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Rassegna stampa di Clint Eastwood

Clint Eastwood (Clinton Eastwood Jr.) è un attore statunitense, regista, produttore, musicista, è nato il 31 maggio 1930 a San Francisco, California (USA). Clint Eastwood ha oggi 94 anni ed è del segno zodiacale Gemelli.

A CURA DELLA REDAZIONE
MYmovies.it

Tutta la carriera di Clint Eastwood (classe 1930) è intrecciata al filo rosso del western, dagli esordi come interprete del telefilm Rawhide fino a Space Cowboys. Soprattutto il western, nell'accezione italica, è stato il suo grande trampolino di lancio. Non è stato né semplice né immediato: all'inizio degli anni Sessanta Clint era, negli Stati Uniti, un divo di serie B, co-protagonista di Rawhide, serial vagamente ispirato a Il fiume rosso di Hawks, con Eastwood nei panni che erano stati di Montgomery Clift. Sotto contratto con la Cbs, l'attore vede la sua carriera praticamente arenata e decide, in una pausa della lavorazione del telefilm, di andare in Europa a girare un piccolo western italo-ispanotedesco, Per un pugno di dollari, di Sergio Leone (1964). Eastwood è perplesso sulla possibilità che si possano fare buoni western al di fuori degli Usa, ma sa anche di correre pochi rischi: se il film andrà male non varcherà i confini europei e se invece andrà bene potrebbe contribuire a sbloccare la sua carriera. Il film riscuote un grande successo in Europa, ma non viene distribuito negli Usa se non dopo che Eastwood ha interpretato anche gli altri due capitoli della cosiddetta "trilogia del dollaro" (Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo). Nel 1967 la United Artists acquista i diritti di distribuzione negli States per i tre western di Leone, un piccolo investimento che si rivela fortunato: anche gli spettatori americani dimostrano di apprezzare la rilettura del genere fatta da Leone, e in particolare eleggono a divo l'interprete del suo pistolero laconico e senza nome. Un altro incontro destinato a lasciare un segno importante nella carriera dell'attore è quello con il regista Don Siegel. Eastwood e Siegel realizzano insieme numerosi film, a partire da L'uomo dalla cravatta di cuoio (1968) fìno a Fuga da Alcatraz (1979), passando per film importanti come Ispettore Gallaghan, il caso Scorpio è tuo! (1971). Affermatosi come interprete, Eastwood decide di fondare una propria casa di produzione c di debuttare come regista (con Brivido nella notte, 1971), dando così avvio a una carriera di autore che lo vedrà alternare film più difficili a notevoli successi commerciali. Il suo capolavoro, per unanime plauso di critica e pubblico, è Mystic River (2003), pluripremiato e con un cast di attori di prim'ordine.

IRENE BIGNARDI
La Repubblica

È proprio vero che non è mai troppo tardi. All'inizio degli anni settanta Clint Eastwood sembrava arrivato a una situazione destinata a tranquilli sviluppi. Figlio di una famiglia modesta, sostanzialmente autodidatta, ex taglialegna, ex militare, aveva cominciato come interprete di piccole particine atletiche presso la Universal, poi di parti più grandi nella serie tv Rawhide e in una manciata di film di serie B, per diventare quindi l”uomo senza nome” nella trilogia del dollaro di Sergio Leone e l'eroe macho e duro dei film di Don Siegel - da L'uomo dalla cravatta di cuoio (1968) a Fuga da Alcatraz (1979), attraverso Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!, del 1971, che segnò la nascita di Dirty Hany (in americano “Callahan” e non “Callaghan”) e della leggenda “fascista” di Siegel e Eastwood.

