
Anno | 2024 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 60 minuti |
Regia di | Giampaolo Penco |
MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento venerdì 18 luglio 2025
Il film ricostruisce uno snodo cruciale della storia culturale triestina, intrecciando immagini d'archivio, materiali fotografici e filmici, e riprese contemporanee.
CONSIGLIATO N.D.
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Dopo la Prima Guerra mondiale, Trieste è una città ferita, disorientata. I tedeschi se ne sono andati, rimpiazzati da ondate di immigrati italiani; il grande porto dell’Impero Austro-Ungarico è ora solo uno dei tanti porti d’Italia. La città, svuotata di senso e identità, fatica a riconoscersi nella nuova realtà nazionale. Perfino gli irredentisti, che l’avevano sognata italiana, ora si sentono stranieri in patria. In questo vuoto accade un paradosso: Trieste si separa da Vienna, ma proprio da lì eredita una delle influenze più durature, la psicoanalisi. Mentre la città cerca di ridefinirsi, l’inconscio diventa un nuovo spazio di esplorazione e resistenza. Oggi Trieste sembra faticare a riconoscersi nel segno lasciato da Svevo, Saba, Joyce, Fini, Castelli, Bazlen, Dorfles. Perché?