umberto
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sabato 5 marzo 2022
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batman batte bruce wayne
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THE BATMAN... Dopo la trilogia de "Il cavaliere oscuro" e il Batman di Ben Affleck, che sinceramente non mi era dispiaciuto soprattutto nei panni di Bruce Wayne, mi sono avvicinato a questo film con il sensore della critica tarato al massimo, a maggior ragione dopo aver scoperto chi avrebbe interpretato il vigilante di Gotham. Ebbene, dopo 10 minuti di visione ero già ammaliato e preso da tutto. Matt Reeves confeziona un thriller molto avvincente dai toni cupi e tenebrosi, in una Gotham immersa nella palude del crimine e della corruzione istituzionale in cui la violenza estrema sembra l'unica risposta, anche da parte di Batman. Egli, a 2 anni dalla sua prima apparizione, veste prettamente i panni di un vendicatore che solo alla fine inizierà il suo cammino per diventare un costruttore di giustizia.
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THE BATMAN... Dopo la trilogia de "Il cavaliere oscuro" e il Batman di Ben Affleck, che sinceramente non mi era dispiaciuto soprattutto nei panni di Bruce Wayne, mi sono avvicinato a questo film con il sensore della critica tarato al massimo, a maggior ragione dopo aver scoperto chi avrebbe interpretato il vigilante di Gotham. Ebbene, dopo 10 minuti di visione ero già ammaliato e preso da tutto. Matt Reeves confeziona un thriller molto avvincente dai toni cupi e tenebrosi, in una Gotham immersa nella palude del crimine e della corruzione istituzionale in cui la violenza estrema sembra l'unica risposta, anche da parte di Batman. Egli, a 2 anni dalla sua prima apparizione, veste prettamente i panni di un vendicatore che solo alla fine inizierà il suo cammino per diventare un costruttore di giustizia. Spartani i modi come spartane sono le attrezzature che usa (es. la meravigliosa Batmobile), ad eccezione di un unico gadget ultratecnologico. Cast perfetto per questo tipo di film con Pattinson che, nonostante non mi convinca ancora nella versione Wayne, riesce a dare una grande interpretazione fisica e una forte espressività visiva al personaggio pur indossando la maschera. Per fortuna, in minuti di presenza lungo le quasi 3 ore di film, l'uomo pipistrello supera nettamente il suo alter ego. Ciliegina sulla torta una straordinaria colonna sonora, una delle più belle in assoluto.
Voto: 9,5
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[+] nei dubbi e nelle fragilità dell''uomo-pipistrello
(di antonio montefalcone)
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mattomarinaio
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lunedì 14 marzo 2022
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tanto impegno ma anche tanta noia
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Davvero apprezzabile la buona volontà degli autori di studiare e approfondire il personaggio di Batman fumettistico per dare ancora una volta una visione nuova del vigilante per eccellenza, mantenendo comunque la fedeltà ai racconti che abbiamo letto da ragazzi. Questa volta, conosciamo il lato più insicuro e fallibile di un Batman acerbo, e grazie al personaggio dell’Indovino riscopriamo la sua dote innata di detective, caratteristica che non era ancora stata proposta su grande schermo in nessuna delle versione precedenti.
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Davvero apprezzabile la buona volontà degli autori di studiare e approfondire il personaggio di Batman fumettistico per dare ancora una volta una visione nuova del vigilante per eccellenza, mantenendo comunque la fedeltà ai racconti che abbiamo letto da ragazzi. Questa volta, conosciamo il lato più insicuro e fallibile di un Batman acerbo, e grazie al personaggio dell’Indovino riscopriamo la sua dote innata di detective, caratteristica che non era ancora stata proposta su grande schermo in nessuna delle versione precedenti. Il film però ci immerge in un ambiente fin troppo scuro, opprimente, estremamente serio dove la tensione è sempre al massimo, supportata da un ritmo statico e una colonna sonora incessante e sovradosata. Mai un attimo di respiro, mai un dialogo atto a sdrammatizzare; una condizione che protratta per tre ore di pellicola diventa snervante. Il buio e la pioggia continua, oltre a danneggiare e rendere noiose le scene d’azione, hanno soffocato anche la recitazione degli attori che appaiono ingessati, legnosi, a cominciare dal protagonista, capace di una sola espressione, proseguendo per il povero Colin Farrel “affogato” da un invadente trucco prostetico che rende superfluo il suo ingaggio per il Pinguino. Ok, sono tutti ottimi attori, ma il film non ha dato loro il tempo e le condizioni per dimostrarlo.