BRUCE HEADLAM
The New York Times

BEING introduced to Clint Eastwood is something like seeing a California redwood for the first time. The difference is that this redwood, even at the age of 78, reaches out to shake your hand with a firmness that still intimidates no matter how much time you spent preparing your grip (for the record: three days).
He arrived for the interview at the Mission Ranch restaurant here as if he owned the place, and it didn’t make any difference that, in this case, he does. He had his first legal drink in the bar while he was stationed at the nearby Army base in the late 1940s. In 1986 he bought the property and rebuilt it to his taste, with a piano bar, heart-stopping views of the ocean spray on Point Lobos and plenty of meat on the menu. Despite what you might have read on Wikipedia, Mr. Eastwood is not a vegan, and he looked slightly aghast when told exactly what a vegan is. “I never look at the Internet for just that reason,” he said.
It’s been 20 years since Mr. Eastwood was mayor of Carmel, but clearly he’s still the king around here. Unlike the taciturn characters he plays on screen, he’s voluble, chatting and laughing with his staff with a sharpness and enthusiasm that make him seem far younger than his age. After showing me around the property, he insisted I come back that evening for a steak dinner. “We’ve got good chow,” he said. Go on: you tell him you’ve made other plans.
Mr. Eastwood’s on familiar ground in another way. It’s coming up on the Oscars, and he has two films in contention, “Changeling,” with Angelina Jolie, and his newest, “Gran Torino,” which he finished shooting only this summer and which began appearing in theaters on Friday.
In “Gran Torino” Mr. Eastwood plays Walt Kowalski, a Korean War veteran, retired Ford line worker and full-time bigot who stews on his porch in Detroit watching his block being taken over by Hmong immigrants from Southeast Asia. When a gang pressures a teenager living next door (played by Bee Vang) into trying to steal Walt’s vintage Gran Torino, the aging veteran gets pulled reluctantly, then violently, into the lives of his neighbors.

IRENE BIGNARDI
La Repubblica

Alla vigilia degli 80 anni, che compirà i13 maggio del 2010, Clint Eastwood è un film maker riconosciuto su cui sono tutti d'accordo: l'ex tagliaboschi, ex soldato, ex comparsa, l'uomo che, ai bei tempi dei western all'italiana, aveva solo due espressioni con o senza cappello, il regista che timidamente aveva cominciato a esprimere i suoi lunghi silenzi in film spesso inconsueti e interessanti (in quella fase, io tifo per Play Misty for Me), è ora per definizione bravissimo o semplicemente perfetto, vedi il caso del recente The Changeling.

PAOLA JACOBBI
Vanity Fair

Nel 1965, mentre Clint Eastwood girava Per qualche dollaro in più nel finto West reinventato da Sergio Leone in qualche parte della Spagna, nel vero West, a Fremont, California, nasceva una certa Dina Ruiz. Oggi i due sono marito e moglie. Tutte le mattine, Clint affetta la frutta e la mette nel frullatore. Insieme con la loro bambina, Morgan, sette anni, gli Eastwood bevono milkshake a colazione. «Clint è fissato sull'importanza di frutta e verdura nell'alimentazione», spiega Dina. Che sia questo il trucco della longeva grinta di suo marito? Fosse così semplice, avremmo tutti più frullatori che cellulari. Infatti, se qualcuno chiede a Clint Eastwood qual è il segreto della sua energia a 74 anni compiuti, mica risponde «le mele». Lui dice: «Di». L'estroversa, vivace, solare Dina, sposata nel 1996, la donna che ha poco più della metà dei suoi anni, ma che è riuscita dove altre avevano fallito, quella che ha dato una regolata al vecchio cowboy. «Forse era tempo che mi calmassi comunque», ammette lui. E poi aggiunge: «Certo che Dina mi ha cambiato».

GIULIA D'AGNOLO VALLAN
Lo Specchio

Film dopo film, il grande autore rivela con lucidità impressionante un'America lontana da ogni glamour. E l'ultimo, Gran Torino, è una veggente parabola sulla crisi.
Get off the lawn!, Via dal prato! Pare che a Los Angeles l'intimazione sia già storia del cinema, palleggiata ritualmente nelle conversazioni tra amici. Non stupisce, visto che a ruggirla (nel film Gran Torino) è un pensionato di Detroit che ha le sembianze di Clint Eastwood, e che riesce a dare a quest'esortazione in apparenza innocua la stessa minaccia del mitico Go ahead… make my day!, Coraggio... fammi contento (di ammazzarti, ndr) ringhiato dall'ispettore Callaghan nel terzo episodio della serie dedicata al poliziotto più feroce di San Francisco.
Gli spietati e Un mondo perfetto, Mystic River e Million Dollar Baby, Flags of Our Fathers e Lettere da Iwo Jima - adesso Changeling e Gran Torino (in Italia il 13 marzo): con un'impennata creativa sorprendente anche per lui, l'energia di un ventenne (ne ha 78) e la libertà di gesto dei migliori musicisti jazz, negli ultimi tempi Clint Eastwood ha coniato e fatto suo lo stranissimo formato della doppietta cinematografica - non un film all'anno, ma due - entrambi magnifici.

