gianleo67
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lunedì 3 aprile 2017
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un cavaliere elettrico dalla faccia di pesce lesso
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L'annoiata e ribelle October, con padre poliziotto e fratellino problematico, si innamora del giovane Harlan: eccentrico mandriano sbarcato nella San Fernando Valley per fare il benzinaio e con improbabili ambizioni nel mondo del cinema. Quando l'autoritario padre della ragazza inizia a mostrare insofferenza per il giovane scapestrato, i due meditano la fuga. Ma qualcosa va' inevitabilmente storto.
Basta che ci sia un biondino fuori di testa che pratichi il dressage con un puledro non suo ed una tormentata storia d'amore sul percorso accidentato di uno scontato conflitto generazionale, che al Sundance pensano subito al malinteso gioiello di un cinema indipendente da premiare per la classicità dei temi e la freschezza dei giovani interpreti.
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L'annoiata e ribelle October, con padre poliziotto e fratellino problematico, si innamora del giovane Harlan: eccentrico mandriano sbarcato nella San Fernando Valley per fare il benzinaio e con improbabili ambizioni nel mondo del cinema. Quando l'autoritario padre della ragazza inizia a mostrare insofferenza per il giovane scapestrato, i due meditano la fuga. Ma qualcosa va' inevitabilmente storto.
Basta che ci sia un biondino fuori di testa che pratichi il dressage con un puledro non suo ed una tormentata storia d'amore sul percorso accidentato di uno scontato conflitto generazionale, che al Sundance pensano subito al malinteso gioiello di un cinema indipendente da premiare per la classicità dei temi e la freschezza dei giovani interpreti. Purtroppo niente di tutto questo, per il misconosciuto David Jacobson che scrive e dirige la sciatta storia di una gioventù ribelle in trasferta californiana pronta a reagire maldestramente tanto all'infrangersi di sconclusionati sogni di gloria quanto a quelli più terra terra di una improbabile liaison sentimentale. Afflitto da uno sconnesso andamento narrativo, da un ritmo mortifero e dalla banalità di dialoghi al limite del demenziale, è un film derivativo che si snoda sul doppio binario metacinematografico di una Valle dell'Eden fuori tempo massimo e di una Sfida all'O.K. Corral tra i fondali posticci di quel che resta di un lontano mito della frontiera.
Punteggiato dagli intermezzi di un lirismo d'accatto con tanto di inevitabile commento musicale country e agitando lo spettro di una precarietà esistenziale senza capo nè coda, è un film che manca il bersaglio dell'empatia e di una credibile costruzione della tensione, in cui gli stereotipi dei caratteri rappresentati non di rado si abbandonano all'impulsività di azioni incoerenti e contraddittorie (lui quasi uccide la donna che ama giocando a fare il cowboy , si ferisce volontariamente e poi torna sul luogo del delitto per depistare le indagini) e che precipita in un finale pretestuoso e teatrale che neanche la drammaticità dei fatti riesce a salvare dal ridicolo involontario. Il Cavaliere Elettrico di Edward Norton ha una tale faccia da pesce lesso che gli spareresti appena varcata la soglia di casa tua, figurati se volesse concupirti la bella figliola di una Evan Rachel Wood futuribile cowgirl robotica di un Westworld prossimo venturo, soprattutto quando il padre ha la faccia sempre poco raccomandabile di David Morse ed il fratellino Rory Culkin quella di un biondino autistico che sai già farà la fine dello spaurito protagonista di A Perfect World di un decennio prima. Due evitabili camei anche per un Bruce Dern che aveva già cominciato la sua lunga carrellata di personaggi affetti da demenza senile e per il compianto Geoffrey Lewis: caratterista di lusso dagli occhi di ghiaccio freddato sul selciato del suo ultimo spaghetti western.
Down in the Valley,
Valley so low,
Hang your head over,
Hear the wind blow.
(Traditional)
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pappolo
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martedì 23 luglio 2013
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gran film
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Norton e Rachel Wood perfetti come al solito, bella sceneggiatura, superba regia, interessante soggetto.
In conclusione, ottimo film.
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juless
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martedì 9 agosto 2011
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buone idee,realizzazione discutibile.