Il film è un Thriller alla “Seven” ma con una messa in scena poco efficace e con soluzioni che appaiano forzate e stridenti. Gli enigmi proposti dal villain ad esempio perdono tutto il loro fascino a causa di un Batman fin troppo fulmineo nel risolverli, come purtroppo si vanificano in pochi minuti i tentativi di alimentare le paure e i tormenti interiori del protagonista, tutte trovate per allungare un brodo già insipido.
Ma tralasciando i dettagli, quello che manca in “The Batman” è il senso del bello. In questo film non c’è epica, non c’è estetica, non c’è respiro, e uscendo dalla sala non si ha la voglia di rivederlo anzi si scopre di esserci annoiati a morte.
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(di mother demon)
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storyteller
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lunedì 7 marzo 2022
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un crime thriller di straordinaria coesione
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Ad un film di tre ore che riesce miracolosamente a non risultare mai diluito, pesante o esasperante si può criticare ben poco.
Il merito va senz'altro allo straordinario lavoro di montaggio di William Hoy, che ci introduce alla vicenda "poliziesca" di questo Batman Detective (come da tradizione per i fumetti) con incedere lento e cadenzato, per poi assorbirci in una spirale di eventi, colpi di scena e sviluppi inquietanti che culminano - nell'atto finale - in un payback emotivo a dir poco memorabile.
Matt Reeves, regista che ama lavorare con set e ambienti "reali" lontani dalla fredda rigidità del green screen, ci consegna una Gotham sporca e livida, mai così credibile, e al tempo stesso carica di echi fantastici, in un sincretismo reale-immaginario che è anche specchio del percorso di Bruce Wayne, schiavo di un alter ego astratto che col tempo imparerà a dominare e fare veramente suo.
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Ad un film di tre ore che riesce miracolosamente a non risultare mai diluito, pesante o esasperante si può criticare ben poco.
Il merito va senz'altro allo straordinario lavoro di montaggio di William Hoy, che ci introduce alla vicenda "poliziesca" di questo Batman Detective (come da tradizione per i fumetti) con incedere lento e cadenzato, per poi assorbirci in una spirale di eventi, colpi di scena e sviluppi inquietanti che culminano - nell'atto finale - in un payback emotivo a dir poco memorabile.
Matt Reeves, regista che ama lavorare con set e ambienti "reali" lontani dalla fredda rigidità del green screen, ci consegna una Gotham sporca e livida, mai così credibile, e al tempo stesso carica di echi fantastici, in un sincretismo reale-immaginario che è anche specchio del percorso di Bruce Wayne, schiavo di un alter ego astratto che col tempo imparerà a dominare e fare veramente suo.
La scrittura ricca ed elaborata (mai inutilmente contorta), già di per sé avvincente, è ulteriormente esaltata dalle interpretazioni degli attori principali: Robert Pattinson e Paul Dano riescono a delineare due personaggi sofferti, in qualche modo affini; eppure agli antipodi, messi l'uno contro l'altro dalle circostanze. Magnetica la Catwoman di Zoe Kravitz.
Una colonna sonora "plastica" e martellante, a tratti insospettabilmente romantica, un'eccellente impalcatura di effetti sonori industriali e scene d'azione che non hanno paura di ricorrere sia a fluidi pianisequenza - quando necessario - sia alla tecnica del vedo-non-vedo (del resto, parliamo pur sempre di Batman: la teatralità è il suo forte) completano un quadro di curiosa freschezza, un "reboot" che non ha il sapore del reboot né del biopic supereroistico.
La sua unica, evidente mancanza risiede nell'incapacità di delineare a tutto tondo la vita del Bruce Wayne "persona" (ma ci sarà tempo per farlo nei seguiti).
Certo, se ci si aspetta un film dal ritmo forsennato, pieno di umorismo yankee e scorrevole alla maniera blanda di certi blockbuster usa e getta, allora si potrebbe rimanerne delusi.
Per parte mia, sono entrato in sala moderatamente curioso e ne sono rimasto ammaliato, parlo da amante dei prodotti Marvel e del cinema tutto (da Aleksandr Sokurov a Sion Sono).
