The Son

Le misteriose nevrosi di un figlio complicato

Dopo The Father, "il padre", The Son, "il figlio'". Non si può dire che la filmografia di Florian Zeller, autore teatrale francese di grande successo passato da poco al cinema, non stia seguendo una sua linea coerente. Però è piuttosto sorprendente constatare che The Son non sembra davvero scritto da un bravo drammaturgo (a differenza, va detto, del film precedente). Per paradossale che possa sembrare, la sceneggiatura è il punto dolente: nella descrizione di un caso clinico che rovina la vita di una ricca famiglia americana, tutto è sottolineato, tutto è spiegato più e più volte, tutto sembra scritto da uno psicoterapeuta piuttosto che da uno sceneggiatore. Due parole di trama: Peter (Hugh Jackman) è un avvocato di successo. Ha una moglie giovane, Beth (Vanessa Kirby) e un figlio appena nato. Ma ha anche un figlio adolescente da un precedente matrimonio, Nicholas (Zen McGrath). Un giorno si presenta a casa sua la ex moglie, Kate (Laura Dern). Gli deve parlare di Nicholas. Il ragazzo non va a scuola da un mese, e ha inventato una serie di bugie colossali per non farsi Scoprire. Ora che i nodi vengono al pettine, Peter deve occuparsi del figlio, che lo sorprende con una richiesta: non vuole più vivere con la madre, non la sopporta, chiede a Peter di aiutarlo, di prenderlo con lui. Farà il bravo, andrà a scuola. Ovviamente l'arrivo di Nicholas nella casa del padre sconvolge la routine di Pete re di Beth. E le cose non migliorano affatto. Nicholas è terrorizzato dalla vita, non ha amici, non ha interessi. Però mente con un'abilità diabolica, è manipolatore, non dà al padre alcun appiglio per farsi aiutare... The Son è un dramma familiare (brillantemente interpretato soprattutto da Jackman) ma costruito sull'iterazione di battute, situazioni, conflitti. In ultima analisi è un film che non va da nessuna parte. L'unico personaggio interessante, alla fine, è Nicholas: proprio perché le sue nevrosi rimangono misteriose, nonostante i disperati tentativi dei genitori, e del regista -di renderle comprensibili.
Da La Repubblica, 8 settembre 2022


di Alberto Crespi, 8 settembre 2022