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Un film noioso, almeno per noi non Americani. Un mito della libertà nel titolo, un mostro sacro alla regia e due o tre attori da Oscar possono portare ad un film noioso. Soprattutto per quelli che si aspettavano un biopic (da non confondere con un polpettone storico).
Due ore e mezza di interni a luce fioca, di personaggi storici minori a noi sconosciuti (specularmente, che interesse potrebbero suscitare negli Americani Quintino Sella o Nino Bixio?), dialoghi un po’ ripetitivi … per giungere alla presunte scene forti, ossia un pugno sul tavolo di riunione e la scontata votazione al Congresso.
Forse gli Americani si emozionano alla vista di questo spilungone spigoloso vestito da quacchero, che spesso parla come un prolisso predicatore di campagna nonostante sia passato alla storia per l’allocuzione di Gettysburg di sole 270 parole. Noi molto meno. Né possiamo scandalizzarsi vedendo il grande Lincoln arrabattarsi per trovare (o comprare?) qualche voto utile in Parlamento.
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