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gianluigi f.
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martedì 8 marzo 2022
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l''essenza del cavaliere oscuro illumina la sala!
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Brividi. E non parlo del titolo della canzone vincitrice di San Remo 2022 ma di quello che mi ha lasciato la visione di “The Batman”, ultima fatica cinematografica di Matt Reeves.
Dopo scimmie parlanti e kaiju, il regista statunitense è chiamato - ancora una volta - a rendere credibile l’incredibile.
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Brividi. E non parlo del titolo della canzone vincitrice di San Remo 2022 ma di quello che mi ha lasciato la visione di “The Batman”, ultima fatica cinematografica di Matt Reeves.
Dopo scimmie parlanti e kaiju, il regista statunitense è chiamato - ancora una volta - a rendere credibile l’incredibile. Questa volta la sfida è maggiore, perché il peso specifico dell’uomo pipistrello è quello dei miti assoluti, che da ben 83 anni popola l’immaginario collettivo senza mai averlo abbandonato.
Alla luce di ciò, se Bob Kane e Bill Finger (i “padri” fumettistici del crociato incappucciato) fossero ancora vivi, sarebbero orgogliosi di “The Batman”, perché quanto visto in questa pellicola è la sintesi più pura e genuina della loro creazione. Matt Reeves, con un’abilità da equilibrista, riesce più dei suoi predecessori a dare una chiave di lettura personalissima del personaggio, ma senza mai dimenticarne la sua origine fumettistica.
Il sapore grunge, sporco di “Something in the way” dei Nirvana - che accompagna in più scene il protagonista - sembra guidare il ritmo della pellicola, che spiazza per l’utilizzo della materia supereroistica in chiave thriller noir, ispirandosi a capolavori del genere quali “Seven” e “Zodiac”; persino la fotografia trasuda anni ’90, grazie ad un’impronta stilistica che richiama in modo inequivocabile il “Matrix” delle sorelle Wachowski. La direzione che Reeves vuole dare al suo Batman è quindi cristallina fin dall’inizio: il Pipistrello si annuncia in voice over (voce fuori campo), raccontando allo spettatore una pagina del proprio diario personale; uno stratagemma narrativo tipico della figura del detective.
Un elemento che fa capire quanto il cineasta abbia compreso appieno la figura di Batman, che prima ancora di essere un vigilante mascherato è un investigatore, il più intelligente al mondo. D’altronde mai come in questo film è stato possibile ammirare il crociato incappucciato preferire ai gadget iper tecnologici la torcia, lo strumento simbolo di una qualsivoglia indagine. Il cavaliere oscuro di Pattinson appare risoluto ma grezzo, proprio perché è al secondo anno di attività e sono ancora molti gli attriti con la polizia di Gotham; per questo motivo il rapporto di reciproca fiducia tra lui e il Jim Gordon di Jeffrey Wright è tanto efficace. Un Gordon che risulta peraltro partner perfetto anche in momenti di insospettabile buddy comedy.
Nel procedere dell’indagine, gli occhi dell’uomo pipistrello scrutano da dietro la maschera, espressivi come mai sono stati nelle precedenti incarnazioni del personaggio, anche quando il costume lo avvolge in una postura fredda e marmorea.
Il suo incedere lento, il suo passo pesante sono tanto spaventosi sulla scena del crimine quanto per le strade di una fatiscente e maleodorante Gotham, dove da sfogo a tutta la sua rabbiosa voglia di giustizia.
La scelta di puntare molto più sull’indagine che sulla componente action appare coraggiosa, probabilmente divisiva per i giudizi del pubblico ma proprio per questo un segno di profonda rottura col passato cinematografico del personaggio. Nonostante la penuria di azione, per ogni inseguimento o combattimento Reeves si serve di una regia magnifica, capace di giocare col fuoco - sia in termini di rischio che in termini prettamente ottici - e regalare allo spettatore immagini potentissime, memorabili.
Paga perfino la scelta di dare a Bruce Wayne un minutaggio notevolmente ridotto rispetto al suo alter ego, restituendoci la fotografia di un giovane uomo elegante e insieme trasandato, sciatto, piegato da vecchi dolori, svogliato nel dover mantenere le apparenze del giovane e ricco rampollo di Gotham, tanto da apparire raramente in pubblico.
