Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, Avventura, |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Gabriele Fabbro |
Attori | Ydalie Turk, Umberto Orsini, Margherita Buy, Enzo Iacchetti, Frances Sholto-Douglas Francesco Zecca (II), Daniel McVicar, Roberta De Santis, Ludovica Mancini, Ilaria Brusadelli, Martina Troni. |
Uscita | giovedì 17 ottobre 2024 |
Distribuzione | Officine Ubu |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,10 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 14 ottobre 2024
Un'avventura famigliare ambientata nel mondo del Tartufo Bianco. In Italia al Box Office Trifole - Le radici dimenticate ha incassato 101 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Dalia è una ragazza londinese in difficoltà, spedita dalla madre italiana in un paesino nelle Langhe a prendersi cura del nonno Igor. La vita rurale non è facile da apprendere, ma piano piano la ragazza si apre alla vita, alla natura e a un rapporto con il nonno cercatore di tartufi sempre migliore. La demenza senile e la notifica di sfratto incombono, resta poco tempo per scovare in quella terra fertile il tartufo della salvezza, così Igor sceglie di tramandare i segreti da trifolao a sua nipote, con la speranza di poter salvare la casa.
Una storia semplice di riscoperta dei valori della vita e insieme un'immersione profonda nella natura.
È il poetico e colorato Trifole - Le radici dimenticate di Gabriele Fabbro con Umberto Orsini nei panni del nonno, Margherita Buy in quelli di sua figlia e Ydalie Turk in quelli della nipote londinese, che sta passando un momento difficile della propria vita e viene spedita dal nonno in (mutuo) soccorso. Imparerà a decostruire tutto quello che sapeva, adattarsi al tempo lento e ai colori speciali delle Langhe, ma anche a scovare tartufi nella terra, specialità di suo nonno da sempre.
La ricerca dei tartufi nel film è palese metafora della ricerca della felicità, tanto più preziosa quanto più difficile da trovare, proprio come il tartufo d'Alba detto "trifola" in dialetto piemontese. Scritto insieme all'attrice protagonista Ydalie Turk, vanta nelle location spettacolari, nella fotografia e nel sonoro i suoi punti forti. Impossibile non restare magneticamente attratti da quei paesaggi da fiaba, non innamorarsi dei suoni e delle meraviglie delle Langhe. Colpisce anche il progressivo cambio di tono del film, per la prima metà fondamentalmente molto da favola, salvo trasformarsi presto in una fiaba nera. Intanto perché il nonno sta male, non solo a livello di salute (mentale, soprattutto), ma anche di economia: una trifola di notevoli dimensioni potrebbe salvarlo dalla condizione economica critica in cui verte. La ricerca del tartufo perfetto diventa allora per la nipote una sorta di ossessione, specie quando - per un evento clou che non sveleremo - si troverà suo malgrado a confrontarsi con il mondo - in questo film, spietato - del commercio dei tartufi, fatto di aste e competizione ai massimi livelli, date le cifre esorbitanti. Sorprende trovare volti noti come Enzo Iachetti e Caterina Balivo come battitori d'asta, in una parte del film fortemente ancorata alla realtà, di stile a tratti documentaristico, come a dire che la favola è ormai altrove.
La regia di Fabbro sa sorprendere, osa alcuni movimenti inaspettati, propone la soggettiva di un cane (Birba, esperto cercatore di tartufi) e mostra tutta l'intenzione di voler celebrare le Langhe e le loro storie. Non a caso il film è dedicato a tutte le persone delle Langhe che "hanno condiviso la loro storia". Una storia davvero unica da una parte - di ricerca dei tartufi si occupa poco e niente il nostro cinema -, dall'altra già vista e con trovate di sceneggiatura non propriamente originali. Sa tuttavia lasciare il segno, mostra uno stile e una potenza visiva che restano impressi e sul finale mescola amarezza e incanto, mostrando al pubblico ciò che favolisticamente poteva essere e ciò che amaramente è stato, sottolineando come il calore della ritrovata unione familiare batta inevitabilmente il più pregiato dei tartufi.
Nel film Trifole - Le radici dimenticate il regista Gabriele Fabbro (cosceneggiatore con Ydalie Turk, anche attrice protagonista) ci presenta un dramma impunito dalla legge sulla proprietà privata: la rapina del territorio, stravolto sotto la pressione di una antropizzazione marcata di una monocoltura. Ricorda il paesaggio nei film The Mule di Clint Eastwood, o Finché c’è [...] Vai alla recensione »
Bellissime immagini della campagna delle Langhe, dei vigneti, dei colori, bellissima fotografia. Molto toccante la storia di Igor e della nipote Dalia che piano piano si avvicina e construisce il rapporto con lui. Il nonno fa nascere in Marta l'amore per la natura, per la terra, le svela i suoi segreti e lei si appassionerà per cercare di salvare la sua terra dallo sfruttamento per fini [...] Vai alla recensione »
Mi è piaciuto, ammetto di essere un po’ di parte perché la conoscenza dei luoghi, per altro ottimamente fotografati, certamente aiuta. A parte questo, direi che è un film sincero, ho apprezzato l’umiltà con cui regista ed autori si sono avvicinati alle tradizioni locali dando luogo ad una storia che si muove fra il misterioso (e a volte crudele) mondo dei trifolai [...] Vai alla recensione »
Sono andato a vederlo con mia moglie, due sensibilità diverse ed è piaciuto molto ad entrambi! L' abbiamo trovato fruibile su piani diversi: le Langhe con foliage, filari di viti, castelli, l' aspetto gastronomico e commerciale del tartufo e soprattutto la vicenda personale dei protagonisti, impersonati da ottimi attori compreso un delizioso cane.
Film affascinante, poetico e dall'atmosfera fiabesca. Un ritorno alle radici del proprio passato.Finale non scontato, ma che fa riflettere.Consigliatissimo.
Scavare, talvolta, non basta. Pur con la buona volontà. Fare film perfetti, come trovare tartufi, è un'arte che necessita non solo di dedizione e ricerca, bensì d'un particolare fiuto. Un sentire poetico. Accorato omaggio alle meravigliose Langhe e a un mondo antico che scompare, popolato da cercatori di trifole appassionati, onesti e modesti, legati alla cultura del territorio più che al business, [...] Vai alla recensione »
Dalia, una giovane cresciuta a Londra senza troppe aspettative per il futuro, viene mandata dalla madre in un paesino nelle Langhe, a prendersi cura del nonno Igor, con la speranza che la vita rurale aiuti la ragazza a trovare la sua strada. Quando scopre che una notifica di sfratto minaccia la terra di famiglia un tempo destinata ai cacciatori di tartufi, Dalia si mette in cerca del grande tartufo [...] Vai alla recensione »
Dalia (Idalie Turk), per espressa volontà della madre, da Londra si trasferisce nelle Langhe per assistere Igor, l'anziano nonno (Umberto Orsini) che non vedeva da diversi anni. Igor è affetto da demenza senile, ma sta lottando con le poche forze rimaste affinché la sua proprietà, circondata dalla natura e dai vigneti, non venga espropriata per sfratto.
Sullo sfondo delle Langhe mitizzate da Cesare Pavese una vicenda familiare ambientata nel mondo del pregiato tartufo piemontese. Una fiaba per riconnetterci con la natura e con i legami più radicati dell'esistenza Nei centodue versi de I mari del Sud, componimento d'apertura della raccolta poetica Lavorare Stanca, Cesare Pavese annota con malinconico riecheggiamento: "le Langhe non si perdono", ponendo [...] Vai alla recensione »