
Anno | 2025 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Slovenia |
Durata | 122 minuti |
Al cinema | 159 sale cinematografiche |
Regia di | Paolo Strippoli |
Attori | Michele Riondino, Giulio Feltri, Paolo Pierobon, Romana Maggiora Vergano Sergio Romano, Anna Bellato, Sandra Toffolatti, Gabriele Benedetti, Roberto Citran. |
Uscita | mercoledì 17 settembre 2025 |
Tag | Da vedere 2025 |
Distribuzione | Vision Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,72 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 16 settembre 2025
Remis, un luogo misterioso e nascosto tra le montagne che al tempo stesso isolano e proteggono i suoi abitanti. La valle dei sorrisi è 10° in classifica al Box Office. mercoledì 24 settembre ha incassato € 23.885,00 e registrato 51.844 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
|
Il nuovo insegnante di educazione fisica, Sergio Rossetti, arriva a Remis, un paesino nascosto in una valle isolata tra le montagne. Lì trova i suoi abitanti tutti insolitamente felici. Grazie all'incontro con Michela che lavora nella locanda del paese, il professore scopre che, dietro questa apparente serenità, si cela un inquietante rituale: una notte a settimana, gli abitanti si radunano per abbracciare Matteo Corbin, un adolescente capace di assorbire il dolore degli altri. Il tentativo di Sergio di salvare il giovane risveglierà il lato più oscuro di colui che tutti chiamano l'angelo di Remis.
Paolo Strippoli, dopo Piove, si ritrova perfettamente a suo agio nel cinema di genere e costruisce un intenso racconto di crescita personale portandolo fino alle sue estreme conseguenze.
Dopo A Classic Horror Story, diretto insieme a Roberto De Feo nel 2021, e l'esordio di Piove nel 2022, Paolo Strippoli è riuscito a portare a compimento, nel giro di pochi mesi, altri due progetti che aveva scritto da tempo e che si muovono sempre all'interno del genere del thriller psicologico - è il caso di L'estranea ancora al montaggio - magari venato da tinte horror come questo La valle dei sorrisi che conferma lo straordinario talento del giovane regista pugliese. La vicenda di un paese che si stringe, letteralmente, intorno al corpo di un adolescente che credono una specie di santo, suo malgrado, capace di incamerare il loro dolore, non senza spiacevoli conseguenze fisiche, restituendogli i sorrisi, vive di una messa in scena precisa ed efficace nel descrivere la provincia italiana. Nell'idillio di una società di montagna, chiusa e autarchica, che ha trovato la felicità allontanando il dolore mettendosi in fila la sera per abbracciare il giovane Matteo, ecco che arriva l'elemento esterno, dirompente, impersonato dall'insegnante, pure sui generis, Sergio Rossetti con la caratterizzazione, tra lo stupito e l'arrabbiato, di Michele Riondino che arriva a Remis con un trauma profondo ancora non elaborato. La sceneggiatura, scritta dal regista con Jacopo Del Giudice e Milo Tassone, cesella la storia prendendosi tutto il suo tempo e presentando ogni singolo personaggio con il dovuto approfondimento, quasi da singoli spin-off (per esempio il ruolo della locandiera interpretato da Romana Maggiora Vergano), per far entrare piano piano lo spettatore in un mondo ambiguo e inquietante, premendo l'acceleratore nell'ultima parte del film, eccessiva (evviva!) ed esplosiva.