Eppure sarebbe un errore lasciar intendere che sia il solo Pattinson a brillare, perché è l’intero cast a farlo. La Catwoman di Zoë Kravitz, felina nei movimenti tanto quanto i randagi che amorevolmente accudisce, sa anche graffiare, plasmata da un passato di sofferenze che la avvicinano a quelle che hanno guidato il destino di Bruce Wayne e che alimentano la chimica erotica tra i due.
E nemmeno il Pinguino di un irriconoscibile Colin Farrell può sottrarsi alla menzione, capace di interpretare un Oswald Cobblepot di stampo italo americano e che fa palesemente il verso ad un Robert De Niro in versione gangster. Dulcis in fundo, l’Enigmista di Paul Dano. Un serial killer inquietante tanto con la maschera quanto senza e che finirà per portare la sua nemesi ad un passo dall’infrangere la regola cardine del proprio codice morale (non uccidere) ma al contempo a dargli una direzione chiara per il futuro.
Tutta questa indubbia qualità è infine incorniciata dalle impeccabili note di Michael Giacchino, abito eccellente e insieme personaggio aggiunto, voce stessa della città di Gotham e di tutte le anime che la abitano.
Tuttavia, a fronte di tanti pro qualche contro lo si ritrova nella gestione di qualche snodo narrativo e del terzo atto, che appare per certi versi affrettato rispetto al tempo riservato alla sua preparazione. Ma in fin dei conti queste sono facezie, proverbiali peli nell’uovo in quello che a tutti gli effetti è il film su Batman più maturo e adulto che avessi mai potuto immaginare.
Non resta quindi che attendere il verdetto del tempo, che è il solo a poter dire se questa pellicola si guadagnerà l’etichetta di Capolavoro. Intanto (lasciatemi questa provocazione) ci va dannatamente vicino.
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felicity
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mercoledì 25 maggio 2022
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nulla di realmente nuovo nel bat-universe
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“The Batman” e la sua cupezza, che rispecchia la rabbia e la depressione che diventano il modo di vedere il mondo di un Bruce Wayne traumatizzato, pescano suggestioni da un paio di pellicole altrettanto cupe diventate dei cult, in primis il Seven di David Fincher con un serial-killer moralizzatore che miete vittime e sfida le autorità, nel film ci sono molti parallelismi tra il John Doe di Kevin Spacey e l’Edward Nashton di Paul Dano, mentre l’altro film è Il corvo di Alex Proyas; la ricerca di vendetta in una città brutalizzata, diventata una carcassa divorata dal crimine, sono elementi che ritroviamo nel Bruce Wayne di Pattinson che in alcune scene del film, in cui l’attore non indossa la maschera, rievoca inevitabilmente l’Eric Draven del compianto Brandon Lee.
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“The Batman” e la sua cupezza, che rispecchia la rabbia e la depressione che diventano il modo di vedere il mondo di un Bruce Wayne traumatizzato, pescano suggestioni da un paio di pellicole altrettanto cupe diventate dei cult, in primis il Seven di David Fincher con un serial-killer moralizzatore che miete vittime e sfida le autorità, nel film ci sono molti parallelismi tra il John Doe di Kevin Spacey e l’Edward Nashton di Paul Dano, mentre l’altro film è Il corvo di Alex Proyas; la ricerca di vendetta in una città brutalizzata, diventata una carcassa divorata dal crimine, sono elementi che ritroviamo nel Bruce Wayne di Pattinson che in alcune scene del film, in cui l’attore non indossa la maschera, rievoca inevitabilmente l’Eric Draven del compianto Brandon Lee.
Se dovessimo continuare a cercare connessioni allo scopo di provare che in “The Batman” non c’è nulla di nuovo ci vorrebbe davvero troppo tempo, ma preferiamo fermarci qui ed elogiare il regista Matt Reeves e la sua capacità di regalare ai fan un Batman “alternativo”, ma anche figlio di tutto ciò che di buono cinema (i film di Burton e Nolan, ma anche il Joker di Todd Phillips), fumetti e serie tv hanno saputo infondere all’universo del Cavaliere oscuro.
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mondolucio
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martedì 26 luglio 2022
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davvero non comprendo dove si voglia parare
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Come per la mia recensione su Ethernals, questo Batman non merita una sola stella, ma anche qui trovo giusto correggere il tiro. Quattro o cinque stelle vanno date a Bertolucci o Sorrentino o Kubrick o Inarritu o Nolan, dai ragazzi, su!!!! Smettetela di esagerare!!!! Siate più obiettivi!!!!