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E' indubbiamente vero che nel film ci imbattiamo in più tematiche interessanti,quali le sopracitate progressiva alienazione,incapacità di distinzione fra realtà e finzione,l'ardore di un amore che diviene sempre più distruttivo,rendendo impossibile l'agire bene nonostante le più candide intenzioni;l'allontanamento da un empio ed amorale presente per tornare ad un passato di forte,seppur rurale, eticità; eppure tutte le sopracitate questioni,nonostante possano suscitare largo interesse,sono sviluppate superficialmente e senza alcun approfondimento psicologico che le motivi,in un film cui possiamo concedere la coerenza ed anche alcune inquadrature di rilievo,fra cui la soggettiva / oggettiva sull'altalena e la ripresa,al benzinaio, dal sedile posteriore in cui si alterna la messa a fuoco di Harlan a quella di Tobe (anche se,a parer mio,sarebbe stata una scelta migliore un montaggio nel quadro),ma che per la maggior parte sguazza nella mediocrità tecnica,adornata da una sceneggiatura eufemisticamente definibile inconcludente.
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E' indubbiamente vero che nel film ci imbattiamo in più tematiche interessanti,quali le sopracitate progressiva alienazione,incapacità di distinzione fra realtà e finzione,l'ardore di un amore che diviene sempre più distruttivo,rendendo impossibile l'agire bene nonostante le più candide intenzioni;l'allontanamento da un empio ed amorale presente per tornare ad un passato di forte,seppur rurale, eticità; eppure tutte le sopracitate questioni,nonostante possano suscitare largo interesse,sono sviluppate superficialmente e senza alcun approfondimento psicologico che le motivi,in un film cui possiamo concedere la coerenza ed anche alcune inquadrature di rilievo,fra cui la soggettiva / oggettiva sull'altalena e la ripresa,al benzinaio, dal sedile posteriore in cui si alterna la messa a fuoco di Harlan a quella di Tobe (anche se,a parer mio,sarebbe stata una scelta migliore un montaggio nel quadro),ma che per la maggior parte sguazza nella mediocrità tecnica,adornata da una sceneggiatura eufemisticamente definibile inconcludente.Attori pregevoli quali Norton e l'emergente Rache Wood si limitiano ad abbozzare,senza dare spessore psicologico ai personaggi e lasciando grandi interrogativi sulle motivazioni di più e più dinamiche interpersonali,fondamentali in un film del genere.L'andamento eccessivamente paratattico inoltre fa sì che il film,come detto dal recensore,non riesca mai a decollare,nonostante,più volte,ci dia quest'impressione.Ineccepibili invece la fotografia e la scelta delle musiche (da alcuni commentatori aborrite).Lodevoli inoltre alcune scene in cui si vuole evidenzare l'alienazione di Harlan,proponendo scenari,per lo più attraversati a cavallo, senza tempo,che potrebbero essere gli stessi del vecchio west tanto agognato dal personaggio,ma che presentano elementi che potremmo definire,seppur erroneamente da un punto di vista logico,anacronistici (macchine o strisce pedonali) che ci ricordano quale sia la realtà.
In sintesi :buone idee,realizzazione migliorabile.
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juless
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lunedì 8 agosto 2011
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opinioni opinabili
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Indubbiamente impossibile da sorvolare la tematica della difficoltà di giudizio fra realtà e finzione (palesemente evidenziata,come già detto,nella scena del set) ed anche della progressiva alienazione dell'individuo.Queste ed altre questioni,di largo interesse,fra le quali potremmo anche annoverare l'impossibilità di agire correttamente nonostante le più candide intenzioni,sono sviluppate,seppur superficialmente e senza approfondimenti di carattere psicologico,in un film cui possiamo concedere la coerenza ed anche alcune sporadiche inquadrature di rilievo,però inserite in un contesto di mediocrità tecnica,adornato da una sceneggiatura che potremmo eufemisticamente definire inconcludente.
