Segreti di famiglia |
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Un film di Joachim Trier.
Con Isabelle Huppert, Gabriel Byrne, Jesse Eisenberg, Devin Druid.
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Titolo originale Louder Than Bombs.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 105 min.
- Norvegia, Francia, Danimarca, USA 2015.
- Teodora Film
uscita giovedì 23 giugno 2016.
MYMONETRO
Segreti di famiglia
valutazione media:
2,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L’autunno cupo di un magnifico disagiodi DHANY CORAUCCIFeedback: 5842 | altri commenti e recensioni di DHANY CORAUCCI |
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domenica 3 luglio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ci sono certi film che si avvicinano così tanto a te che viene spontaneo parlarne con un po’ di pudore, quasi con timidezza. Ecco, è il caso di questo. Il film utilizza un linguaggio letterario che a me è molto familiare ma che mi rendo conto possa non piacere, una narrazione discontinua nella quale il tempo non segue la sua prevedibile linearità e temi anch’essi poco “popolari” perché vi è una cupezza di fondo da cui, spesso, ci si vuole allontanare. E poi lo fa prendendo come punto di vista la psiche piuttosto che la materia, dunque i ritmi sono rallentati perché si scende lentamente in un fondale oscuro, si sa bene che un simile viaggio non può essere fatto a gran velocità. Infine, su tutto, incombe un autunno freddo, sprofondato sotto a un manto di foglie morte, di giardini spogli e trascurati, di luci ingrigite che a me è congeniale, eppure lo so che è triste. L’autore, del resto, è danese, è del Nord, e porta sullo schermo ciò che conosce, ciò che è nato con lui. Non è un film adatto all’estate e alla spensieratezza perché qui tutti i personaggi sono profondamente in difficoltà e faticano a muoversi e a vivere ed ognuno, poi, deve fare i conti con una morte controversa e misteriosa e questo provoca disagio e incertezza, sbagli e rimpianti. Una serie di fotografie tremende e bellissime, scattate nei luoghi della guerra e della povertà, si insinua tra una caduta e l’altra e visto così il mondo, non può che generare un eterno autunno. Ammetto che non sia un film completamente riuscito e che, avviandosi verso il finale, si stempera l’intensità con la quale ha inteso raccontare stati d’animo più che vicende, è anche vero che buona responsabilità, per me, ce l’ha il titolo con il quale è stato distribuito in Italia perché se si fossero attenuti all’originale, splendido, LOUDER THAN BOMBS cioè “più forte delle bombe” che è anche uno dei più struggenti e malinconici album degli Smiths (ricordate Asleep? Riascoltatela, è in questo disco) non si avrebbe avuto l’aspettativa di una rivelazione che alla fine non c’è, di segreti che alla fine non sono rivelati e di una famiglia che forse non è come le altre, ma nemmeno tanto diversa. Io sono andata subito a vederlo perché recitava Gabriel Byrne attore profondo e fuori dal coro, indipendente a modo suo, che qui interpreta con grande intensità e credibilità la parte un po’ scomoda di un uomo debole e indeciso, ma devo dire che ho trovato, poi, attori tutti bravissimi, anche l’odioso adolescente a cui è affidata, in forma di racconto, una riflessione bellissima del suo (e del nostro) presente.
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