Ma non sono i tempi di un film che, dal thriller, si trasforma in horror, pur essendo in definitiva un dramma, a interessare il regista quanto piuttosto tutta la caratterizzazione del personaggio del giovane 'benefattore' Matteo Corbin, interpretato da un sorprendente Giulio Feltri al suo straordinario debutto sul grande schermo, a cui basta un tocco di albinismo su una ciglia e su una frezza per inquietare immediatamente lo spettatore. La sceneggiatura si spinge però molto oltre, introducendo elementi queer del protagonista, lavorando sul rapporto padre-figlio, problematizzando il ruolo del prete del Paese, interpretato splendidamente e con la giusta dose di orrore da Roberto Citran, che gestisce il rituale degli abbracci serali a cui il giovane Sergio inizia a essere sempre più insofferente, non solo perché lo svuota fisicamente oltre che essere sovrastato, anche violentemente, dalla folla (viene da pensare a Gesù sopraffatto dalle richieste dopo aver miracolato il lebbroso tanto che, come è scritto nel Vangelo, «non poteva più entrare pubblicamente in una città»). Il suo è un corpo sacrificale ma è anche quello di un ragazzo nel suo momento più vivo, quello dell'adolescenza, le cui pulsioni e attitudini naturali vengono risvegliate dalla figura dell'insegnante. Questa continua tensione tra naturale e soprannaturale, tra sacro e profano, tra padri putativi e religiosi, porta il livello del racconto a toccare questi temi con una problematicità che non si riscontra facilmente in un 'classico' film italiano. Ancora una volta, dopo Piove, il regista sceglie di raccontare i temi della famiglia - in questo caso di una famiglia allargata a un'intera comunità, cosa che la rende ancora più inquietante - scandagliando in profondità le sue ipocrisie e aberrazioni grazie all'utilizzo del genere cinematografico che però non è un lasciapassare (ricordiamo che il primo divieto ai minori di 14 anni di Piove fu poi alzato, dalla commissione ministeriale preposta, a 18 anni per tornare a 14 in seguito al ricorso al Tar dai produttori). Strippoli dirige il suo secondo film con sicurezza e con originalità, oltre che con una grande capacità di dirigere gli attori (dopo averli scelti sapientemente), perché gli echi dell'universo narrativo di Stephen King o visivo di film come Midsommar, rimangono solo tali.
(Il voto sarebbe di 4,5/5 stelle)LA VALLE DEI SORRISI.Alle superiori la prof di storia prese come spunto il film d?animazione Il gobbo di Notre Dame raccontandoci del perch? durante la Festa dei Folli si preparava un contingente di guardie pronte a mandar via gli organizzatori a fine spettacolo. E cio? per via del fatto che nel XV secolo si credeva nella fuoriuscita dell?anima dal corpo con la risata [...] Vai alla recensione »
C’è qualcosa di vero nei guaritori che noi non riusciamo a spiegare, malgrado la scienza ci abbia conferito la certezza di avere una risposta per ogni domanda. Riescono a dar sollievo allo stato di disagio dei loro pazienti convinti di riceverne beneficio (placebo lo definiremmo da noi). Resta il fatto che non tutti possono fare i guaritori.
Storia molto originale e bella condotta da una regia magistrale sorretto da ottime interpretazioni bravi tutti ma Piero non ed il ragazzo sono eccezionali.Tutto perfetto ma il finale non è di facile interpretazione anche se i messaggi sono fortissimi il dolore in una società come la nostra forse sarebbe essenziale per cambiare in positivo ma non si ha il coraggio di subirlo allora diventiamo [...] Vai alla recensione »
Storia molto originale e bella condotta da una regia magistrale sorretto da ottime interpretazioni bravi tutti ma Pierobon ed il ragazzo sono eccezionali.Tutto perfetto ma il finale non è di facile interpretazione anche se i messaggi sono fortissimi il dolore in una società come la nostra forse sarebbe essenziale per cambiare in positivo ma non si ha il coraggio di subirlo allora diventiamo [...] Vai alla recensione »
"La risata? Viene dalla catastrofe", ci rammentava oltre un decennio fa Carlo Mazzacurati all'uscita del suo film testamentario, La sedia della felicità, trasognata commedia nella precarietà materiale ed esistenziale di un nord-est scarmigliato e grottesco. Con La valle dei sorrisi di Paolo Strippoli, in coordinate limitrofe, sempre in lande montane ma allucinate e sfocate come l'irreale esige, ci [...] Vai alla recensione »
Remis, paesino immaginario tra le montagne del Friuli, nel quale tutti sembrano incredibilmente felici, ma dietro l'apparente serenità si cela un inquietante rituale: una notte a settimana gli abitanti si radunano per abbracciare Matteo, un adolescente capace di assorbire il dolore degli altri. Strippoli non è nuovo ad attraversare il genere horror: nel 2020 aveva firmato "A Classic Horror Story" e [...] Vai alla recensione »
C'è un nuovo insegnante di educazione fisica (Michele Riondino) che arriva in un paesino di montagna dove tutti sono apparentemente felici grazie a un adolescente che si fa carico di assorbire tutto il loro dolore (per la prima volta sullo schermo un sorprendente e inquietante Giulio Feltri). Paolo Strippoli, dopo Piove, convince con un altro solido film di genere.
