dandy
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domenica 7 gennaio 2024
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"lasceremo perfino disney senza spettatori."
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Uscito due anni dopo il suicidio in diretta di Christine Chubbuck(cosa che però non viene indicata come fonte di ispirazione),un feroce ritratto non solo della televisione ma anche del dominio delle corporazioni mediante il più potente mezzo di propaganda mai inventato.Se oggi certi passaggi risultano datati nella loro concitazione(il tormentone di Beale "Io sono incazzato nero!E tutto questo non lo accetterò più!")e la satira sferzante non può più graffiare come all'uscita,restano intatti la visione(tanto emblematica del periodo quanto tristemente profetica per i giorni nostri)di un mondo disumano che crea la realtà e vi ingloba in primis i suoi stessi creatori riducendo persino la "ribellione" o la morte in diretta a mero e vuoto intrattenimento con annessa audience da tenere costantemente alta.
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Uscito due anni dopo il suicidio in diretta di Christine Chubbuck(cosa che però non viene indicata come fonte di ispirazione),un feroce ritratto non solo della televisione ma anche del dominio delle corporazioni mediante il più potente mezzo di propaganda mai inventato.Se oggi certi passaggi risultano datati nella loro concitazione(il tormentone di Beale "Io sono incazzato nero!E tutto questo non lo accetterò più!")e la satira sferzante non può più graffiare come all'uscita,restano intatti la visione(tanto emblematica del periodo quanto tristemente profetica per i giorni nostri)di un mondo disumano che crea la realtà e vi ingloba in primis i suoi stessi creatori riducendo persino la "ribellione" o la morte in diretta a mero e vuoto intrattenimento con annessa audience da tenere costantemente alta.E nel discorso di Jensen sul funzionamento dell'economia mondiale(scandito con enfasi in un'eloquente penombra)si evince già allora la prevaricazione dell'individuo in nome del profitto.Cinema passionale e rabbioso(e sostenuto da ottimi interpreti) di un periodo glorioso in cui si cercava realmente di scuotere e mettere il dito nelle innumerevoli piaghe di un sistema in subbuglio da oltre un decennio.4 Oscar:miglior attore (Finch,postumo per la scomparsa avvenuta poco prima della premiazione);attrice(Dunaway);attrice non protagonista(Straight,che con 5 minuti e 2 secondi ancora oggi detiene il record per l'apparizione più breve ad essere stata premiata);e sceneggiatura.
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samanta
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martedì 17 ottobre 2023
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sono ... non ce la faccio più!
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Il titolo originale è Network nella versione italiana Quinto potere con evidente riferimento a Quarto potere di Orson Welles considerato il più bel film della storia del cinema. Il film che recensiamo uscito nel 1976, pur non potendosi collocare livello di Quarto potere (la stampa) affronta un quinto potere: la tv, condividendo la critica al potere e agli abusi del mass media, è da considerarsi di un ottimo livello, la regia è di Sidney Lumet bravo regista di Hollywood che al suo esordio cinematografico ottenne una candidatura all'Oscar con quel capolavoro che è La parola ai giurati, Lumet non ebbe mai riconoscimenti da Hollywood solo 4 nomination pur avendo realizzati molti film ottimi e di successo (Serpico, A prova d'amore, Il verdetto, Prova a incastrarmi).
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Il titolo originale è Network nella versione italiana Quinto potere con evidente riferimento a Quarto potere di Orson Welles considerato il più bel film della storia del cinema. Il film che recensiamo uscito nel 1976, pur non potendosi collocare livello di Quarto potere (la stampa) affronta un quinto potere: la tv, condividendo la critica al potere e agli abusi del mass media, è da considerarsi di un ottimo livello, la regia è di Sidney Lumet bravo regista di Hollywood che al suo esordio cinematografico ottenne una candidatura all'Oscar con quel capolavoro che è La parola ai giurati, Lumet non ebbe mai riconoscimenti da Hollywood solo 4 nomination pur avendo realizzati molti film ottimi e di successo (Serpico, A prova d'amore, Il verdetto, Prova a incastrarmi). Lo sceneggiatore è Paddy Chayefscki che conseguì ben 3 Oscar con questo film nonché con Marty e Anche i dottori ce l'hanno.
