
Bravi gli interpreti in questa opera seconda: non solo Favino ma anche il giovane Tiziano Menichelli. Presentato Fuori Concorso a Venezia.
di Paola Casella
Felice Milella ha 13 anni, un talento per il tennis e un padre pronto a sacrificare ogni cosa per fare di lui un campione – che il ragazzo voglia o no. Raul Gatti è un ex tennista, al momento in cura presso un centro di salute mentale. Raul pubblica un annuncio offrendosi come insegnante privato e il padre di Felice vede in lui l’uomo ideale per aiutare suo figlio a passare dai tornei regionali a quelli del circuito nazionale.
Di Stefano può contare non solo sull’istrionismo interpretativo di Favino, che sa passare dall’euforia alla depressione rimanendo in qualche modo credibile, ma anche sulla gravitas del giovanissimo Tiziano Menichelli. Il regista sceglie una strada più commerciale che autoriale nel costruire una commedia agrodolce che sembra voler sedurre gli spettatori a tutti i costi, alla Raul Gatti. In buona parte ci riesce, ma a scapito di una maggiore profondità tematica: Il maestro divertirà il pubblico, ma forse non lascerà tracce profonde.