Scuola alpina, il nuovo insegnante di ginnastica scopre come un adolescente «scarica» il dolore del paese... Horror spettrale italiano radicato nel genere, formula un mondo autosufficiente rivelatore di bisogni e rimedi. Aperto al simbolismo, nonostante certe dismisure e un finale sovrabbondante dialoga con i classici (Romero) come coi moderni (Midsommar, Hereafter).
In sottofondo, un telegiornale ricorda la tragedia di un incidente ferroviario accaduto un anno prima. Il 21 marzo 2009, a mezzogiorno inoltrato, un treno merci che viaggiava sulla tratta Venezia-Tarvisio si è scontrato con un regionale, provocando la morte di quarantasei persone. Un lutto collettivo difficile da elaborare per una piccola comunità nella quale tutti conoscono tutti e ogni vittima è [...] Vai alla recensione »
Remis è un paesino (immaginario) annidato fra le montagne, in quella che tutti chiamano "valle dei sorrisi". In quel luogo romito, dove anni prima molte persone sono morte in un incidente ferroviario, arriva dal Sud Sergio, ex campione di judo: lo attende una supplenza di educazione fisica nella scuola locale, lo insegue un lutto tremendo che ancora non sa rielaborare.
Una patina di serenità ricopre Remis, come una coltre sotto cui si nasconde l'angoscia che attanaglia le poche centinaia di anime di questo paesino isolato tra le montagne. La felicità che ogni abitante ostenta è in realtà una possessione, una maledizione invisibile, elargita come un'oscura eucaristia da Matteo, un efebico adolescente il cui abbraccio dissolve ogni tormento e dona pace a chi lo accetta. [...] Vai alla recensione »
Guarda in faccia il tuo abisso! Ma a Remis, paese sperduto nelle Alpi, regna un estatico sorriso, una maschera di serenità che sembra essere scaturita direttamente da una tragedia collettiva. Per Sergio (Michele Riondino), insegnante di educazione fisica fuori sede e uomo segnato da un segreto indicibile, la rabbia e il dolore sono invece l'unica benzina che alimenta l'esistenza.
Non è facile fare un horror, e non solo in Italia. Difficilissimo sfuggire alla tentazione di gentrificare il genere o di banalizzarlo verso il basso. Paolo Strippoli, in equilibrata crescita esponenziale, riesce con La valle dei sorrisi a dare vita a un film di matrice "kinghiana" senza che sia derivativo, conservando una profonda connotazione territoriale che non si avvertiva con tanta precisione [...] Vai alla recensione »
È ancora un malessere interiore a opprimere i personaggi di Paolo Strippoli, a conferma di un percorso iniziato con coerenza in Piove: stavolta non siamo nella grande metropoli, ma nell'utopia del piccolo borgo di Fremis, La valle dei sorrisi eponima e dispersa fra i sentieri boscosi del Friuli, dove tutti vivono la vita in letizia e i dolori dell'esistere sono cicatrici rimarginate, che non fanno [...] Vai alla recensione »
Nel 2009 la piccola comunità montana di Remis è stata sconvolta da un tragico incidente ferroviario, che ha causato numerose vittime e feriti. Anni dopo, quel lutto e il ricordo di quella tragedia sembrano essere superati. A Remis prende servizio il nuovo supplente di educazione fisica del liceo, Sergio Rossetti (Michele Riondino), ex campione di judo che convive con un dolore indicibile e un senso [...] Vai alla recensione »
Sergio (Michele Riondino) è il nuovo insegnante di educazione fisica di Remis, un piccolo paesino nascosto in una valle isolata tra le montagne. Qui nel 2009 un terribile incidente ferroviario ha causato 46 vittime ma nonostante questo gli abitanti del paese sono insolitamente felici, sempre sorridenti, di un buon umore quasi fastidioso. Soprattutto per il nuovo professore, un forestiero tutt'altro [...] Vai alla recensione »
La valle dei sorrisi, vale a dire Remis, non esiste: dal paesaggio si potrebbe pensare alle Dolomiti, ma con giustezza Paolo Strippoli si guarda bene da entrare nel dettaglio, ragionando sul fatto che "nessun luogo" può con facilità essere letto come "in ogni luogo". Da lontano, dal profondo sud, arriva Sergio Rossetti, un Michele Riondino che dopo essere stato un judoka di fama internazionale si ritrova [...] Vai alla recensione »