La trama si svolge all'interno di un Network televisivo, protagonisti principali sono: Max Schumacher (William Holden) direttore della divisione notizie, l'amico Howard Beale(Peter Finch) alcolizzato depresso conduttore del notiziario quotidiano, Diana Christensen (Faye Dunaway) dirigenge di un talk show donna cinica e carrierista e infine Frank Hackett (Robert Duvall) CEO della società. Howard viene licenziato da Max su ordine del CEO a causa del calo d'ascolti, nel suo ultimo intervento Howard rivela il motivo del licenziamento e annuncia il prossimo suicidio. I dirigenti sono infuriati ma l'intervento di Howard ha un successo incredibile nell'audience e da qui si sviluppa la vicenda con Howard che per intervento dell'ambiziosa Diana viene collocato in un Talk Show "trash" in cui ci sono l'indovina, il legale per i casi giudiziari, l'ora di Mao Tse Tung in cui sono filmate in diretta le rapine di terroristi del "Fronte popolare eucumenico", Howard attacca il sistema politico e il capitalismo con un successo enorme ma calano dopo un pò gli ascolti e per toglierlo di mezzo dato che si era opposto al licenziamento l'effettivo padrone del Network che aveva convinto Howard di cambiare registro e di sostenere il sistema capitalistico con ulteriore calo di ascolti, Frank e Diana utilizzano i terroristi del F.P.E a ucciderlo in diretta.
Il film dimostra innanzitutto in chiave parossistica, il cinismo della comunicazione televisiva ossessionata dagli ascolti (e dalla pubblicità), cinismo che ha assunto dopo quasi mezzo secolo connotati ancora più aggressivi e volgari. I caratteri dei protagonisti sono quasi tagliati con l'accetta come quello di Diana interpretato da un'eccellente Faye Dunaway istruita da Lumet a non far trasparire alcun accenno di umanità o empatia; certamente la parte del leone l'ha fatta Peter Finch (meritatamente conseguì l'Oscar), alcune scene sono memorabili come quando apre una finestra e si mette a gridare "sono incazzato nero non ce la faccio più" convincendo poi milioni di telespettatori a fare lo stesso, Finch riesce ben guidato dal regista e dall'ottima sceneggiatura a creare un personaggio che rimarrà nella storia del cinema. Molti bravi anche William Holden invecchiato precocemente per l'alcolismo e il quasi esordiente Robert Duvall. Il film ha forse ha qualche criticità in certe sottolineature grottesche come quando il vero padrone del Network interpretato da Arthur Jensen convince con un monologo assurdo Howard a cambiare opinione sul sitema politico, però possiede una perfetta linearità partendo dai toni di commedia finisce in un drammatico epilogo, mostrando nella loro miseria umana i padroni della comunicazione, realizzando uno spettacolo che avvince fino all'ultimo .
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marcloud
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domenica 20 ottobre 2019
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fenomenologia dei network
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Un commentatore in calo di ascolti annuncia il suicidio in diretta, provocando un'improvvisa impennata di pubblico. Una giovane giornalista in carriera fiuta la possibilità di aumentare lo share e convince la direzione a puntare tutto su un programma dal sapore populista. 4 primi Oscar, tra cui la sceneggiatura, per un film del 1976 che a distanza di 43 anni rimane di un'attualità pazzesca. Un lungometraggio contro la televisione che aiuta a comprendere alcuni meccanismi terribili della comunicazione moderna. Da vedere assolutamente.
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samuel langhorne
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mercoledì 31 agosto 2016
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lo spettacolo deve continuare
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Tempo fa avevo visto citizen kane (quarto potere) e anche se non aveva nulla in comune con quella pellicola in termini di attori , regia , o trama , c'era come legame la manipolazione di massa percepibile ancor meglio in questo film.
Il film mette in risalto il controllo che la tv soprattutto nei suoi albori esercitava volutamente sugli spettatori, è forse proprio questa la differenza più significativa tra il potere dei giornali e della televisione.