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Indubbiamente impossibile da sorvolare la tematica della difficoltà di giudizio fra realtà e finzione (palesemente evidenziata,come già detto,nella scena del set) ed anche della progressiva alienazione dell'individuo.Queste ed altre questioni,di largo interesse,fra le quali potremmo anche annoverare l'impossibilità di agire correttamente nonostante le più candide intenzioni,sono sviluppate,seppur superficialmente e senza approfondimenti di carattere psicologico,in un film cui possiamo concedere la coerenza ed anche alcune sporadiche inquadrature di rilievo,però inserite in un contesto di mediocrità tecnica,adornato da una sceneggiatura che potremmo eufemisticamente definire inconcludente.
E' innegabile la presenza di un attore importante,quale Ed Norton,che però,come tutti d'altronde,non recita al meglio delle sue possibilità,lasciando così il personaggio privo di spessore psicologico.Il ritmo è scandito da continue perdite di enfasi dovute ad un andamento,a mio parere,eccessivamente paratattico e,come detto dal recensore,sembra sempre poter decollare,senza mai riuscirci,anche a causa di elementi inseriti,come mi è sembrato fossero,casualmente e poi non sviluppati.Anche le dinamiche delle relazioni interpersonali,fondamentali in un film del genere,sono fastidiosamente superficiali;salvano il film una buona fotografia,la presenza degli attori (e sottolineo la PRESENZA,non la recitazione) ed alcuni,seppur sporadici,caratteri tecnici (quali inquadrature e movimenti di macchina) di buon livello.Cito la scena al benzinaio,in particolare la ripresa dal bagagliaio in cui,in quello che a parer mio avrebbe potuto essere un ottimo montaggio nel quadro,si alterna la messa a fuoco di Tobe e di Harlan,e la scena dell'altalena.Esteticamente impeccabile la scena al fast food.La musica,aborrita da altri,è azzeccata.
In cinclusione: buone idee,realizzazione appena mediocre.
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hatecraft
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domenica 7 marzo 2010
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come sbagliare sala
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sicuramente Letizia della Luna ha sbagliato sala, o se mi si permetta il pessimo sarcasmo, ha sbagliato mestiere. la critica è pessima non imbecca neanche lontanamente il linguaggio del regista e il/i senso/i della pellicola. ogni parte è recitata magistralmente e il carattere di spicco, plasmato da Norton, è liminalmente ineccepibile. la fotografia pastosa? sceneggiatura patetica? melensa musica? non scherziamo, chi per mestiere critica non può permettersi un piglio così acremente soggettivo e inane, risultante in uno scivolone imperdonabile.
questo film, una pastorale americana dal sapore quasi etereo ci regala 120 minuti di ottimo cinema, senza se e senza ma.
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sicuramente Letizia della Luna ha sbagliato sala, o se mi si permetta il pessimo sarcasmo, ha sbagliato mestiere. la critica è pessima non imbecca neanche lontanamente il linguaggio del regista e il/i senso/i della pellicola. ogni parte è recitata magistralmente e il carattere di spicco, plasmato da Norton, è liminalmente ineccepibile. la fotografia pastosa? sceneggiatura patetica? melensa musica? non scherziamo, chi per mestiere critica non può permettersi un piglio così acremente soggettivo e inane, risultante in uno scivolone imperdonabile.
questo film, una pastorale americana dal sapore quasi etereo ci regala 120 minuti di ottimo cinema, senza se e senza ma. la seduta è tolta.
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alejandro
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martedì 22 settembre 2009
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recensione incredibile .. per pochezza !!
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Di solito odio e non mi piacciono le recensioni , ma per questo film particolare e controverso volevo sapere un po' cosa ne pensassero altre persone .. mi sono però trovato di fronte a quest'assurdo scritto che, pur cogliendo degli aaspetti non ottimi del film , in pratica prende in considerazione solo la superficie più scontata e, nell'entrare nel profondo non c'entra.
insomma l'apoteosi della superficialità
di fronte ad un film che invece regala sicuramente delle ingenuità , ma anche momenti profondi di intuito umano, sociale , pennelate di grande tecnica , ed uno spazio alla poesia ( che naturalmente la super giovane recensionista reclude negli angusti spazi del melenso e del patetico) .
