Titolo originale | L'amour ouf |
Anno | 2024 |
Genere | Commedia, Drammatico, Musical, |
Durata | 166 minuti |
Regia di | Gilles Lellouche |
Attori | Adèle Exarchopoulos, François Civil, Alain Chabat, Vincent Lacoste, Benoît Poelvoorde Élodie Bouchez, Raphael Quenard, Jean-Pascal Zadi, Nicolas Wanczycki, Anthony Bajon, Mallory Wanecques, Bastien Trouvé, Emmanuel Dehaene, Jack Claudany, Malik Frikah. |
Uscita | giovedì 5 giugno 2025 |
Distribuzione | Lucky Red |
MYmonetro | 2,79 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 24 aprile 2025
Un dramedy musicale che racconta l'amore di una coppia che si spegne e lui si dà al crimine. Il film ha ottenuto 12 candidature e vinto un premio ai Cesar, 1 candidatura a Lumiere Awards,
CONSIGLIATO SÌ
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Al tempo della memoria magnetica e del Vogue Peugeot, dei Cure e di Prince, Jacqueline e Clotaire si incontrano davanti alla scuola ed è subito amore, amour ouf. Lei, piccola borghese e grande faccia tosta, è orfana di madre e cresce con un padre amorevole, lui, estrazione proletaria e famiglia numerosa, ha lasciato la scuola e fa a pugni con la vita. Lei brava studentessa, lui delinquente in erba. Lei intuisce la sensibilità dietro al machismo, lui il fuoco dietro il pudore. Non hanno niente in comune ma sono fatti l'uno per l'altra. A cavallo di un motorino avanzano a tutta velocità verso il tramonto, l'eclissi e l'ellissi carceraria, perché Clotaire si unisce a una rapina orchestrata dal boss locale, che ammira più del padre, e finisce in prigione per un omicidio che non ha mai commesso. Ne uscirà dieci anni dopo spezzato e con un chiodo fisso in testa: ritrovare Jackie, che ha scelto per sé un marito conformista e una vita nei ranghi. Ma la potenza di quel primo amore è rimasta intatta e Jackie e Clotaire bruciano ancora di mille fuochi.
Sei anni dopo 7 uomini a mollo, commedia sincronizzata che metteva 'in costume' un team di uomini depressi, Gilles Lellouche ritorna con un grande 'romanzo criminale', forse troppo grande per lui.
Un oggetto curioso e non identificato, un film sbagliato e chiassoso che ne contiene uno riuscito, immaginifico e audace. Guardando bene vediamo il secondo farsi largo e apparire dietro il delirante dispendio di energie e l'inestinguibile ricerca di intensità.
L'amour ouf è un jukebox a tutto volume, che 'suona' hit anni Ottanta e non osa abbordare il soggetto che gli sta a cuore, l'
A immagine dei suoi amanti adolescenti, L'amour ouf si abbandona completamente all'amore e alla sua disfatta che lo rende improvvisamente commovente. Lellouche ci mette un tale fervore e un tale appetito di cinema che viene voglia di lasciarsi andare e di perdonargli tutta l'ingenuità, il lirismo candido e quella caricatura del romanticismo, lanciato contro il muro a cento all'ora. E a cento all'ora va Clotaire per "trovar la bimba" sua come in una vecchia canzone del Morandi innamorato. Precipitati in pieni anni Ottanta, siamo completamente con lui, con loro, proviamo il piacere folle di vederli unirsi mentre un destino contrario si annuncia all'orizzonte: lui diventa un gangster, lei cerca di mantenere la rotta. Si perdono senza riuscire mai a smettere di amarsi.
Intanto il tempo passa e il film non si concede un'inquadratura sobria, carrellate laterali brutali hanno la meglio sulla semplicità di un campo-controcampo. Lellouche alza il tiro e salta senza rete all'età adulta di Jackie e Clotaire, belli, dannati e ostinati contro il determinismo sociale.
François Civil e Adèle Exarchopoulos fanno esplodere tutto al loro passaggio, 'quadri' e muri, fanno battere il cuore così forte da lasciare alta e vibrante la posta in gioco: si ritroveranno mai? Come? Quando? La risposta pop vale l'attesa. Gli amanti di Lellouche, quelli degli anni Ottanta di Malik Frikah, incandescente nel suo primo ruolo importante, e Mallory Wanecque, rivelazione pura in I peggiori di tutti), e quelli incendiari del Duemila (François Civil e Adèle Exarchopoulos), sono fatti della stessa pasta, sono fatti soprattutto della materia dei sogni. Fanno corpo (e cuore) con un regista che fa rimare colpo di fulmine e colpi in faccia.
