed è un po' fuori forma, come dice, ricorda con piacere e orgoglio le sue vittorie (2 argenti mondiali e un bronzo, 13 vittorie in coppa del mondo) e pure le sconfitte. Ma anche quella più cocente, quando nel '95 perse la Coppa del mondo di discesa nel segno del numero («Alphand, che poi vinse, scese col pettorale 11 e io persi la gara per 11 centesimi e la coppa per 11 punti») la racconta col sorriso. Ghedo è così, guascone, disarmante, irresistibile, un po' grezzo, buonissimo.
A parlare con lui, oltre al narratore De Chiesa, ci sono alcuni dei fenomeni della sua epoca: Tomba, prima di tutto, poi Peter Runggaldier, Isolde Kostner, Lara Magoni, sia dal vivo sia nei filmati d'archivio che fanno rivivere i fasti dell'ultima stagione d'oro della cosiddetta "valanga azzurra". Senza però che i toni diventino troppo nostalgici, il film ha anche parentesi in cui si mettono a fuoco i cambiamenti subiti dallo sci negli ultimi decenni (in termini di materiali e allenamento), in cui si parla (con toni celebrativi, ovviamente) delle imminenti Olimpiadi e si introducono alcuni suoi protagonisti, in particolare gli atleti paraolimpici René De Silvestro, sciatore, e Flavio Menardi, bobbista.
Il ritratto, insomma, da intimo diventa collettivo: uno sguardo a tutto campo sul mondo dello sci italiano. Ed è come se la personalità strabordante del Ghedo invitasse ad allargare lo sguardo (come faceva Isolde Kostner prima delle discese: guardare le montagne di fronte la rilassava) per accogliere tutti.