Diego Abatantuono è un attore italiano, regista, scrittore, sceneggiatore, co-sceneggiatore, è nato il 20 maggio 1955 a Milano (Italia). Diego Abatantuono ha oggi 69 anni ed è del segno zodiacale Toro.
Se non fosse stato per il coraggio dimostrato da Pupi Avati che nel 1986 lo chiamò per la prima volta in un film "serio" come Regalo di natale (1986), probabilmente oggi Diego Abatantuono affiancherebbe il duo Boldi-De Sica in qualche agghiacciante film panettone dalla dubbia comicità. Nasce a Milano nel quartiere popolare del Giambellino, periferia sud-ovest della città, da Matteo, calzolaio d'origine pugliese, e da Rosa, milanese, guardarobiera al Derby, prima, circolo jazz, poi, teatrino di cabaret di proprietà degli zii. In effetti, gli inizi della carriera di Abatantuono sono all'insegna del personaggio "il terrunciello", bullo dall'accento meridionale trapiantato a Milano. Una maschera, nata dalla sua esperienza al Derby (locale paragonabile allo Zelig attuale), che utilizza per tutti i film dell'epoca: stroncati dalla critica ma di vero culto per gli amanti del genere come Il pap'occhio (1980) di Renzo Arbore con Roberto Benigni, Attila flagello di Dio (1982), I fichissimi (1981), Eccezzziunale... veramente (1982). Dopo il film di Avati, in cui l'attore dimostra un'inattesa verve drammatica, un altro incontro cambia la vita di Abatantuono: il giovane Gabriele Salvatores lo chiama, assieme a Fabrizio Bentivoglio, Gigio Alberti e Giuseppe Cederna, per il piccolo capolavoro generazionale Marrakech Express (1989). Il film serve da trampolino di lancio un po' per tutti e attore e regista iniziano una feconda relazione che vedrà Diego protagonista di quasi tutti i film di Salvatores da Turné (1990), a Mediterraneo (1990), sorprendente vincitore dell'Oscar per il milglior film straniero, ai meno riusciti Puerto Escondido (1992), Nirvana (1996) e Amnèsia (2002). Altri film degni di nota dell'attore sono: Il toro (1994) di Carlo Mazzacurati, Per amore solo per amore (1992), in cui interpreta un intenso Giuseppe mentre Maria è Penelope Cruz, Metronotte (2000) e Mari del sud (2001) con Victoria Abril. Il suo ultimo film, guarda un po', di Salvatores è Io non ho paura (2003) ed è stato presentato con successo di critica e di pubblico al Festival del cinema di Berlino.
La domenica pomeriggio alla tv vedi Diego Abatantuono chiacchierare con Pippo Baudo e rimani stupefatta: sembra aver subìto una mutazione fisica, la faccia pallida e molle come una medusa, tutti i capelli bianchi, eppure ha solo cinquant’anni. La mattina seguente lo vedi alla conferenza-stampa del suo film (ne è anche soggettista e sceneggiatore, con i Vanzina), Eccezzziunale veramente capitolo secondo ...me, seguito del suo film del 1983: sta bene, è abbronzato, ha tra i capelli appena qualche filo bianco, un’aria contenta.
La trasformazione forse subìta per un nuovo film, storia di amici che vogliono far sposare tra loro i rispettivi genitori anziani, diretta da Pupi Avati, è sparita; ma in certo modo può simboleggiare la vita mutevole e la carriera discontinua dell’attore. Un personaggio unico: in una folla di comici italiani bravi ma piccoli, magri, non giovani e poco attraenti, Abatantuono si distingue, grande, possente e sexy com’è, «un bell’animalo», come dice lui; in una comicità italiana fatta soprattutto di turpiloquio, Abatantuono spicca con il suo linguaggio d’invenzione, puerile, interregionale, molto divertente e culturalmente interessante; tra comici portati alla sicura continuità e anche monotoni, di toni piccoloborghesi. Abatantuono risalta per le sue spacconate teatrali, per l’esagerazione popolare e insieme letteraria. È il solo comico italiano o quasi a interpretare film drammatici o tragicomici con ottimo esito. È il solo comico italiano che abbia avuto una crisi di carriera per troppo successo.
Ha interpretato 50 film, 8 serie tv (l’ultima su Canale 5: è “Il giudice Mastrangelo” di Enrico Oldoini); ha pubblicato 2 libri; ha costruito il suo personaggio al cabaret milanese Derby Club. Ha debuttato nel cinema con Liberi, armati e pericolosi di Romolo Guerrieri; è arrivato al successo negli anni Ottanta (Fico d’India, Il tango della gelosia, Sballato, gasato, completamente fuso di Steno, Una vacanza bestiale, I fichissimi, Viuuulentemente mia, Eccezzziunale veramente ecc). Il vuoto imposto dal troppo successo e dal logorarsi del personaggio durò tre anni, interrotti da Regalo di Natale di Pupi Avati; seguirono bei film di Comencini, Scola, Monicelli, Giuseppe Bertolucci, Salvatores... Il secondo Eccezzziunale veramente è un ritorno al passato: ma ormai Diego Abatantuono, il saltuario, ha imparato la lezione.
Da Lo Specchio, 28 gennaio 2006
Nasce a Milano nel quartiere popolare del Giambellino e fin da piccolo ha la possibilità di frequentare il Derby, un rinomato cabaret di proprietà dei suoi zii, nel quale si esibiscono popolari cabarettisti. E’ qui che inizia a lavorare come tecnico luci e direttore di scena, entrando presto in contatto con personaggi come Jannacci, Boldi, Porcaro, Faletti, Salvi e i Gatti di Vicolo Miracoli. Nel 1975 diventa direttore artistico del Derby. Il successo non tarda ad arrivare e, dopo un periodo da cabarettista, inizia una serie di partecipazioni a film tra i quali Il papocchio, Fantozzi contro tutti, Fico d’India. Con il Tango della gelosia (di Steno), I fichissimi e Eccezzziunale veramente (di Carlo Vanzina) inizia la sua carriera da protagonista ed è con questi film che il suo Terrunciello s’impone come personaggio di larga presa popolare, tanto da diventare un vero fenomeno di costume, emulato e imitato da tantissimi fans. Dal 1984 si dedica quasi esclusivamente al teatro (apprezzato soprattutto nel Don Giovanni di Molière, per la regia di Franco Morini) e torna al cinema nel 1986 con Regalo di Natale, diretto da Pupi Avati: è da questo film che inizia una nuova carriera lavorando con numerosi registi, da Giuseppe Bertolucci a Marco Risi, da Luchetti a Cristina Comencini, da Scola a Gabriele Salvatores (indimenticabile Mediterraneo premiato con l’Oscar come miglior film straniero nel 1992). Oltre a far parte del cast del film tv diretto da Alberto Negrin Il segreto del Sahara a fianco di Michael York, Ben Kingsley, Andie McDowell ecc., veste i panni del Commissario Corso in Eurocops, serial tv di co-produzione europea . Nel 1997 debutta anche nell’editoria: è infatti autore del libro autobiografico Eccezzziunale veramente, pubblicato da Zelig/Baldini & Castoldi. La sua passione per il cabaret lo accompagna sempre senza affievolirsi, tanto che nel 2002 diventa direttore artistico e presentatore del Colorado Cafè.