Ritornando a questo Batman, voglio complimentarmi con la colonna sonora e... basta.
Io non mi capacito di come abbiano potuto partorire questa atrocità, ma prima ancora qualcuno mi spieghi come si sia potuto scegliere Reeves come regista dopo i suoi precedenti "sonniferi" delle scimmie.
Viva la coerenza, per carità, difatti non si è smentito neanche qui e ci ha regalato 2 ore e 50 di camomilla pura.
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Come per la mia recensione su Ethernals, questo Batman non merita una sola stella, ma anche qui trovo giusto correggere il tiro. Quattro o cinque stelle vanno date a Bertolucci o Sorrentino o Kubrick o Inarritu o Nolan, dai ragazzi, su!!!! Smettetela di esagerare!!!! Siate più obiettivi!!!!
Ritornando a questo Batman, voglio complimentarmi con la colonna sonora e... basta.
Io non mi capacito di come abbiano potuto partorire questa atrocità, ma prima ancora qualcuno mi spieghi come si sia potuto scegliere Reeves come regista dopo i suoi precedenti "sonniferi" delle scimmie.
Viva la coerenza, per carità, difatti non si è smentito neanche qui e ci ha regalato 2 ore e 50 di camomilla pura.
Combattimenti limitati a zuffe fra adolescenti e dialoghi totalmente scollegati fra loro, fino ad arrivare ad il suo massimo apice quando accenna un lancio con ubavtuta alare della decathlon, per non parlare del fatto che si capisce tutto dopo soli 10 minuti nonostante si sia cercato di improntare il tutto più sul giallo che sull'azione (Agatha Christie trema!).
Praticamente come vedete un film su Superman, ma ritrovarsi solo Clark Kent che batte a macchina per 2 ore e 50!
DECISIONE PAZZESCA!!!!!
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elgharth
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martedì 16 agosto 2022
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la copia venuta male dei film di nolan
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Sinceramente l'ho trovato molto sconclusionato, forse le mie aspettative erano troppo alte dopo aver visto e amato i film di Nolan.
Sinceramente mi pare la brutta copia dei film che avevano come Batman Christian Bale, atmosfere che non riescono a raggiungere quelle proposte da Nolan, un Batman inconsistente senza spessore, un Gordon praticamente invisibile unica nota positiva l'enigmista senza maschera che nonostante non c'entri nulla col personaggio dei fumetti da un minimo di spessore al film. Sinceramente triste e assolutamente non all'altezza il cameo del joker a fine film.
Profondamente deluso da questo film.
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giovanni stengel
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domenica 6 marzo 2022
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but…man.
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S'inizia subito mettendo le mani avanti, con una voce fuori campo prolissa, dimostrando la stessa insicurezza che attanaglia il protagonista durante tutto il film.
Un Batman decisamente sotto tono, con dei guizzi originali che però non trovano terreno fertile.
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S'inizia subito mettendo le mani avanti, con una voce fuori campo prolissa, dimostrando la stessa insicurezza che attanaglia il protagonista durante tutto il film.
Un Batman decisamente sotto tono, con dei guizzi originali che però non trovano terreno fertile.
La fotografia e la scenografia sono eccellenti. Pattinson ha una bella mandibola e ha il perfetto pedigree per interpretare quel sottile confine tra vampiro sensibile e virile supereroe.
Di giorno Bruce vive rintanato nella sua neo-gotica Wayne Tower, fotofobico, misterioso e pallido, con eleganti occhiali da sole. Sembra quasi un hikikomori e non c’è nessuna donna che riesca a risvegliare il pipipipistrello.
Di notte indossa una maschera di cuoio nero con cuciture in vista, quasi medioevale, guida una stupenda batmobile anni '70 ed è fornito di gadet pseudo-steampunk, molto più artigianali rispetto a quelli del Cavaliere Oscuro di Nolan.
Un vigilante mascherato piacevolmente low-tech che cerca di fuggire dai soliti cliché.
Il problema è che, a essere low, non è solo l'attrezzatura del supereroe.
Pattinson è piatto, fiacco, poco incisivo. Più che inquieto sembra sinceramente depresso.
Un vampiro mancato e obbligato a timbrare il cartellino da eroe in calzamaglia.
