Scompartimento n.6

Un film di Juho Kuosmanen. Con Seidi Haarla, Yuriy Borisov, Yuliya Aug, Lidia Kostina.
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Titolo originale Hytti Nro 6. Drammatico, durata 107 min. - Finlandia, Estonia, Germania, Russia 2021. - Bim Distribuzione uscita giovedì 2 dicembre 2021. MYMONETRO Scompartimento n.6 * * * 1/2 - valutazione media: 3,49 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Se una notte d'inverno una viaggiatrice

di francesca meneghetti


Feedback: 7486 | altri commenti e recensioni di francesca meneghetti
giovedì 9 dicembre 2021

Prima di tutto ti vengono addosso gli odori, come nel famoso romanzo di Suskind, “Il Profumo”, anzi un cocktail insopportabile fatto di fumo di sigaretta, fiati alcolici, latrine, corpi sudati e poco lavati, l’odore ferroso dei binari, lo smog urbano. È insolito che un film solleciti tanto l’olfatto, il più primitivo dei sensi, ma è così in “Scompartimento n. 6 - In viaggio con il destino”.
Gli spazi chiusi (abitazioni o scompartimenti di un treno transiberiano), affollati di esseri umani, di capi di vestiario pesanti, di coperte e tessuti che assorbono gli odori, sono contenitori di aria impura, ma sono caldi, e illuminati da luci altrettanto calde. Dagli spazi esterni emana una sensorialità tattile, visiva, acustica: il freddo umido e il gelo artico, il bianco non sempre immacolato della neve, la grigia luce diurna, le nebbie, le tenebre che prevalgono sulla luce, l’ululare di un vento sferzante che agita anche il mare, il rumore assordante degli organi meccanici di una miniera.
Questi sono gli scenari che fanno da sfondo alla vicenda narrata, con prevalenza degli spazi chiusi nella prima parte del film, di quelli esterni nella seconda. Due i protagonisti: Laura (Seidi Haarla), che fin dalle prime scene ambientate nell’appartamento moscovita di Irina, sembra Janis Joplin spettinata, e Ljoha (Jurij Borisov, astro nascente del cinema russo, occhi azzurri, bel nasino, zigomi sporgenti, cranio angoloso). Lei studentessa di archeologia, appassionata di videoriprese, determinata a vedere i petroglifi (incisioni rupestri) di Murmansk. Lui tamarro, rasato, ubriacone, diretto alla stessa città, posta molto a nord ovest, nel circolo polare artico, per un umile e duro lavoro manuale.
L’incontro non è dei più felici, e la convivenza forzata, per diversi giorni, nello scompartimento 6, non facilita certo le cose. Laura, che sta rimuginando dentro di sé pensieri che seguono a una delusione amorosa, non ha molta voglia di parlare, specie con uno come lui. Guarda i finestrini appannati, filma qualche bufera, cerca di sopportare storicamente la presenza del giovane e di altri viaggiatori ingombranti.
Poi il gelo del suo cuore si scioglie e accetta gli inviti di Ljoha, anche di trascorrere una notta (in concomitanza di una sosta del treno) a casa di una signora, forse madrina del ragazzo (il quale compie un gesto affettuoso nei suoi riguardi). Questa prima parte è lenta, talora anche noiosa, e claustrofobica quel tanto che serve a rendere realisticamente l’idea di questo viaggio in treno da Mosca a Murmansk in pieno inverno, in una Russia dei primi anni ’90, dove le persone, private dei miti del comunismo, sembrano svuotate, inerti, condannate alla solitudine e all’alcolismo. Va da sé che il treno è altresì evocatore dei valori simbolici assunti da questo mezzo nella letteratura russa (a partire da Anna Karenina). Forse simbolo del destino che travolge e trascina.
Con l’arrivo alla destinazione, che decreta anche la separazione dei due, ormai amici e forse più, si entra nella fase più dinamica e aperta, quanto a spazialità. Qui si concentra la parte più emozionante ed avventurosa del film, in un ambiente veramente polare. Le difficoltà incontrate da Laura a raggiungere il proprio obiettivo, la porteranno a cercare Ljoha, che sembrava perso, e a vivere con lui un ultimo viaggio, sentimentale e fisico, attraverso la neve e il ghiaccio.
Urge un vin brulè dopo la visione del film

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goldy sabato 11 dicembre 2021
freddezza emotiva
33%
No
67%

Più che un vin brulè occorre una capacità di emozionarsi che mi pare assente nella sua recensione. Una narrazione meticolosa più adatta a descrivere l''anatomia di un insetto che l''incanto di un innamoramento nascente.

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