SERGIO DONATI

Tra Eli Wallach e Lee Van Cleef, Clint Eastwood è senz'altro quello che più somiglia ai propri personaggi: chiuso, taciturno, ironico. Diventa umano solo davanti a un piatto di spaghetti: eccettuato Bud Spencer non ho più visto un altro attore capace come lui di farsene regolarmente tre doppie porzioni. Ma lui non ingrassa, maledetto.

PRESSBOOK

Di recente ha diretto e prodotto il film drammatico Changeling, interpretato da Angelina Jolie che è la storia vera di un terribile caso di rapimento avvenuto nel 1928 che ha scosso il Dipartimento di Polizia di Los Angeles. Il film ha ricevuto la nomination per la Palma D’Oro al Festival del Film di Cannes del 2008 ed ha vinto uno Special Award dopo essere stato proiettato in prima a tale Festival. Eastwood prossimamente dirigerà e produrrà un dramma storico sul Sudafrica post-apartheid, che sarà interpretato da Matt Damon e Morgan Freeman nel ruolo di Nelson Mandela.
Nel 2007, Eastwood ha ottenuto due nomination all’Academy Award®, nelle categorie Migliore Regia e Miglior Film per l’acclamato film drammatico sulla Seconda Guerra Mondiale Lettere da Iwo Jima, che racconta la storia della battaglia storica vista dagli occhi dei giapponesi. Il film, inoltre, ha vinto i premi Golden Globe e Critics’ Choice Awards come Miglior Film in Lingua Straniera ed ha ricevuto premi come Miglior Film da una serie di gruppi della critica cinematografica, compreso il Los Angeles Film Critics ed il National Board of Review. Lettere da Iwo Jima è il film che segue il famoso ed acclamato film di Eastwood Flags of Our Fathers, che racconta la storia degli uomini americani che hanno innalzato la bandiera su Iwo Jima e che sono ritratti nella famosa fotografia.

EDOARDO BRUNO

In Max e i fagociti bianchi Henry Miller nella "Lettera aperta ai surrealisti", ricapitolando la sua concezione di vita 'di poeta o di pazzo', tra l'altro scrive: "La fratellanza degli uomini è una delusione permanente, comune agli idealisti di ogni Paese e di ogni tempo... non bisogna aspettarsi alcuna misericordia. Il fatto è che siamo tutti dannati."Con questo esergo potrebbe iniziare un discorso attorno alla poetica di Clint Eastwood e, in particolare, alla sua violenza e disperazione e, ad onta della sua figura di uomo d'ordine, alla sua sostanziale anarchia. Quando Eastwood intitola A Perfect World il suo film sull'America, quando insiste sull'importanza del sogno o dell'allegoria - quell'Alaska sognata in cartolina o quel mondo rivissuto a rovescio - quel sogno e quella allegoria diventano elementi essenziali di una poetica della delusione, di un ordine esasperato o di un disordine misurato, che esprimono il suo 'dannato' senso di vivere.
Se ripercorriamo l'arco dei suoi film cercando di isolarne gli elementi stilistici essenziali e coglierne il senso ci si accorge di come Clint Eastwood sia uno dei pochi autori contemporanei che, con coerenza di linguaggio, insegue il suo sogno poetico, il rigore della messainscena, la malinconia negli affetti e la conseguente delusione sulla fratellanza tra gli uomini. Non esprimerà un sistema filosofico sempre coerente ma riesce a muoversi in un intrico di intuizioni, di paure, di disperazioni che assumono l'ordine di un discorso poetico e ideologico. Nel suo cinema la trama rischia a volte di essere un groviglio di situazioni, un dispositivo anarchico di cui l'immagine costituisce il supporto. Dietro il 'reale' esibito, si intravede una alternativa alla realtà stessa, un tessuto fatto di violenza e contraddizioni. Sul piano ontologico il suo cinema propone un mondo del contingente in cui i principi stessi della legge e della convivenza vengono dissolti. Lo sguardo anarchico pone in evidenza-queste contraddizioni quasi a sottolineare che tutto ciò che accade, accade perché possa accadere qualcos'altro, lo stesso universo che esprime, questa America dai contorni definiti eppure vista come una parabola, ha una connotazione abissale; dietro il visibile si annida una America misteriosa, una idea di malessere che ne altera l'aspetto come in Mezzanotte nel giardino del bene e del male, o in Absolute Power per lasciare il posto a una zona d'ombra, quasi un territorio metafisico del rischio.

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ll premio Oscar sarà anche attore, cosa che non accadeva dai tempi di Gran Torino del 2009.
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