Grand Tour |
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Un film di Miguel Gomes.
Con Gonçalo Waddington, Crista Alfaiate, Cláudio da Silva, Lang Khê Tran.
continua»
Drammatico,
durata 129 min.
- Portogallo, Italia, Francia, Germania, Giappone, Cina 2024.
- Lucky Red
uscita giovedì 5 dicembre 2024.
MYMONETRO
Grand Tour ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Il gioco delle carte di Miguel Gomesdi francesca meneghettiFeedback: 8216 | altri commenti e recensioni di francesca meneghetti |
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domenica 8 dicembre 2024 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mi capita di vedere recentemente diversi film improntati alla lentezza. È una constatazione, più che una critica. Anzi, potrebbe essere una scelta polemica rispetto alla velocità che impronta la nostra contemporaneità. In Gran Tour, complice una voce narrante asiatica, cantilenante, e la prevalenza di BN, la dimensione onirica, che è stata sottolineata da alcune critiche, induce una dolce sonnolenza, popolata di immagini di foreste, flora e fauna. In questo stato di torpore, si fa un po’ fatica, all’inizio, a mettere a fuoco i trucchetti del regista portoghese Miguel Gomes. L’inserimento episodico e subitaneo del colore è il più riconoscibile. Poi ci si accorge che esiste una doppia temporalità: la vicenda narra di un viaggio compiuto nel 1917, ma, quando lo sfondo non è più rappresentato dalla rigogliosa vegetazione tropicale bensì dalle città, si scopre trattarsi di sequenze documentaristiche girate dopo il Covid (data la diffusione di mascherine, oltre di mezzi di trasporto e altri oggetti riconducibili al presente). Ma anche nella foresta, in un episodio datato 1917, si trova un cellulare… Duque il regista gioca a mescolare presente e passato, realtà e finzione, in un’operazione che si presta a valutazioni opposte: 1. Ce n’era bisogno, in epoca di AI? 2. Si tratta di un avvertimento sui rischi di questa contaminazione? Sempre che ci sia stata un’intenzione precisa, oltre al divertimento di mescolare le carte. Divertimento che si riscontra anche per il rifiuto a collocarsi nell’alveo di un determinato genere cinematografico: è un film di viaggio e di avventura? O sul colonialismo? O sull’incomunicabilità? O sul ruolo del destino? Anche questa scelta si presta a giudizi opposti: si può apprezzare l’ironica sperimentazione o respingerla per mancanza di una spina dorsale o di una motivazione tematica forte.
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