Un articolo ti può influenzare ma sei tu dall'inizio alla fine che tieni le redini del controllo,scegliendo il giornale il giornalista l'articolo.Si dirà che abbiamo il telecomando è vero ma ormai accendiamo il televisore quasi come fosse un riflesso incondizionato , un pò come quei muscoliche continuanosemrpe a fare il loro lavoro , come il cuore che continua incessantemente a pompare sangue nelle vene , cosi i nostri pollici quando captano un telecomando drizzano le antenne e fanno il loro dovere e noi restiamo catatonici davanti al tubo catodico.
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Tempo fa avevo visto citizen kane (quarto potere) e anche se non aveva nulla in comune con quella pellicola in termini di attori , regia , o trama , c'era come legame la manipolazione di massa percepibile ancor meglio in questo film.
Il film mette in risalto il controllo che la tv soprattutto nei suoi albori esercitava volutamente sugli spettatori, è forse proprio questa la differenza più significativa tra il potere dei giornali e della televisione.
Un articolo ti può influenzare ma sei tu dall'inizio alla fine che tieni le redini del controllo,scegliendo il giornale il giornalista l'articolo.Si dirà che abbiamo il telecomando è vero ma ormai accendiamo il televisore quasi come fosse un riflesso incondizionato , un pò come quei muscoliche continuanosemrpe a fare il loro lavoro , come il cuore che continua incessantemente a pompare sangue nelle vene , cosi i nostri pollici quando captano un telecomando drizzano le antenne e fanno il loro dovere e noi restiamo catatonici davanti al tubo catodico.
Accendiamo la televisione ma stacchiamo la mente.Il film poi mette in risalto la generazione di quel tempo anestetizzata dalla finzione dello schermo e non evoluta per la realtà , quando nella quotidianetà in cabina di regia c'è la vita , che ti può dare gioie e dolori.
E con questi spettatori i personaggi dietro le quinte non possono essere da meno , sempre a caccia dell'audience e del gradimento i grandi signori in giacca e cravatta , tra questi il capo dei capi che si confronta con il nuovo profeta televisivo dove non si capisce chi è plagiato e chi è il manipolatore.Finisce col botto di pubblico e non solo un film che merita la visione e che personalmente trovo a metà tra quarto potere e un film di un paio di anni fa Live anche qui da protagonista fa lo spettatore
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gepy7
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lunedì 16 marzo 2015
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pomposo
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Vale soprattutto per la prova di Finch, premiata con l'Oscar (anche se Stallone avrebbe meritato ugualmente per 'Rocky'). Tipico prodotto USA anni 70 dove la componente spettacolare e l'insieme valgono più della trama o dei personaggi. Forse metafora della volgarizzazione dell'uso televisivo dove l'effetto vale più della stessa notizia. Dei personaggi ci frega poco o niente, sono lì per procura, vale solo Finch. gli altri urlano e basta o ono macchiette di contorno. Film molto eccentrico, molto parlato, molto urlato, molto gergalizzato, molto sopravvalutato. Giustamente battuto da "Rocky" di Avildsen ai premi Oscar 1977
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il befe
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domenica 8 marzo 2015
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capolavoro
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brando fioravanti
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sabato 14 settembre 2013
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film denuncia
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Film denuncia contro la televisione. Seppure gli attori sono bravi e la storia è inevitabilmente trascinante si rimane insoddisfatti. Accanimento fino all'inverosimile per dimostrare che cosa? Qual'è il dunque spegnere i televisori?
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break
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martedì 30 ottobre 2012
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nè carne nè pesce
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Film critico si fa per dire che riprende la televisione dall'interno nei dietro le quinte dei tg e gli show. Dopo Serpico Il regista Sidney Lumet vira sul mondo televisivo allo stesso stile. Due film che si assomigliano anche se nel primo c'era Al Pacino che dava una certa impronta e personalità, qui niente e nessuno. La storia si avvita su se stessa tralasciando soluzioni e conclusioni. Un ripetersi di dialoghi e azioni fino a un inconcepibile sequenza finale.