Gotham va salvata ma non ci crede tanto neanche lui.
L'atmosfera si risolleva un po’ con il mitico John Turturro nei panni di Carmine Falcone e Andy Serkis (ex-gollum) in una discreta interpretazione di Alfred, ma soprattutto con un Colin Farrel molto carico, truccato benissimo, nella parte di Pinguino.
La Catwoman di Zoë Kravitz è notevole e intrigante ma offuscata nel brodo insipido della sceneggiatura e nell’apaticità di Pattinson.
Il commissario James Gordon stavolta è un tipo onesto ma poco sveglio; lui e Batman insieme sono ridicoli, completamente privi di intuito e capacità investigative, assomigliano alla coppia Sherlock Holmes e Watson di una stupida barzelletta.
L’enigmista di Paul Dano è il personaggio più riuscito ma è la brutta copia dello psicopatico interpretato da Kevin Spacey in Se7en nel 1995.
Troppi personaggi, troppi possibili intrecci, troppi minuti (175), troppi temi politici e sociali e tutto troppo slegato.
Apprezzabile l'idea di distaccarsi dal già visto, ma c'è troppo caos da ansia FOMO, tipico dei nostri tempi.
Un batman in crisi esistenziale come il cinema americano.
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dandy
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domenica 22 gennaio 2023
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"io sono vendetta"
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Settima trasposizione dell'eroe mascherato creato da Bob Kane(che qui ritorna ad avere il "the" nel titolo).Un sorprendente blockbuster adulto che raggiunge vertici di cupezza ben più elevati della trilogia di Nolan.Un reboot che basandosi su diverse edizioni del fumetto dall'87 al 2014("Batman:Anno uno";"Batman:Il lungo Halloween" ;"Batman:Hush";"Batman:Ego" e "Batman:Anno Zero")prende drasticamente le distanze sia da ogni estetica commerciale che dalle atmosfere supereroiche che hanno a lungo contraddistinto il personaggio:Batman è ormai a tutti gli effetti schiacciato dal peso della sua stessa natura,più umano che mai(quasi privo di gadget) e quasi totalmente privato della vita "normale"(limitatissime per non dire quasi nulle le parti relative a Bruce Wayne).
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Settima trasposizione dell'eroe mascherato creato da Bob Kane(che qui ritorna ad avere il "the" nel titolo).Un sorprendente blockbuster adulto che raggiunge vertici di cupezza ben più elevati della trilogia di Nolan.Un reboot che basandosi su diverse edizioni del fumetto dall'87 al 2014("Batman:Anno uno";"Batman:Il lungo Halloween" ;"Batman:Hush";"Batman:Ego" e "Batman:Anno Zero")prende drasticamente le distanze sia da ogni estetica commerciale che dalle atmosfere supereroiche che hanno a lungo contraddistinto il personaggio:Batman è ormai a tutti gli effetti schiacciato dal peso della sua stessa natura,più umano che mai(quasi privo di gadget) e quasi totalmente privato della vita "normale"(limitatissime per non dire quasi nulle le parti relative a Bruce Wayne).E stavolta persino il nome Wayne risulta compromesso dalla scoperta scioccante dei retroscena nella morte di Thomas Wayne(già descritto come poco integerrimo in "Joker")che si rivela causa principale della nascita dell'Enigmista,i cui trascorsi e motivi ne fanno un vero e proprio alter ego del protagonista.Anche avversari e comprimari prendono le distanze dalle controparti disegnate(Gordon e Selina sono neri,Alfred è un ex-MI-16,Selina non viene mai chiamata Catwoman,Pinguino è un semplice zoppo sfregiato e l'Enigmista sembra ricalcare alla lontana Gigsaw)in un contesto di realismo che vede anche un'inedita Gotham tanto illuminata da luci e insegne pubblicitarie quanto desolante e squallida,perennemente sotto una pioggia che porta evidenti echi da "Blade Runner" e "Seven" come per la dimensione da noir odierno.Prevalgono i colori scuri,plumbei che sembrano inghiottire tutto e tutti,comprese le poche(mirabili) scene d'azione come l'inseguimento sulla Batmobile e la sparatoria al buio.Uno dei migliori film di genere senza dubbio,premiato da un meritato successo mondiale.A dispetto di un certo scetticismo generale Pattinson è perfettamente calato nel ruolo,ma Dano,quasi sempre fuori scena,non è da meno.Ottimo anche l'irriconoscibile Farrell nel ruolo di Pinguino,che a quanto pare non fuma mai il sigaro per questioni di political correct(uff...).Fantastiche la fotografia e la colonna sonora in cui spicca "Something in the way" dei Nirvana.Il finale con l'incontro fra l'Enigmista e Joker(originariamente più lungo)lascia ovviamente intendere che ci sarà un sequel,e già si è parlato di uno spin-off su Pinguino.vedremo...Fulminea sequenza alla fine dei titoli di coda.
