Il bambino nascosto |
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Un film di Roberto Andò.
Con Silvio Orlando, Giuseppe Pirozzi, Lino Musella, Imma Villa.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 110 min.
- Italia 2021.
- 01 Distribution
uscita mercoledì 3 novembre 2021.
MYMONETRO
Il bambino nascosto
valutazione media:
3,49
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'assedio invisibile della camorra
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Un palazzo che sembra una metafora, cortile a vista e scantinati che affondano in chissà quale cuore di tenebra.
Due mondi che non dovrebbero mai incontrarsi e invece vivono nello stesso edificio. Un incontro fatale, nei due sensi del termine, che porta un vento di speranza dentro due solitudini. La prima è quella di Gabriele (un quintessenziale, memorabile Silvio Orlando), pianista gentile e meticoloso che ha rinunciato ai concerti (e alle sue radici borghesi) per insegnare musica, e ora vive in una casa troppo elegante per quel palazzone. La seconda, più apertamente tragica, appartiene a Ciro, piccolo vicino ricercato dalla camorra per uno sgarro imperdonabile, che sgattaiola in casa del pianista per nascondersi (l' elettrico Giuseppe Pirozzi). Poiché siamo a Mater Dei, nel cuore di Napoli, accanto al Rione Sanità, tutto è insieme simbolo e corporalità. Ciro ha un padre camorrista, una madre in gramaglie (Sasà Striano e Imma Villa), e codici fisici e comportamentali da baby criminale. Gabriele, che mentre si rade recita Kavafis, ha un padre magistrato (Roberto Herlitzka), un fratello sprezzante (Gianfelice Imparato), un ex-allievo dai modi loschi anche se ama Schumann (Lino Musella). Mentre il pianista e il bambino si scoprono, si detestano, poi naturalmente imparano a capirsi e a volersi bene, accadono cose bizzarre (geniale apparizione a sorpresa di Francesco Di Leva, già sindaco del Rione Sanità per Martone). Fuori però il cerchio si stringe. E anche se Andò non concede un fotogramma alla retorica post-Gomorra, quell' assedio invisibile è più minaccioso di mille scene d' azione.
Anche perché adattando e riscrivendo (con Franco Marcoaldi) il suo romanzo per lo schermo, il regista palermitano e la sua piccola orchestra di interpreti straordinari tengono tutto sapientemente su un registro sempre molto fisico, concreto, diretto, scandendo l' avvicinamento progressivo fra quei due fuggiaschi con segni vividi e immediati.
Nuova insomma non è la situazione (la fabula). Nuovo è lo sguardo obliquo poggiato su quel microcosmo ipermediatizzato. Così, tra un omaggio a Totò e un gesto di amore filiale (Orlando si scopre sentimenti paterni, ma intanto accudisce il proprio genitore), si disegna la possibilità di un riscatto che per ora possiamo solo sognare. E Napoli si conferma capitale del miglior cinema italiano.
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