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dounia
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martedì 3 aprile 2012
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film attuale
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Un uomo che lavora da anni nella UBS di Los Angeles ha in calo il suo indice di ascolto e gli viene dichiarato il suo licenziamento, così dice, in una sua trasmissione, che si suicida. I suoi dirigenti vogliono che si scusi pubblicamente. Fra loro si mette in evidenza una donna che lavora nella TV e vive "solo per essa" che, avendo notato un alto indice di ascolto, propone un programma un po' strano, così il giornalista diventa il "pazzo profeta dell'etere", all'inizio con un alto indice di ascolto, che poi diventa basso. Un suo amico e superiore non accetta un accordo di questo tipo e viene licenziato, ma riesce ad ottenere l'amore dalla donna che si è messa in vista. Riescono a vivere insieme e nota che lei vive solo per la TV anche nel rapporto affettivo, così il suo amore si spegne quando si accorge che per la donna è più importante il rapporto con la TV.
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Un uomo che lavora da anni nella UBS di Los Angeles ha in calo il suo indice di ascolto e gli viene dichiarato il suo licenziamento, così dice, in una sua trasmissione, che si suicida. I suoi dirigenti vogliono che si scusi pubblicamente. Fra loro si mette in evidenza una donna che lavora nella TV e vive "solo per essa" che, avendo notato un alto indice di ascolto, propone un programma un po' strano, così il giornalista diventa il "pazzo profeta dell'etere", all'inizio con un alto indice di ascolto, che poi diventa basso. Un suo amico e superiore non accetta un accordo di questo tipo e viene licenziato, ma riesce ad ottenere l'amore dalla donna che si è messa in vista. Riescono a vivere insieme e nota che lei vive solo per la TV anche nel rapporto affettivo, così il suo amore si spegne quando si accorge che per la donna è più importante il rapporto con la TV. Le dice che dimostrare amore ad una persona non è così come fa lei e lui non può stare con una che vede solo la TV nella sua realtà
e sa che gli sarà difficile recuperare l'amore della moglie che non l'aveva più voluto con sè.
I due giornalisti si oppongono a un mondo falso, ma la loro lotta è minima di fronte al grosso problema della TV che, invece di essere solo una buona fonte d'informazione, diventa un modo per far vedere al pubblico programmi vari e passivi. La TV di un tempo che presentava romanzi e storie interessanti non c'è più, è diventata l'insieme di programmi che non servono a riflettere. Attraverso la TV l'uomo dovrebbe istruirsi, invece non è così. La TV di oggi è diversa dalla TV di ieri, ma il "diverso" è molto cambiato. Il film pone allo spettatore la domanda se è utile oggi guardare la TV.
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luca scialò
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lunedì 11 aprile 2011
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la dura legge dell'audience
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Il colosso televisivo Ubs non riesce a scalare la vetta in termini di share e battere la concorrenza. Il cda rivede così i palinsesti ed è intenzionato a far fuori il presentatore del Tg Howard Beale nonché il responsabile Max Schumacher, entrambi veterani, per spettacolarizzare le notizie, dando altresì pieni poteri alla giovane rampante ossessionata dal successo, Diana Christensen. Ma il presentatore Howard Beale non ci sta e finisce col perdere la testa, issandosi perfino a profeta in Tv. I suoi deliri fanno però grandi numeri, superando il 40 per cento di share, al punto da diventare il programma punta della rete.
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Il colosso televisivo Ubs non riesce a scalare la vetta in termini di share e battere la concorrenza. Il cda rivede così i palinsesti ed è intenzionato a far fuori il presentatore del Tg Howard Beale nonché il responsabile Max Schumacher, entrambi veterani, per spettacolarizzare le notizie, dando altresì pieni poteri alla giovane rampante ossessionata dal successo, Diana Christensen. Ma il presentatore Howard Beale non ci sta e finisce col perdere la testa, issandosi perfino a profeta in Tv. I suoi deliri fanno però grandi numeri, superando il 40 per cento di share, al punto da diventare il programma punta della rete. Ma quell'assurdo affare commerciale ben presto svelerà i suoi volti più nefasti e diabolici.
Sidney Lumet presenta una spietata fotografia di ciò che era diventata la Tv. Siamo nel 1976, e la degenerazione era solo agli inizi. Ma fotografa anche un'America in crisi di valori, affarista e materialista.
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