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Di solito odio e non mi piacciono le recensioni , ma per questo film particolare e controverso volevo sapere un po' cosa ne pensassero altre persone .. mi sono però trovato di fronte a quest'assurdo scritto che, pur cogliendo degli aaspetti non ottimi del film , in pratica prende in considerazione solo la superficie più scontata e, nell'entrare nel profondo non c'entra.
insomma l'apoteosi della superficialità
di fronte ad un film che invece regala sicuramente delle ingenuità , ma anche momenti profondi di intuito umano, sociale , pennelate di grande tecnica , ed uno spazio alla poesia ( che naturalmente la super giovane recensionista reclude negli angusti spazi del melenso e del patetico) .. Film che ci regala anche una sontuosa recitazione di Norton
veramente incredibile veder trattato così un film del genere (a tal proposito leggere la netttamente migliore recensione di film tv)
.. soprattutto per la credibilità del sito
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bimbathebest
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mercoledì 12 agosto 2009
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davvero... particolare
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Il film mi ha messo addosso una depressione incredibile dopo averlo visto... Non mi sento di dire che mi è piaciuto ma aveva un che di ipnotico che mi ha trasinato a vederlo fino alla fine. Interessante e ben fatto fino a metà, poi cambia; il personaggio di Edward Norton è più complicato di quanto sembri all'inizio, non è cattivo ma lascia l'amaro in bocca... Sicuramente porta a riflettere, su tante cose...
P.S. scusate per i pensieri un po'sconclusionati... non sapevo proprio come descriverlo questo film... (niente voto)
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eddi
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martedì 27 gennaio 2009
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ok
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super(princess)
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giovedì 31 luglio 2008
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una bufala
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Parte bene. Sembrerebbe che il campagnolo (Norton) con ancora alcuni principi e valori morali, si ritrovi in città come un maraziano sulla Terra. Incompreso, se non temuto. E poi il film vira, come un pessimo vino, invece sulla tesi che sotto la veste di un uomo semplice viva uno psicopatico, senza motivo comprensibile e in modo così gratuito che ho spento prima della fine.
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marco poli
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domenica 18 maggio 2008
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ma che film ha visto?
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si fa fatica a capire dove aveva la testa chi ha recensito il film per il sito. è lecito formulare un proprio giudizio, ma mancare così clamorosamente i dati essenziali che definiscono il senso del film è veramente madornale per chi si dovrebbe occupare di queste cose a livello professionale. come si faccia a definire un film come questo "un ritratto di eroe cattivo" sfugge ad una comprensione razionale.
a mio parere, il film ha una coerenza notevole e racconta in modo originale e tecnicamente adeguato una storia di solitudine e di progressivo spaesamento, di impossibilità di tracciare un confine tra realtà e finzione (la scena del set cinematografico è fin troppo eloquente), tra buoni e cattivi, tra colpevoli e innocenti, tra sani e squilibrati.
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si fa fatica a capire dove aveva la testa chi ha recensito il film per il sito. è lecito formulare un proprio giudizio, ma mancare così clamorosamente i dati essenziali che definiscono il senso del film è veramente madornale per chi si dovrebbe occupare di queste cose a livello professionale. come si faccia a definire un film come questo "un ritratto di eroe cattivo" sfugge ad una comprensione razionale.
a mio parere, il film ha una coerenza notevole e racconta in modo originale e tecnicamente adeguato una storia di solitudine e di progressivo spaesamento, di impossibilità di tracciare un confine tra realtà e finzione (la scena del set cinematografico è fin troppo eloquente), tra buoni e cattivi, tra colpevoli e innocenti, tra sani e squilibrati.
Il continuo rimando al paesaggio suburbano della Greater Los Angeles, privo di struttura e di identità, è il vero filo rosso del film, che diventa simbolo di una condizione che ci appartiene sempre di più. La scena in cui il protagonista cerca di infilare un pasticcino nel foro di una ciambella e non riuscendoci (il foro è troppo stretto) finisce per disfarlo è, in un certo senso, la sinossi del film. Edward Norton è, come sempre, semplicemente straordinario (il riferimento iconografico a James Dean è tutt'altro che casuale) e ha avuto un grande coraggio a scegliere di fare un film così poco fatto per attirare il consenso.
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[+] secondo me.
(di movie art.)
[ - ] secondo me.
[+] hai ragione
(di pappolo)
[ - ] hai ragione
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