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jonnylogan
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lunedì 18 aprile 2022
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il nuovo cavaliere oscuro
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A Gotham, Bruce Wayne, indossando il costume di Batman, veglia sulla città coadiuvando il suo amico fraterno, il tenente di Polizia James Gordon che di recente ha sgominato il traffico di stupefacenti comandato da Sal Maroni. All’orizzonte si palesa però un nuovo criminale che si fa chiamare l’Enigmista e che inizia a uccidere alcuni insospettabili legati alle indagini sullo spaccio, svelandone i segreti più nascosti e creando un pericoloso proselitismo.
Paul Dano, nei panni dell’ Enigmista, in una versione che richiama le atmosfere create dal franchise di SAW, per le trappole spettacolari legate agli omicidi, più che il personaggio multicolore creato da Bill Finger e Dick Sprang sul finire degli anni ‘40, riesce a superare in termini recitativi il Batman costruito sulle spalle muscolose di Robert Pattinson, il cui passato è ben noto, la morte dei genitori come genesi del suo alter ego, e che fin dalle prime battute della pellicola troviamo già da molti anni scendere in campo vestito da giustiziere alato.
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A Gotham, Bruce Wayne, indossando il costume di Batman, veglia sulla città coadiuvando il suo amico fraterno, il tenente di Polizia James Gordon che di recente ha sgominato il traffico di stupefacenti comandato da Sal Maroni. All’orizzonte si palesa però un nuovo criminale che si fa chiamare l’Enigmista e che inizia a uccidere alcuni insospettabili legati alle indagini sullo spaccio, svelandone i segreti più nascosti e creando un pericoloso proselitismo.
Paul Dano, nei panni dell’ Enigmista, in una versione che richiama le atmosfere create dal franchise di SAW, per le trappole spettacolari legate agli omicidi, più che il personaggio multicolore creato da Bill Finger e Dick Sprang sul finire degli anni ‘40, riesce a superare in termini recitativi il Batman costruito sulle spalle muscolose di Robert Pattinson, il cui passato è ben noto, la morte dei genitori come genesi del suo alter ego, e che fin dalle prime battute della pellicola troviamo già da molti anni scendere in campo vestito da giustiziere alato. Un Pattinson capace di calarsi in maniera convincente nella parte di uno fra i più iconici charcters dei fumetti, e anche di non far rimpiangere le eccellenti prove recitative di Christian Bale, diretto da Chris Nolan fra il 2005 e il 2012.
Matt Reeves mette infatti al servizio dell’ex stella di Twilight, una trama che riesce a catturare sia l’attenzione degli amanti del mondo delle strisce, maggiormente legati agli intrecci narrativi con personaggi appartenenti al mondo dell’uomo pippistrello, fra cui spicca John Turturro nella parte di Carmine Falcone, neo boss della mala locale. L’irriconoscibile Colin Farrell nel ruolo del Pinguino, braccio destro di Falcone, e infine Zoë Kravitz nel ruolo di Selina Kyle, alias Catwoman. Ma al tempo stesso riesce anche a soddisfare il palato di coloro che sono maggiormente appassionati di intrecci thriller e che possono in quest’ultima pellicola intravedere un cavaliere oscuro maggiormente introspettivo e dedito alle indagini, sullo sfondo di una Gotham City che richiama la Los Angeles di Blade Runner, disegnata con le sembianze di una metropoli in cui corruzione, criminalità e pioggia sembrano non dover cessare mai. il Batman di Reeves, apprezzato riesumatore del franchise di Planets of the Apes, ha trama e intreccio per poter essere un nuovo eroe al quale riuscire ad affezionarsi. Piacerà quindi e molto a coloro che vedono in questo nuovo progetto un nuovo inizio.
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