Se non amate il conformismo e siete politicamente scorretti, allora questa recensione fa al caso vostro!
Ultimamente le grandi produzioni americane hanno dimenticato il genere documentaristico...secondo la sana regola capitalistica che dove c'è la domanda ci sarà sempre l'offerta, in america è nato un nuovo genere di produttore: l'attore che, avendo guadagnato un sacco di soldi, si fa imprenditore di se stesso e si improvvisa regista.
Così abbiamo avuto il piacere di vedere dietro la macchina da presa di film cosiddetti 'impegnati', attori decisamente mediocri come George Cloney o Clint Eastwood...tutti rigorosamente politicamente corretti. Il risultato è sempre stupefacente: nomination all'oscar, giornalisti entusiasti, pubblico in visibilio per film decisamente ben confezionati ma che non hanno veramente nulla di nuovo da dire. Se si voleva una dimostrazione della capacità straordinaria degli americani di fare team e di costruire dal nulla carriere registiche che provengono dal nulla, beh, bisogna dirlo, ce l'hanno dimostrato! Ben Affleck è un attore inespressivo come Eastwood ma è circondato da comprimari fantastici che la scuola attoriale americane produce in quantità straordinaria. La sceneggiatura è mediocre, ovvia, uguale a tante altre che hanno trattato temi analoghi dagli anni 70 in poi. Persino la fotografia strizza l'occhio allo stile documentaristico degli annii 70 peggiorando volutamente i colori (il verde sembra preso direttamente dalle vecchie pellicole Fuji!) e mettendo fuori fuoco gli sfondi. Il montaggio è ben fatto, nulla di eccezionale: si riesume la tecnica del montaggio incrociato...è un'invenzione di ejsenstein...non si può proprio parlare di novità...Non c'è nulla di interessante veramente in questo film, tranne la storia, che però assomiglia a tante altre storie del genere...persino il ritorno a casa dalla moglie sembra troppo banale per essere vero...e probabilmente è pure vero....ma si sa che la storia spesso è banale...a differenza del cinema che, quando è vero, non ci annoia mai! Non è un film che nasce dall'urgenza della verità, da un momento storico in cui si debba gridare la verità (si pensi a 'tutti gli uomini del presidente' sul caso watergate. col grande dustin hoffman. ve lo ricordate?) ma si tratta di un'operazione di marketing: gli americani lo sanno fare benissimo, tanto di cappello, ma l'arte e la verità sono un'altra cosa.
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