Lellouche cambia genere e categoria, rimette in gioco il titolo meritato con 7 uomini a mollo e realizza un progetto che Benoît Poelvoorde, vilain del film, gli aveva servito quindici anni prima col romanzo di Neville Thompson, "Jackie loves Johnser OK?", storia d'amore intrepido a Dublino, una storia di giovani amanti che tutto oppone ma niente riuscirà a separare. Affresco d'amore, furore e rumore, L'amour ouf è un idillio al passato che rifiuta di morire nel presente.
Parossistico e barocco, epico e intimo, è una sorta di 'French Side Story' che mantiene il focus empatico sui suoi protagonisti e si lancia in una ricerca di assoluto riconfigurata nell'ultimo atto e in un dialogo (scritto probabilmente da Audrey Diwan) che rifiuta la tradizionale 'posa' tragica. Perché di amore si può anche vivere, soprattutto quando le parole valgono più dei pugni.
L'improbabile relazione tra una ragazza di estrazione sociale borghese e un ragazzo di più modeste origini, dove l'amore si spegne e lui si dà al crimine. Ma la trama non inganni, non si tratta di un mélo, bensì di un dramedy musicale, diretto dal regista e attore Gilles Lellouch, che qui però si limiterà a restare dietro la macchina da presa. Il film, la cui uscita francese è prevista per il prossimo ottobre, avrà per protagonisti Adèle Exarchopoulos e il meno noto François Civil (è stato D'Artagnan nell'ultima, doppia, trasposizione di "I tre moschettieri"), ma saranno della partita anche Alain Chabat e il belga Benoît Poelvoorde. Il titolo è un divertente gioco di parole dove il "fou" di amour fou viene ribaltato in "ouf", che è uno dei modi francesi di trascrivere un sospiro annoiato o disincantato, come il nostro "uff".
L'amore con lettere invertite: un po' perché laureato all'università della strada (mica come quei borghesi dei surrealisti), un po' perché non tutto va come l'incipit vuole. Lui (François Civil) è un delinquentello pieno d'ira per le botte del padre, lei (Adèle Exarchopoulos) è una dura cresciuta senza madre. Il giovane finisce in prigione, a espiare le colpe del figlio del boss.
In uno scatolone degli oggetti c'è una musicassetta. Ci sono solo le iniziali, J & C. Sono Jacke e Clotaire. Lì c'è già la compilation della loro vita. Tutte le canzoni, i ricordi, l'amore sono rimasti solo lì dentro. Ha il tono di un teen-movie statunitense e deraglia verso un cinema criminale con le fiamme sullo sfondo di quelle di Casinò di Martin Scorsese, Non si ferma davanti a nulla Gilles Lellouche, [...] Vai alla recensione »
Peggior titolo del Concorso di Cannes 77, L'amour ouf dell'attore e talvolta regista Gilles Lellouche è diviso in due parti: nella prima i protagonisti Jackie (Mallory Wanecque) e Clotaire (Malik Frikah) si conoscono da adolescenti; nella seconda, si ritrovano circa dieci anni dopo, che è quanto Clotaire (interpretato a questo punto da François Civil) ha trascorso in carcere.
Ma cosa ci sta a fare in Concorso questo pastrocchio di stili, di regia arrembante, di storia maledetta tra due ragazzi, di coming of age destinato alla rovina, di bande e maschi alfa che devono dimostrare di essere i più forti? Peccato, perché l'inizio prometteva con una citazione, non si sa quanto voluta, della sparatoria di "Sonatile" tutta fuoricampo, con i lampi degli spari a illuminare le ombre. [...] Vai alla recensione »
Anni '80, nord della Francia: la studiosa Jackie (Mallory Wanecque e poi Adèle Exarchopoulos) e il bandito Clotaire (Malik Frikah, un Alain Delon in sedicesimi, e poi François Civil) sono cresciuti tra i banchi del liceo e le banchine del porto. Lei studia, lui no, e si innamorano. La vita criminale li separerà, ma il cuore li ritroverà. Dopo Le Grand Bain (Fuori Concorso, 2018), Gilles Lellouche [...] Vai alla recensione »