Santocielo

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Una favola ricca di sensibilità e tenerezza questo film - immotivatamente tacciato di blasfemia - che invece affronta con garbo ed ironia , in chiave contemporanea ,temi sensibili come la parità di genere , la genitorialità, l’ omofobia ,le dinamiche della famiglia di oggi . Assolutamente rispettoso della fede ,da anzi valore alla preghiera come atto di speranza "per sentirsi in compagnia "più che come richiesta di aiuto e favori , all 'affetto ed alla solidarietà come elementi fondativi della famiglia, piuttosto che ai ruoli ,In questo legame ,la bIzzarra squadra formata da Nicola “ uomo incinto “, da sua moglie Giovanna- in fase di separazione ed in attesa di un bimbo da un altro uomo -e dal maldestro angelo Aristide, ( quella che potrebbe, forse, definirsi una famiglia queer) trova la forza di superare la morbosa curiosità dei vicini e delle folle nei loro confronti. Intelligente l'ironia nei confronti delle reazioni di massa e dell’ assedio mediatico verso i fenomeni insoliti; altrettanto acuta la satira verso le teorie precostituite di psicologi e psicoterapeuti in cui le costruzioni teoriche della psicoterapeuta Giovanna si infrangono –immediatamente ed immancabilmente - nella realtà degli accadimenti. Suggestive e tenere le scene girate nella splendida Montalbano Elicona ( specie quella corale del ballo di benvenuto) dove una comunità di anziani accoglie- con immensa gioia –la possibilità di future nascite senza pregiudizi e distinguo di genere ( una riflessione sul preoccupante spopolamento dei nostri borghi) .

Una fiaba delicata, per nulla banale ed anzi densa di dotte citazioni letterarie e cinematografiche ( “Psico “, “a qualcuno piace caldo” ,” Quando”) che inizia con la discussione del Consesso celeste sulle nefandezze dell'umanità e si avvia alla conclusione con il messaggio di speranza che è contenuto nel mistero gioioso di una nuova vita,