| Titolo originale | Jeunes mères |
| Anno | 2025 |
| Genere | Drammatico, |
| Produzione | Belgio, Francia |
| Durata | 104 minuti |
| Regia di | Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne |
| Attori | Babette Verbeek, Elsa Houben, Janaina Halloy, Jef Jacobs, Günter Duret Christelle Cornil, Claire Bodson, India Hair, Samir Hilmi, Mbundu Joely, Eva Zingaro, Adrienne D'Anna, Mathilde Legrand, Selma Alaoui, Fabrizio Rongione, Tijmen Govaerts, Othmane Moumen, Victoria Bluck, Marc Zinga, Laurent Caron, Gianni La Rocca, Amel Benaïssa. |
| Uscita | giovedì 20 novembre 2025 |
| Tag | Da vedere 2025 |
| Distribuzione | Bim Distribuzione, Lucky Red |
| MYmonetro | 3,75 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 5 novembre 2025
Le storie di cinque ragazze madri che si trovano ad affrontare difficoltà diverse ma solo apparentemente insuperabili. Il film è stato premiato al Festival di Cannes,
|
CONSIGLIATO SÌ
|
Jessica, Perla, Julie, Arianne e Naïma sono cinque adolescenti che hanno trovato rifugio ed assistenza, ognuna per motivi diversi, in una casa rifugio per ragazze madri. Se ne seguono i percorsi che le vedono rischiare di arrendersi o cercare di superare le difficoltà che stanno alla base della loro scelta di dare alla luce una creatura.
I fratelli Dardenne, dopo aver lasciato prevalere la dura realtà nel film precedente, offrono qui uno spazio a una speranza che non si traduce in un happy end retorico.
Il film trae origine da un'indagine che i due registi hanno compiuto in una 'maison maternelle' nella zona di Liegi avendo in mente di realizzare un film con al centro una sola giovane madre. Le storie che hanno potuto ascoltare nel corso di quella visita li hanno spinti a scrivere una sceneggiatura in cui si seguono cinque storie tenendo sempre come punto di riferimento il centro di assistenza al quale le giovanissime protagoniste finiscono con il fare ritorno. Non si tratta, è bene chiarirlo, del classico film 'corale'. Ognuna di loro segue ed è seguita nel suo percorso individuale in cui fare emergere le più differenti situazioni di crisi.
C'è chi sta diventando madre senza aver ancora trovato una risposta al quesito fondamentale su perché sia stata abbandonata alla nascita. C'è chi vede scomparire dall'orizzonte il padre del nascituro o chi sente di dover dare al neonato un futuro di sicurezza economica ed affettiva che non ha avuto oppure chi, nonostante la forza di volontà, teme di non riuscire a stare per sempre lontana dall'attrazione della tossicodipendenza. C'è poi chi sviluppa un percorso meno complesso ma non per questo non importante.
I Dardenne si sono imposti, in questa occasione, di lasciare qualche spazio all'imperfezione in favore di una maggiore leggerezza. L'esito è quello di uno scavo nell'umanità delle proprie protagoniste colte sia nei momenti di crisi che in quelli in cui una luce in fondo al tunnel sembra potersi cogliere. Sempre con quella vicinanza che, anche se non è più quella di una camera che pedinava da vicino la Rosetta di una lontana Palma d'oro, fa sentire quanto l'umanesimo dardenniano si nutra dell'osservazione della realtà finalizzata non a una ipotetica e solo superficiale mobilitazione delle coscienze quanto piuttosto al desiderio di porre lo spettatore dinanzi ad interrogativi che non coinvolgano i massimi sistemi ma piuttosto la mai banale quotidianità.
Il loro cinema si colloca accanto alle persone e anche quando, come in questo ed in altri casi, i soggetti delle narrazioni sono estremamente distanti per età rispetto a loro sanno coglierne e portare sullo schermo l'intima verità grazie ad uno sguardo che non si ferma mai alla superficie e non si arroga il potere del giudizio.
