Gian Luigi Rondi
Il Tempo
Un’isola vicino a Napoli, un ragazzetto, un padre, una giovanissima matrigna: questi i personaggi dell’Isola di Arturo, il film che Damiano Damiani ha tratto con una certa libertà (soprattutto psicologica) dal romanzo omonimo di Elsa Morante.
Il ragazzetto è cresciuto solo, nel culto di un padre quasi sempre lontano, attendendone con ansia i ritorni a lunghi intervalli e mai a data fissa; la matrigna è arrivata all’isola in occasione di uno di questi ritorni; Arturo, il ragazzetto, sulle prime ne è stato geloso, poi ha imparato a volerle bene, forse persino troppo, richiamato dall’età quasi eguale, dal comune destino di solitudine cui presto si è dovuta abituare anche lei a causa delle lunghe assenze del capo famiglia. [...]
di Gian Luigi Rondi, articolo completo (2566 caratteri spazi inclusi) su Il Tempo 30 novembre 1962