Down in the Valley |
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Un film di David Jacobson.
Con Edward Norton, Evan Rachel Wood, David Morse, Rory Culkin, Bruce Dern.
continua»
Drammatico,
durata 125 min.
- USA 2005.
uscita venerdì 20 ottobre 2006.
MYMONETRO
Down in the Valley
valutazione media:
2,00
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Buone idee,realizzazione discutibile.di JulessFeedback: |
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martedì 9 agosto 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E' indubbiamente vero che nel film ci imbattiamo in più tematiche interessanti,quali le sopracitate progressiva alienazione,incapacità di distinzione fra realtà e finzione,l'ardore di un amore che diviene sempre più distruttivo,rendendo impossibile l'agire bene nonostante le più candide intenzioni;l'allontanamento da un empio ed amorale presente per tornare ad un passato di forte,seppur rurale, eticità; eppure tutte le sopracitate questioni,nonostante possano suscitare largo interesse,sono sviluppate superficialmente e senza alcun approfondimento psicologico che le motivi,in un film cui possiamo concedere la coerenza ed anche alcune inquadrature di rilievo,fra cui la soggettiva / oggettiva sull'altalena e la ripresa,al benzinaio, dal sedile posteriore in cui si alterna la messa a fuoco di Harlan a quella di Tobe (anche se,a parer mio,sarebbe stata una scelta migliore un montaggio nel quadro),ma che per la maggior parte sguazza nella mediocrità tecnica,adornata da una sceneggiatura eufemisticamente definibile inconcludente.Attori pregevoli quali Norton e l'emergente Rache Wood si limitiano ad abbozzare,senza dare spessore psicologico ai personaggi e lasciando grandi interrogativi sulle motivazioni di più e più dinamiche interpersonali,fondamentali in un film del genere.L'andamento eccessivamente paratattico inoltre fa sì che il film,come detto dal recensore,non riesca mai a decollare,nonostante,più volte,ci dia quest'impressione.Ineccepibili invece la fotografia e la scelta delle musiche (da alcuni commentatori aborrite).Lodevoli inoltre alcune scene in cui si vuole evidenzare l'alienazione di Harlan,proponendo scenari,per lo più attraversati a cavallo, senza tempo,che potrebbero essere gli stessi del vecchio west tanto agognato dal personaggio,ma che presentano elementi che potremmo definire,seppur erroneamente da un punto di vista logico,anacronistici (macchine o strisce pedonali) che ci ricordano quale sia la realtà.
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