Ragazze madre in continua lotta con la propria vita e la società reagiscono in modo differente a una maternità problematica. Fedeli a se stessi, i fratelli belgi continuano la loro osservazione sul mondo più emarginato, ritrovando lo sguardo più essenziale, stratificando un film che rischia tuttavia di avere una struttura fin troppo meccanica, confermando comunque l'addolcimento in atto da tempo, con [...] Vai alla recensione »
I fratelli Dardenne hanno girato il loro film in una maison maternelle, luoghi che accolgono donne in difficoltà. In questa oasi di tranquillità si muovono le quattro protagoniste, ognuna con la sua storia. Jessica (Babette Verbeek), Julie (Elsa Houben), Ariane (Janaïna Halloy Fokan) e Perla (Lucie Laruelle), a cui si aggiunge la luminosa Naïma (Samia Hilmi).
Una casa di sostegno per giovani madri è il luogo da cui partono e ritornano le giornate delle cinque protagoniste di Jeunes mères, decimo film in Concorso a Cannes dei fratelli Dardenne: un pedinamento corale, a staffetta, di figlie segnate dal passato e non ancora pronte a essere mamme. Tossicità assortite, genitori mancanti o ingombranti, uomini violenti o indifferenti, depressioni post partum: [...] Vai alla recensione »
Non so, non ho contato quante volte i Fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne sono stati al Festival di Cannes, in ogni caso hanno già vinto la Palma d'oro due volte: nel 1999 con Rosetta e nel 2005 con L'enfant - appartengono quindi a quel ristretto empireo di grandi registi che hanno avuto questo onore insieme a Francis Ford Coppola, Shohei Imamura, Emir Kusturica, Bille August (ohibò, ahimè!!!), Michael [...] Vai alla recensione »
Il metodo dei fratelli Dardenne viene da lontano, dai documentari d'inizio carriera, fondati sull'ascolto di vicende personali dentro la crisi del mondo operaio di fine anni '70 e '80, e dal lavoro con gli interpreti dei progetti di finzione, in cui il personaggio veniva costruito a partire dalla realtà che lo conteneva, dialogo dopo dialogo, prova dopo prova, e il film diventava uno spazio da vivere: [...] Vai alla recensione »
Le Jeunes Mères sono le ragazzine che vivono in una casa di accoglienza a Liegi, in Belgio, hanno quindici anni, poco più o poco meno, famiglie e vissuti complicati e sono tutte giovani madri. Un figlio, una figlia, i compagni spesso coetanei passata l'iniziale eccitazione del «sogno famigliare» si sono volatilizzati con egoismo o immaturità spesso avallata dai genitori, e loro si ritrovano così madri [...] Vai alla recensione »
Dopo L'enfant il tema della maternità torna ad attraversare il cinema dei fratelli Dardenne. Con Jeunes mères i due cineasti belgi lo affrontano in un film dal respiro più corale e si concentra soprattutto su cinque adolescenti (Jessica, Perla, Julie e Naima e Ariana) che vivono in una casa famiglia per giovani madri e lottano per avere un futuro migliore per sé stesse e per i loro figli.
Se la presenza dei fratelli Dardenne nel concorso principale di Cannes non desta alcuno stupore, dato che si tratta della decima occasione per conquistare la Palma d'Oro (e due volte la pesca è stata fruttuosa, con Rosetta e L'enfant) su un totale di tredici lungometraggi portati a termine in poco meno di quarant'anni di lavoro, Jeunes mères presenta delle pur minime variazioni rispetto allo schema [...] Vai alla recensione »
Con Jeunes Mères, i fratelli Dardenne ritrovano quella luce che in alcune recenti prove (Young Ahmed, Tori et Lokita) era rimasta soffocata da allegorie pesanti o da una drammaturgia troppo scoperta. Qui, finalmente, la macchina da presa non cerca più di dominare la realtà, ma si mette umilmente al suo servizio con una chiaroveggenza etica rara: non si limita a rappresentare l'umano, ma lo cerca, lo [...] Vai alla recensione »